73. Pescecani

180 25 53
                                    

Grazie per le 10000 visualizzazioni ❤️

Lucio's POV

Se avessi continuato a suonare in quel modo, probabilmente i vicini si sarebbero lamentati, vista l'ora.

Ero nervoso e non sapevo come altro sfogarmi.

Era la seconda volta nel giro di pochi giorni in cui Claudio preferiva la compagnia di Pietro alla mia.

Mi aveva spiegato come mai avesse deciso di accompagnare il mio ex amico a quella lettura di poesie ed io non avevo fatto storie, spiegandogli avessi compreso la situazione, eppure c'era una parte di me che mi urlava di non poter star tranquillo.

Sentivo che in qualche modo Claudio si stesse allontanando da me, ma non capivo da dove provenisse quella paura, perché il mio ragazzo era lo stesso di sempre e mi amava nello stesso modo di sempre.

Mentre pensavo quelle cose, le lacrime avevano iniziato a rigarmi le guance, perché non mi sentivo così spaventato e frustrato da quando stavo con Luca.

-Cos'è cambiato?- mi chiesi, smettendo di suonare in maniera brusca e portandomi le mani agli occhi.

Singhiozzai, poi per non scordare quella melodia, mi obbligai a scrivere sul quaderno pentagrammato.

Le mie musiche migliori erano nate da momenti di crisi come quello che stavo vivendo.

Non capivo neppure io come mi fossi ritrovato a piangere in quel modo.

Mi chiesi se fosse giusto uscire e raggiungere gli altri, ma pur di non sentirmi chiedere dove fosse Claudio, decisi di perdermi il concerto di quella band che tanto mi piaceva.

Passò mezzora prima che il mio telefono iniziasse a suonare in maniera insistente.

Mi alzai a rispondere, preoccupato.

Speravo fosse Claudio per chiedermi di raggiungerlo, ma quando alzai la cornetta, sentii la voce di Agata.

-Dove sei?!- sbuffò.

-A casa, visto che ti ho risposto- risposi, sarcastico.

-Ti aspetto da un secolo! Che fine hai fatto? Vuoi che ti mandi un taxi? Mi avevi promesso ci saremmo visti!-

-Non mi va di uscire, scusami. Avrei dovuto avvisarti- mi limitai a dire, chiedendomi se fosse giusto sfogarmi con lei e parlarle delle mie paure.

"Magari è tutto nella mia testa" mi dissi.

-Che hai?- mi chiese la rossa, capendo ci fosse qualcosa che non andava.

-Sto componendo e mi sento super ispirato. Ho perso la cognizione del tempo. Perdonami- sussurrai, dicendo una mezza verità.

-E per comporre, devi sempre stare uno schifo?- mi chiese.

Sospirai, chiedendomi se si potesse sentire ciò che provavo attraverso la mia voce.

-No- risposi –In questi anni ho composto tanto anche quando ero felice- dissi, portandomi di nuovo la mano libera al viso.

-Vuoi che venga lì?- mi chiese Agata, preoccupata.

-No, non voglio tu ti perda il concerto e la possibilità di passare del tempo con gli altri! Non li vedevi da mesi!- dissi.

-Al massimo mi perderò Rachele che si annoia e Aldo che fuma mentre tiene Davi stretto a sé. Niente che non abbia già visto- scherzò.

-Va bene allora- sussurrai.

-Porto anche una bottiglia di vino?- mi chiese.

-Meglio di no- risposi.

Il ragazzo dai capelli grigi - COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora