41. Niente sarebbe mai più stato come prima

197 36 41
                                    

Davide's POV

Nonostante io e Aldo fossimo andati a dormire molto tardi la sera prima, quella mattina mi svegliai che il sole non era ancora sorto.

Mi sentivo stanco e triste. Desideravo solo di riuscire a prendere nuovamente sonno, perché stare sveglio significava sentire le frasi di Roberta, di Rachele e quelle che il mio migliore amico aveva sussurrato a Filippo, ripetersi in un loop infinito nella mia testa e col buio tutti i problemi sembravano insormontabili.

Ogni singola parola mi pesava sul petto, come un macigno.

Mi sembrava di non essere in grado di respirare, ma sapevo avrei dovuto convivere per un po' con quella sensazione, perché non esisteva un modo facile per eliminare quei pensieri e quelle sensazioni. Per farlo, avrei dovuto parlare ad Aldo di ciò che stavo provando e non ero pronto, come del resto, lui non era pronto a starmi a sentire.

Non volevo pensasse male di me e provasse ad allontanarmi.

Non volevo perderlo.

Aldo era tutto ciò che avevo.

L'unica persona al mondo a cui importasse ancora di me.

Sospirai, stringendomi più forte a lui.

Avevo ancora un po' di tempo per starmene lì, al sicuro tra le sue braccia prima dell'inizio di un'altra giornata di merda.

Chiusi gli occhi e senza neppure accorgermene iniziai a chiedermi quando avessi cominciato a provare quell'attaccamento così forte a lui.

La prima immagine che mi tornò in mente risaliva a tanti anni prima.

C'eravamo io e Aldo, e lui cercava Filippo con lo sguardo, pur continuando a scherzare con me.

Ero stato io a presentarli e dal giorno loro non avevano mai smesso di aspettarsi.

Quando quei due erano nella stessa stanza, il mondo smetteva di girare.

Io ero felice per loro e sognavo qualcosa così anche per me.

Ad ogni cena, festa, passeggiata o giornata al mare, passavo il tempo a fantasticare, mentre loro non avevano tempo per nessuno, perché il loro scorreva a velocità diversa.

Io vedevo di nascosto Roberta, eppure continuavo in cuor mio a sperare sempre di poter vivere qualcosa di almeno lontanamente simile a ciò che c'era tra loro.

Mio padre, che era sempre stato un uomo dal grande intuito, dopo averli visti insieme, aveva iniziato ad insinuare fosse palese ci fosse qualcosa di strano nella loro amicizia.

Odiava sentirmi difenderli a spada tratta.

Io per quei due mi sarei fatto fare di tutto.

Per Aldo in particolare.

Se solo lui me lo avesse chiesto, io avrei ucciso per lui.

C'era stato un tempo in cui ero io a difendere Aldo.

Era stato prima che Roberta ed il mio essere uno stupido sognatore mi rovinassero la vita.

Pensai anche a tutte le volte in cui Aldo mi aveva parlato di quanto soffrisse all'idea di essere stato allontanato dal gruppo dei nostri vecchi amici. Quelli che conoscevamo da sempre, figli di amici di famiglia, con cui avevamo frequentato le scuole e passato le vacanze estive.

Nessuno lo invitava più da quando si vociferava su lui e Filippo.

Aldo era distrutto, ma non lo dava a vedere. Continuava a studiare e a camminare a testa alta nei corridoi della sua facoltà, senza né confermare né negare le voci che giravano sul suo conto e su quello di Filippo.

Il ragazzo dai capelli grigi - COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora