51. Il posto giusto

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Davi's POV

Pagai la corsa del taxi, poi, ancora molto scosso, entrai al circolo.

Controllai che ore fossero, sospirando, dopodiché mi avvicinai al bancone.

Simone alzò lo sguardo su di me, mantenendo la sua solita espressione seria.

Lasciò quello che stava facendo e mi raggiunse.

-Mi versi un doppio whiskey?- chiesi, ma il barista non mi diede retta.

Lasciò il suo posto e mi raggiunse dall'altro lato del bancone.

-Stai bene?- mi chiese, mostrandosi finalmente molto preoccupato per me.

Fu una sensazione piacevole.

Volevo disperatamente che a qualcuno importasse di cosa stavo provando!

Volevo essere importante!

Era per quel motivo che ero corso da Simone.

Sapevo lui mi avrebbe dato le attenzioni di cui avevo disperatamente bisogno.

Ciò di cui non mi rendevo conto era di quanto gli facessi male ogni volta.

-No- mi passai una mano sul lato del viso.

-Che succede?- mi poggiò le mani leggermente sotto le spalle, sulle braccia, in una specie di abbraccio a metà.

-Aldo- sussurrai, e mi venne di nuovo da piangere.

-Hey, ascoltami. Stacco fra un quarto d'ora. Se vuoi inizia ad andare nella mia stanza, okay?- disse, cercando le chiavi nelle tasche dei pantaloni neri che indossava.

-Tieni- me le mise in mano e poi me la fece chiudere a pugno con le sue -Io arrivo il prima possibile, okay?-

-Va bene- annuii.

Simone alzò la mano, come a volermi accarezzare il viso, ma si fermò e la riabbassò piano.

-Devo finire di mettere in ordine prima che finisca il mio turno- abbassò lo sguardo.

-Va bene-

-Vai, okay? Arrivo subito- mi promise.

Sospirai, poi gli diedi le spalle e camminai a passo svelto verso il corridoio che passava alle stanze.

Passai accanto alla scrivania del guardiano delle stanze, evitando di mostrare il mio volto.

Mi vergognavo di aver pianto così tanto.

-Davide!- mi sentii chiamare -Hey!-

Riconobbi la voce di Luca, motivo per cui continuai a camminare senza voltarmi.

L'ultima cosa di cui avevo bisogno era raccontare a quel ficcanaso che cazzo mi stesse succedendo.

Raggiunsi la porta della stanza di Simone e quando inserii le chiavi nella serratura, il ragazzo di Lucio smise di infastidirmi.

Si bloccò di colpo e rimase a fissarmi fino a quando non scomparii dentro la stanza e mi chiusi la porta alle spalle.

Mi levai la giacca e la buttai su una sedia, poi mi buttai sul letto e mi accesi una sigaretta.

Simone fu di parola ed un quarto d'ora dopo bussò alla porta della sua camera.

Mi alzai in piedi e gli aprii.

-Luca, quello nuovo, mi fissava!- alzò gli occhi al cielo -Ti ha visto entrare qui?- mi chiese.

-Beh, non c'era molto che potessi fare per nascondermi- alzai le spalle -Ha la scrivania all'inizio del corridoio!-

Il ragazzo dai capelli grigi - COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora