Estate 1976
Pietro's POV
-Allora ci vediamo dopo!- salutai i miei amici raccogliendo il mio portafogli e tutte le altre cose che mi ero levato dalle tasche mentre giocavo a pallone.
-A dopo!- risposero in coro, per poi riprendere a correre verso la porta improvvisata in cui Antonio, il più alto e robusto di noi, si atteggiava a portiere.
Prima di riallacciarmelo al polso, controllai l'orologio, scoprendo fosse quasi ora di cena.
Accelerai il passo, consapevole di non poter arrivare a casa in ritardo.
Per i miei genitori i pasti erano qualcosa di sacrosanto. Una sorta di momento imperdibile da dedicare alla famiglia.
Saltare la cena con loro non era una delle opzioni.
Mio padre non si arrabbiava più come prima quando facevo tardi o mi vedeva uscire anche dopo cena.
Aveva smesso di considerarmi un ragazzino.
Ascoltava i racconti dei miei pomeriggi e delle mie serate estive, ovviamente censurati meticolosamente da ogni dettaglio che potesse essere fonte di rimprovero, senza borbottare.
Non gli avevo mai parlato loro dei nostri bagni al fiume o delle notti in cui per sfida, a turno entravamo in una casa abbandonata leggermente fuori dal nostro quartiere.
Di tutti i vetri e i vasi rotti giocando a pallone.
Della fuga al mare e di quel pomeriggio con Lucio.
E nemmeno di quella volta in cui Mario, aveva rubato una torta intera dal davanzale di una finestra, raccontando l'avesse fatta sua madre per noi, svelando solo durante la digestione la vera origine di quell'inaspettato "gesto di gentilezza".
Ero quasi arrivato a casa, quando girando l'angolo mi scontrai con un ragazzo.
L'impatto fu talmente forte che finii rovinosamente col sedere per terra.
-Guarda dove metti i piedi, imbranato!- gridò l'altro, scocciato.
-M-mi dispiace!- balbettai.
Alzai lo sguardo pronto a scusarmi ancora, ma rimasi senza parole non appena notai di chi si trattasse.
-L-Lucio!- esclamai entusiasta, scattando subito in piedi.
Il ragazzo dopo un attimo di titubanza, mi guardò male.
Io invece studiai ogni singolo particolare del suo viso e vi lessi la sorpresa che stava cercando di mascherare in ogni modo.
Lucio era cresciuto, ma era ancora davvero molto, molto bello.
I suoi lineamenti spigolosi e perfetti erano ancora più regali ed eleganti. I suoi occhi chiari, infondevano uno strano senso di smarrimento e irrequietezza.
Era leggermente più alto rispetto all'anno prima. Indossava una maglietta bianca a righe rosse, un jeans chiaro e un paio di scarpe di tela bianca.
I suoi capelli non erano più grigi, però.
-Davvero non ti ricordi di me? Sono Pietro!- dissi pulendomi le mani dalla sabbia che vi era rimasta incollata in seguito alla caduta.
-Siamo andati al mare insieme l'anno scorso...- continuai non più sicuro che si trattasse effettivamente di lui.
La sua espressione era così fredda da essere in grado di farmi dubitare di qualcosa di cui ero fortemente sicuro.
-Senti, non ho idea di chi tu sia. Non credo di conoscerti e non ho tempo da perdere-
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Il ragazzo dai capelli grigi - COMPLETA
RomancePietro, come tutti i pomeriggi, si trova nella piazzetta del suo quartiere a leggere i suoi amati libri fantasy e, mentre se ne sta seduto all'ombra del solito albero, Lucio, con i suoi capelli grigi, irrompe nella sua vita monotona per portare scom...