Ho imparato dal migliore
Davide's POV
Aprii la porta, pronto alla "camminata della vergogna".
Ne facevo più o meno tre alla settimana, ma a casa sembravano non essersi ancora abituati.
Provai a passare per il corridoio, senza farmi vedere, manco avessi di nuovo sedici anni e stessi tornando da uno dei miei appuntamenti con Roberta.
-Davide!- tuonò la voce di mio padre.
Chiusi gli occhi e sospirai, poi entrai in salone, sapendo fosse inutile provare a sgattaiolare in camera mia senza affrontalo.
Lui, mia madre e mia sorella Elena erano seduti attorno al tavolo, intenti a fare colazione.
Entrai nella stanza, fingendomi disinvolto.
Non ero dell'umore adatto per le loro critiche, ma non volevo darlo a vedere. Speravo che la mia faccia tosta riuscisse a togliere un po' di potere alle ferite che la mia famiglia mi avrebbe inferto.
-Dove sei stato?- mi chiese mio padre.
La sua espressione non era diversa da quella che vedevo ogni volta in cui tornavo a casa la mattina, ancora mezzo ubriaco.
-Da Aldo- risposi con nonchalance.
-Quel mezzo depravato!- sbottò mio padre -E quel cretino di mio fratello vorrebbe pure si sposasse con la meravigliosa Rachele!-
Feci finta di non aver sentito, per non ritrovarmi a discutere di nuovo con lui su quell'argomento.
Mi avvicinai al tavolo e stampai un bacio in fronte a mia madre, poi mi sporsi in avanti e rubai un panino dal piccolo cesto al centro del tavolo.
-Puzzi d'alcool- commentò lei, esasperata.
-Potrei essermi lasciato trasportare dalla smania di assaggiare tutta collezione di whiskey affumicati del circolo- le sorrisi.
Mia madre mi guardò sconsolata, mia sorella invece mi mostrò tutto il suo disprezzo.
-Sei la vergogna della famiglia- sussurrò.
-Preferisco considerarmi la pecora nera- le sorrisi, sporgendomi verso di lei e rubandole il bicchiere, colmo di spremuta d'arancia. Ne presi un sorso.
Mi sentivo la bocca impastata e la testa mi faceva male.
Nonostante avessi dormito come un sasso, mi sentivo stanco e senza forze.
-Se non ti ho ancora sbattuto fuori casa è perché ti mancano due esami alla laurea e non sopporto fare investimenti che non vadano a buon fine. Li devi dare entrambi entro la fine dell'anno. Mi hai capito, Davide?-
Ecco ciò che ero per lui.
Un investimento.
Non un figlio sull'orlo di una crisi di pianto.
-Sta tranquillo, papà - gli regalai un altro sorriso, poggiando il bicchiere sul tavolo -Entro un anno mi vedrai con un bel camice bianco addosso a fare ciò che ho sempre desiderato fare!- ironizzai.
-Non cominciare con questa storia!- mi minacciò -Se avessimo dovuto ascoltare quali fossero le tue aspirazioni, saresti uno squallido poeta da quattro soldi-
-Hai ragione, papà! Per fortuna ci sei tu nella mia vita a portarmi sulla retta via! E sai che ti dico? Che oggi mi sento così in forma che ho proprio voglia di studiare!- esclamai, con fare canzonatorio, girandomi di spalle per andare in camera mia.
-Sarai il medico più pericoloso sulla faccia della terra- commentò Elena -A patto che tu riesca a diventarlo!-
Mi fermai di colpo e strinsi i pugni, perché accettavo mi si dicesse di tutto, ma non quello, perché anche se mi era costato studiare qualcosa che odiavo, lo avevo fatto seriamente.
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Il ragazzo dai capelli grigi - COMPLETA
RomancePietro, come tutti i pomeriggi, si trova nella piazzetta del suo quartiere a leggere i suoi amati libri fantasy e, mentre se ne sta seduto all'ombra del solito albero, Lucio, con i suoi capelli grigi, irrompe nella sua vita monotona per portare scom...