38. Una gallina da spennare

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Hey, come state?

Mi sto riprendendo adesso dai festeggiamenti pesanti per Sanremo con i miei amici ✨(aiuto raga che ship mi è partita 🙈).

Tornando a noi!

Questo capitolo a mio avviso ci fa capire tanto sui personaggi di questa storia.

Ho adorato scriverlo, come ho adorato scrivere quelli che pubblicherò nelle prossime settimane!

Volevo ringraziarvi per ogni stellina e ogni visualizzazione che questa storia sta ricevendo ❤️

Davvero, grazie!

Ora la smetto e vi lascio leggere il capitolo in pace!

Ci vediamo nei commenti!

Pietro's POV

Mario chiuse di mano, iniziando a vantarsi, come al suo solito e a chiamare idioti noi tutti.

Bruno non la prese affatto bene. Diede più volte dell'imbroglione al più grande, che lo ignorò bellamente, accendendosi una sigaretta e riprendendo a mischiare le carte.

Io mi alzai un attimo dal tavolo, per chiedere a Claudio di portarci un posacenere, perché odiavo quando Mario buttava lo schifo della sua sigaretta sul tavolo da gioco.

Alzando lo sguardo verso la fine della piazza però, vidi Rachele, tutta vestita di rosa, camminare a passo lento con un enorme mazzo di fiori in mano.

Fui tentato di salutarla, ma non ero sicuro mi avrebbe risposto, così rimasi immobile a fissarla, come un cretino.

-Allora ti piacciono le belle donne- mi prese in giro Mario, facendo scorrere il suo sguardo sulla cugina di Davide.

Non gli risposi neppure, ma per la prima volta capii perché i suoi discorsi mi davano così tanto fastidio.

Era indubbiamente bella.

Forse più bella di quella strega di Agata, ma per me era una pura sensazione estetica.

I miei pensieri su di lei non erano di certo gli stessi di Mario.

-Guarda quanto è altezzosa e fiera- commentò -Quelle così mi fanno impazzire! Vi giuro che per stare con una ragazza così piena di sé, sarei in grado di corteggiarla per due anni! Ci perderei la dignità! Ve lo assicuro- esclamò.

-L'hai già persa dicendo queste cazzate. E poi una come lei non guarderebbe mai un cane rognoso come te- gli risposi -E poi stai con Grazia, no?-

Mario non mi diede retta.

-Credo di essermi innamorato- disse a me e Bruno, guardando Rachele oltrepassare la piazza e salire le scale che portavano verso il quartiere in cui vivevano quelli ricchi come lei.

-Ti innamori venti volte al giorno- gli rispose Claudio, mettendogli davanti un posacenere.

Lo ringraziai con lo sguardo, sapendo avesse capito immediatamente perché mi fossi alzato.

-No, stavolta sul serio ragazzi, quella è un angelo sceso in terra! L'avete vista?- esclamò.

"La conosco e se gli angeli fossero così altezzosi, superbi e boriosi, il paradiso sarebbe un posto di merda" avrei voluto rispondergli, ma non lo feci per non farmi tormentare.

Mario si alzò in piedi, spocchioso, con la sua sigaretta tra le labbra, i suoi capelli scurissimi e ricci, un po' lunghi e ribelli. Li ravvivò, passandoci in mezzo la mano libera e ci guardò come per dirci "state a vedere".

Si sistemò meglio la sua canottiera dentro i jeans azzurri e si chiuse qualche bottone della camicia, prima di andare a passo spedito verso di lei.

-Mario!- lo chiamai, per dissuaderlo da qualsiasi cosa avesse in mente di fare.

Il ragazzo dai capelli grigi - COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora