83- Tra i denti dei leoni

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P.O.V.
Francis

Riavvolgo il nastro. Le immagini tornano indietro in una retrocessione veloce.
Rivedo la piazzola. L'ombra dei pochi alberi. La sua pistola puntata contro.
Osservo di nuovo il sorriso di William mentre tendeva la mano a Rais. La sicurezza con la quale quest'ultimo lo ha richiesto come scorta. La concessione di Carlail.

Una sensazione oscura e sporca annerisce l'immagini quasi fossero proiezioni di un cinema che sta andando a fuoco. Pellicola difettata. Una macchia, al bordo dell'immagine, che si ingrandisce sempre di più fino a risucchiare l'intera scena.

«Francis! Nel mio ufficio, ora.»

«Sì, capitano.»

Dove era l'errore? Lo rintraccio nella memoria mentre cammino per la centrale. In che punto il fuoco aveva corroso l'immagine?

«Chiudi la porta alle tue spalle, nessuno deve sentirci.»

Per quale motivo proprio lui? Perché non aveva lottato per sapere il segreto che io e Carlail condividiamo, se davvero non voleva abbandonare il mio fianco?

«Francis, ci sei?!»

Mi riscuoto dal torpore delle mie domande interiori fissando gli occhi pieni di collera di Carlail. Senza accorgermene, l'ho seguito nell'unica stanza dell'intero distretto che abbiamo potuto controllare e che risulta esente da microfoni o qualsiasi altro strumento tecnologico da spionaggio.

«Sì, capitano, mi scusi.»

«Rimani concentrato, non possiamo permetterci che tu fallisca.»

«Il messaggio è arrivato a destinazione?»

«Sì, il nostro informatore ce lo ha confermato. Come diavolo ti è venuta l'idea del matrimonio e di setacciare il controllo di tutti gli ordini per una simile festa, al momento, in modo da trovare la casa alla quale sono stati spediti?»

«Perché Samuel si è sempre vergognato di ammetterlo, specie a lei che le ha fatto da mentore... ma è innamorato di Dalia, in un modo tutto suo. Giusto, sbagliato che fosse, la ama tanto da ricadere nei solito sbagli» commento, avvertendo la mente imboccare di nuovo la strada che poco prima si era prefissata.

Deraglio il suo percorso di colpo, tentando di rimanere presente in questa stanza priva persino di finestre.

«Qualunque siano i suoi sbagli, ci hanno permesso di rintracciarli. Prima d'ora riuscivamo a comunicare con lui solo attraverso incontri esterni e durava settimane il pattugliamento, sotto copertura, delle strade. Samuel non è mai riuscito a dirci l'indirizzo della casa, perché l'autista cambiava percorso costantemente e la città gli è tutt'ora completamente estranea. Hai avuto una brillante idea, ragazzo.»

«Questo è solo l'inizio. Presto la Ester si insospettirà e farà in modo di controllare che non si tratti di una bugia... almeno che non lo abbia già scoperto.»

Carlail sgrana gli occhi, impreparato da questa possibilità. «Credi che sia possibile? Ma hai detto che si fidava!»

«Può farlo, ora che è tornato sotto il suo controllo ma non dovremo sottovalutare l'idea che non abbia mai spesso di crederlo sotto copertura. Dobbiamo essere cauti, tutti noi, e darle almeno motivo di farle credere che non lo sia più. Se rimane l'amore per l'uomo dimenticherà gli errori del poliziotto.»

«Come puoi dirlo con una simile certezza?»

«Perché io e lei abbiamo parlato, Carlail, un giorno tramite un telefono pubblico. Per molto tempo ho ripensato a quella conversazione, al suo tono di voce... ed ho capito che stesse fingendo preoccupazione. Non è una donna incauta. Non una persona che è in grado di ostacolare Samuel, sia pure per amore o quant'altro: è astuta e incline ad ottenere indietro ciò che crede di dover possedere... ma c'è altro.»

Fumo negli occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora