37- La donazione di Costantino

84 5 18
                                    

"Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre,
non la tua conversion, ma quella dote
che da te prese il primo ricco patre!»."

Inferno, Canto XIX
"La donazione di Costantino"
- Dante

P.O.V.
Cedric

Tento di respirare con la calma sufficiente e tale da permettermi anche di ragionare lucidamente, dentro questo mondo che sembra cadere a pezzi come rovine di un antico tempio, ricco di nuove crepe.

Afferro il telefono e compongo un numero conosciuto a memoria.
Solitamente, i bambini imparano le cifre appartenenti al telefono dei loro genitori o chi da chiamare nel caso di un'emergenza.
A me, invece, è stato comandato di ricordarmi a mente solo questo visto che, in caso di vera catastrofe, può essere il solo capace di tirarci fuori.
Ecco quindi che la chiamata si mostra in linea e dall'altra parte dello schermo mi risponde il nostro commercialista.

«Signor Freadan, buongiorno. Come sta?»

«Tutto bene, Cedric, tutto bene. Per cosa chiami?»

«Avrei bisogno di una cifra indicativa dell'importo sul nostro conto corrente e anche di un quadro generale che ne indichi le falle. Odierne e di qualsiasi retaggio che gli è rimasto in archivio.»

«Intende cercare un importo in particolare?» Commenta con voce stentata, quasi tremante.

Poso la mano contro il tavolo, tentando un approccio di stabilità in questa follia. Tanto vale essere diretti.

«Freadan, sarò il più chiaro possibile. Ha idea su quale dei nostri fondi mia nonna, Zelda, possa aver allungato le mani rubando una discreta somma? Non le chiedo molto, no?»

«Non ricordo alcun'azione del genere.»

«La prego di pensarci davvero, è importante.»

L'esortazione che gli rivolgo è diretta all'amico di famiglia presente a tutte le nostre cene importanti e forse è per questo tipo di legame, tra di noi, che nonostante lo avverta esitante, con la voce sempre più rauca dirigersi in un tono assottigliato, riesco a ricevere indietro un'importante verità.

«Non avrei voluto dirtelo in questo modo ma... tuo nonno ti ha lasciato un fondo, Cedric, e non avendo nei registri alcuna sorta di importante trasferimento se pensi che tua nonna abbia preso qualcosa temo l'abbia fatto da lì.»

I denti mi si stringono nella rabbia.

«Vi può accedere?»

«Tuo nonno l'aveva resa tuo tutore fino alla maggiore età.»

«Lei? Perché non i miei genitori?»

«Forse non te ne ricorderai... ma quando eri un bambino tu e lei eravate molto legati.»

No, non voglio ricordarlo. Quello che desidero rammentare, invece, è il tradimento che ha rivolto a mio nonno e tutte quelle ore che loro due passavano a discutere. Questa è la verità. Credere di averle voluto bene un tempo è quantomeno impossibile da immaginare... ma in fondo i cuori dei bambini sono sempre i più puri. Devo avere visto qualcosa in lei, in quegli anni di innocenza, e lei dal canto suo deve avermi trasmesso parte del suo pessimo carattere dentro quei gesti d'amore, agli occhi degli altri, che pareva rivolgermi.

«Ti è possibile verificare quel conto corrente?»

«Farò quanto posso ma dovresti parlare anche con tua nonna.»

«D'accordo, Freadan, grazie.»

«A presto.»

Quando termino la chiamata sono sorpreso di scoprire che anche la rabbia, in parte, è scemata. Probabilmente perché la mia testa sembra già essere in grado di accettare un tradimento del genere, senza particolare disprezzo.

Fumo negli occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora