26. Al tuo fianco

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Lucio's POV

-Hai bisogno che faccia qualcos'altro?- chiesi a mio padre -Potrei iniziare a preparare la cena- mi proposi.

Lui scosse la testa e sorrise.

-No, non ti preoccupare, c'è tempo- disse.

-Sei sicuro?- insistetti -Non c'è qualcos'altro da fare?-

Papà finì di sistemare le lenzuola appena lavate sul filo, poi si girò verso di me.

-Per ora abbiamo finito. Perché non provi a rilassarti un po'?- mi chiese, ed io per poco non diedi di matto.

Mi accesi una sigaretta e provai a calmarmi, allontanandomi un po'.

A volte mi chiedevo se fosse davvero così difficile capire come mi sentivo.

Mi passai una mano tra i capelli e rinunciai ad incazzarmi ancora.

Sarebbe stato controproducente.

Spensi la sigaretta, entrai in cucina e mi versai un bicchiere d'acqua, poi mi sedetti vicino al tavolo e sospirai, guardando che ore fossero.

Avrei voluto suonare, per tenermi la testa occupata, ma mia madre era impegnata in una lezione di teoria in giardino e non potevo disturbare.

Luca non c'era, o avrei approfittato del fatto che mia madre avesse da fare, per starmene stretto a lui e baciarlo, magari nascosto in camera mia. Il mio ragazzo era uscito con Davide, il cugino di Rachele, perché quest'ultimo si era detto preoccupato per il suo occhio e l'aveva convinto a farsi visitare da un suo zio.

Ero molto in pensiero per lui, anche se cercavo di non darlo a vedere.

Mi sentivo in colpa per non aver insistito affinché si facesse visitare prima e per non averlo accompagnato. Sapevo ai miei genitori non piacesse più di tanto l'idea che mi dimostrassi preoccupato per Luca davanti agli altri. Temevano che qualcuno potesse capire cosa c'era tra noi e rovinarci di nuovo l'esistenza.

Io, d'altro canto, non sopportavo di stare lontano dal mio ragazzo, o ancora, non esserci in situazioni come quella. Ci eravamo appena ritrovati, ma mi rendevo conto che, in quel momento, evitare di indispettire i miei genitori era tutto ciò che potessi fare per continuare ad avere Luca con me.

Aspettavo con ansia che tornasse a casa e ancora di più che si facesse buio per poter sgattaiolare nella sua stanza e ripetergli che lo amavo e che mi dispiaceva.

In quell'esatto momento, mio padre tornò in cucina con la cesta dei panni.

-Perché sei qui? Hai fame?- mi chiese.

Scossi la testa.

-Aspetto Luca- risposi, sperando che almeno così avrebbe capito.

-Sei preoccupato?- domandò, posando a terra la cesta e sedendosi accanto a me.

-Un pochino. Davi ha detto che era importante accertarsi fosse tutto a posto. E mi sento in colpa, perché è stato lui ad insistere affinché si facesse controllare e non io. Ero preoccupato...ma Luca mi ha sempre detto che stava bene...e a volte mi chiedo se faccio abbastanza per lui- sussurrai, cercando lo sguardo di mio padre.

-Luca sa che, anche se non sei fisicamente con lui, lo stai pensando- mi accarezzò una spalla.

-Tu credi?-

-Certo tesoro- sorrise -Dopo tutto quello che avete passato, non sarà di certo non essere presente ad una visita medica a rovinare quello che c'è tra voi-

-Io voglio Luca non si senta solo neppure un secondo- sospirai -Ma a volte ho l'impressione...-

-Luca non si sente solo- provò a tranquillizzarmi mio padre, parlandomi sopra.

Il ragazzo dai capelli grigi - COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora