69. La festa di laurea

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5 anni dopo

Luglio 1981

Lucio's POV

-Come sto?- chiesi a Claudio.

-Sei bellissimo, come sempre, amore mio- mi sorrise, prima di lasciarmi un bacio dolcissimo sulle labbra.

-Anche tu sei perfetto- gli accarezzai il petto, sistemandogli meglio il colletto della camicia azzurra che aveva indossato.

Claudio sorrise ed i suoi occhi si ridussero a due fessure.

Si sporse di nuovo verso di me, attirandomi a sé e mi baciò in maniera più audace, ed io risi, cercando di sottrarmi.

-Eddai!- si lamentò lui.

-Arriveremo in ritardo alla laurea di Davi! Aldo non ce lo perdonerebbe mai e poi mai!-

Lui sbuffò, poi annuì, afferrando la sua giacca.

Claudio uscì per primo dall'appartamento, io invece controllai di aver lasciato tutto in ordine, poi chiusi la porta a chiave e raggiunsi il mio compagno, che si era acceso una sigaretta, standosene in piedi vicino alla mia macchina.

-Fa un caldo cane- si lamentò.

-Se vuoi fare il politico, ti dovrai abituare ad andare in giro con il completo anche in piena estate- gli risposi, divertito.

Claudio mi sorrise, prima di portarsi di nuovo la sigaretta alle labbra.

Feci il giro della mia Fiat 126 bianca e aprii lo sportello ed il mio ragazzo fece lo stesso, prendendo posto accanto a me.

-Abbassa il finestrino- mi ricordò, mentre mettevo in moto.

-Passami una sigaretta- sorrisi e Claudio mi accontentò. L'accesi, poi uscii dal parcheggio e intrapresi la strada che ci avrebbe portato verso la parte alta della città, dove si trovava la Facoltà di Medicina.

-Chissà che emozione deve essere laurearsi- sussurrò il mio compagno, pensieroso.

-Dai, che sarai il prossimo!- gli sorrisi.

-Lo spero tanto!- esclamò, portandosi di nuovo la sigaretta alle labbra.

Io gli sorrisi ancora.

Non perdevo occasione per dirgli che ero infinitamente orgoglioso di lui.

Claudio era sempre stato molto modesto ed era una delle qualità che più apprezzavo di lui. Stavamo da poco insieme quando si era iscritto di nascosto alla Facoltà di Scienze Politiche. Lo aveva detto ai suoi a cose fatte, mostrando loro il libretto in cui comparivano i primi esami che aveva brillantemente sostenuto. Non era stato facile per lui dedicare del tempo allo studio, continuando a lavorare al bar. Poco dopo, inoltre, Claudio era diventato membro del PCI e frequentava spesso i suoi compagni di partito, tra cui figurava Marco, uno dei ragazzi che lavorava per Aldo.

Io, in quegli anni, mi ero dedicato ad insegnare pianoforte e non appena avevo iniziato a guadagnare bene, avevo affittato un piccolo appartamento in un quartiere residenziale appena fuori dal centro e mi ero comprato un piano tutto mio. Nel tempo libero continuavo a comporre le mie adorate colonne sonore, pur sapendo non avrebbero mai visto la luce.

I miei genitori e Claudio non avevano mai smesso di incoraggiarmi a continuare a dedicarmi a ciò che più mi piaceva, nonostante essere notato nella città in cui vivevo fosse pura fantascienza.

Sorrisi, pensando la mia vita fosse comunque molto bella.

I rapporti con i miei si erano appianati e avevano accettato a pieno Claudio nella nostra famiglia. Avevo un bel lavoro e una bella casa ed ero circondato dai miei amici, che avevano finalmente reso quella città il mio posto nel mondo.

Il ragazzo dai capelli grigi - COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora