43. Non mi sposo più, no?

203 28 73
                                    

Luca's POV

Controllai l'orario, esultando internamente quando mi accorsi fosse finalmente ora di pranzo.

Tamburellai sul piano di quella specie di reception in cui stavo seduto da quando era stato Marco ad allontanarsi per poter mangiare.

Sperai tornasse presto, perché sentivo brontolare il mio stomaco da almeno una mezzora e avevo sentito vociferare i ragazzi della portineria che a pranzo ci fossero gli gnocchi.

Mia nonna li faceva ogni domenica quando ero piccolo. Li condiva con sugo di pomodoro fresco e mozzarella.

Era passato un secolo dall'ultima volta in cui li avevo mangiati!

Il responsabile, per fortuna non tardò a tornare.

Gli sorrisi, alzandomi in piedi in una specie di scatto di felicità.

Marco, che se ne stava sempre tutto serio, mi fece un piccolo sorriso, poi prese il mio posto.

-Sii puntuale- disse.

Annuii, senza perdere il buonumore.

-Ci vediamo dopo- lo salutai, dirigendomi poi a passo svelto verso la sala grande.

Feci una tappa in bagno, per lavarmi le mani e sciacquarmi il viso, poi mi avvicinai al lato del bancone e mentre aspettavo che qualcuno si avvicinasse a prendere il mio ordine, mi voltai verso la lavagnetta, per accertarmi che gli gnocchi fossero sul menù.

Sentii l'ennesimo moto di felicità della giornata partirmi nel petto quando vidi le sette lettere che componevano quella parola scritte elegantemente sullo sfondo nero.

Mentre decidevo con quale secondo accompagnarli, sentii la voce scocciata di Simone rivolgersi a me.

-Che vuoi oggi?- mi chiese, tenendo il solito taccuino in mano.

-Gli gnocchi- gli sorrisi -Riempili di parmigiano, per favore-

-Non li faccio io i piatti- mi rispose -Che vuoi per secondo?-

-Prendo le cosce di pollo e l'insalata mista- dissi, demoralizzato.

-Bene- mi rispose, annoiato.

-Senti, sai dirmi se è possibile bere qualcosa che non sia acqua per pranzo?- gli chiesi.

-E cosa vorresti?- mi guardò come se fossi un dannato insolente.

-Un bicchiere di vino- dissi -Anzi, mi basta un sorso!-

-Sei una specie di ubriacone?- mi chiese, con quella sua faccia da schiaffi.

-C-cosa? E perché mai?- chiesi, deluso.

-Mi stai chiedendo di darti da bere con disperazione durante una pausa pranzo- mi guardò con quei suoi occhi scuri e giudicanti.

-Ti ho chiesto un sorso di vino, mica di prepararmi un negroni!- sbottai.

Simone non rispose.

-Gli gnocchi mi ricordano il pranzo della domenica a casa di mia nonna!- esclamai -Li sto aspettando da stamattina, quando, mentre portavo fuori le ceste della biancheria, ho sentito i ragazzi della portineria dire che sarebbero stati sul menù di oggi. Se non me lo puoi dare il dannato bicchiere di vino, non fa nulla. Ma non giudicarmi. Volevo solo godermi i miei stupidi gnocchi- gli risposi, stizzito.

-Sta calmo, ragazzino. Non era mia intenzione offenderti. Non pensavo fossi così suscettibile. Non mi hai mai fatto una buona impressione. Devo accertarmi tu non sia un pericolo per questo posto. Oggi ti vedo stranamente euforico e mi sono insospettito. E poi sei amico di Davide Rizzoli- alzò le spalle.

Il ragazzo dai capelli grigi - COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora