12. Cosa vuoi che ti suoni?

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Cosa vuoi che ti suoni?

Pietro's POV

-Come mai già a casa?- mi chiese mio padre.

Era seduto sul gradino fuori alla porta d'entrata e fumava.

-Sono stanco- risposi.

-Così stanco da non aver voglia di stare con i tuoi amici?- alzò le sopracciglia folte.

-Mi si chiudevano gli occhi mentre giocavo a carte- mentii.

A papà venne da ridere.

-Dai, va a dormire. Buonanotte- mi diede un buffetto, poi mi lasciò passare.

-Buonanotte mamma- gridai per farmi sentire, non appena fui in corridoio.

-Sei già a casa?- mi chiese sorpresa, affacciandosi dalla cucina.

-Sono stanco- ripetei.

-Vai a riposarti allora. Buonanotte tesoro- tagliò corto, dandomi un bacio frettoloso, troppo concentrata a cucire ed ascoltare alla radio quel romanzo a puntate.

-Buonanotte- mi congedai.

Feci le scale di corsa e mi rifugiai nella mia stanza.

Mi levai le scarpe e i pantaloni e la maglia, poi m'infilai nel letto, dopo aver chiuso le imposte e aperto la finestra.

Ero stato per un'ora a Palazzo Specchi ad aspettare Lucio invano e la cosa mi aveva reso piuttosto nervoso.

C'era umido pazzesco e quella zona di sera era piuttosto inquietante.

M'ero andato solo perché sentivo le mie ossa chiedere pietà e perché al minimo rumore mi guardavo intorno spaventato.

L'ultima volta in cui lo avevo visto, Lucio era mezzo ubriaco.

Il fatto che non si fosse presentato al nostro appuntamento quotidiano mi dava da credere che fosse successo di nuovo.

Sbuffai, poi mi girai su un fianco.

Odiavo aspettare invano e odiavo ancora di più che non avesse provato a farmi sapere che non sarebbe venuto.

Avrebbe potuto dirlo a Nino o a Claudio e Giovanni e in un modo o nell'altro loro mi avrebbero avvisato.

Pensai che forse, per ripicca, avrei dovuto iniziare ad saltare i nostri appuntamenti pure io.

Peccato per me fosse qualcosa di inconcepibile!

Aspettavo tutto il giorno che arrivasse quel momento!

A lui invece non sembrava importare più di tanto di vedermi.

Non da quando aveva iniziato a frequentare la ragazza dai capelli rossi.

Forse aveva trovato amici della sua età con cui andarsi a divertire!

Mi rigirai ancora, scalciando le coperte per il troppo caldo, poi sospirai.

Ripensai ininterrottamente alle cose che mi aveva detto la sera prima e al modo in cui mi aveva accarezzato i capelli prima di andarsene.

Le sue attenzioni mi avevano messo in imbarazzo, ma non potevo fare a meno di pensare che fosse ubriaco e che anche Mario da sbronzo facesse cose stupide.

Lucio era fatto a modo suo ed io, forse, dovevo smettere di cercare un perché dietro ogni suo singolo gesto.

Lui era chissà dove a spassarsela e io nella mia stanza a tenere il muso perché non si era fatto vedere!

Il ragazzo dai capelli grigi - COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora