P.O.V.
HalimaTento di governare il respiro ed il contatto con Issa riesce ad essermi di aiuto.
«Calmati, nigeriana. Ci sono qui io, ora, siamo al sicuro, in questa casa. Calma...»
«Ho visto quell'uomo» gemo senza fiato, stringendo il pugno contenente i suoi vestiti per poter trovare un appiglio alle vesti del fratello che mi è affianco.
«Quale uomo?»
«Tabansi... l'uomo al quale sono stata promessa in sposa.»
Issa tace per lunghi istanti, continuando però ad accarezzarmi leggero la schiena. «Sei sicura di averlo fatto?» Mi domanda, ben sapendo dei miei incubi.
«Era proprio di fronte a me, sulla piazza del mercato.»
Rievocarlo genera in me la stessa privazione di fiato subita affacciandomi a quel pozzo alla Garcia, solo che questa volta l'immagine è tanto reale da affiancarvi la nausea.
Si è manifestato di fronte ai miei occhi nella stessa chiarezza dei miei ricordi ed è solo a distanza di tempo da quell'istante che mi rendo conto quanto altro la mia mente abbia immagazzinato della sua presenza. Il profumo che aveva indosso, una spezia tanto forte da somigliare all'incenso, in una combinazione aspra con del muschio.
Un sapore violento che si infrange contro la persona che lo riceve addosso, a manifestazione di forza che va oltre le sue azioni o le sue parole, nonostante queste ultime continuino a rimbombarmi in testa.«Non pensarci, adesso. Ti prego. Sono con te, Halima... non ti lascio, ti proteggo, te lo prometto.»
Le parole sussurrate di Issa, vicino al mio orecchio, però riescono a cancellare un simile orrore, ridestando in me quell'istinto di sopravvivenza e di calore che mi ha resa tanto combattiva quanto caparbia. Perché è vero, siamo insieme. Stretti in un abbraccio non può raggiungermi. Non può toccarmi. Non può avermi. Perché non mi ha mai avuta.
P.O.V.
AmyAbituarsi ad una routine significa cogliere nell'aria segnali di mutazione di determinati eventi. Non sono bene in grado di definire da cosa questa percezione possa scaturire ma c'è uno strano fermento ed i miei occhi lo catturano.
«Frederick, sai che cosa sta succedendo?» Chiamo in causa l'uomo al mio fianco, a corrente di una strana quantità di eventi all'interno di questo posto.
Lo vedo sollevare la testa, per spiare lo stesso punto all'orizzonte sul quale i miei occhi si erano soffermati, adagiandosi nella classica posa che assumono tutti i lavorati nell'interazione con un momento di pausa.
«Non ne ho davvero idea» commenta e ciò genera maggiormente il mio sospetto.
«Torno subito» gli dico, posando gli attrezzi per la coltivazione e pulendomi su una lato della maglietta le mani, per poi vederlo annuire.
Occorre molto tempo, trascorso nell'incedere, prima che possa rendersi visibile il profilo di alcuni volti. Nonostante l'abitudine alla percezione di questi paesaggi la sorpresa non manca mai nel trovarsi a pensare, percorrendoli, alla grandezza che rivestono, tale da attardare ogni tua mossa, posticipando l'unità del tempo.
Non appena noto Ercole con la testa all'indietro e Lèa di fronte a lui che parla tentando di farlo ragionare, però, non penso ad altro che a ciò che può essere successo ma non trovando risposte sono costretta a rendermi parte dei loro discorsi.
«Che cosa succede?» Chiedo, sopraggiungendo tra di loro ed avendo notato la preoccupazione che aleggia come polvere.
Lèa tace, non volendo usare contro di me le parole sgraziate che Ercole pronuncia poco dopo.
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Fumo negli occhi
Romance[COMPLETO] *Tutti i diritti riservati* (Certificazione Patamu) In un South Side ricco di polvere e caos serpeggia la speranza delle anime pure di trovare presto una redenzione, da peccati commessi e da violenze subite, attraverso la continua ricerc...