56- La colpevolezza degli assassini

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P.O.V.
Cedric

Dal portone di casa mi raggiungono pesanti colpi che richiamano la mia attenzione in direzione dell'ingresso. Mi avvicino veloce, per evitare che si ripetano, ma l'impazienza si trova dall'altro lato della barricata e continua a far rimbombare la sua ritmica, colpendo ripetutamente in risposta.

Quando la spalanco sospiro e mi arrendo alla figura che mi trovo di fronte, immaginando non potesse trattarsi di nessun altro.

«Francis...»

«Dobbiamo parlare.»

«Lo avevo capito dal tuo modo di bussare.»

Nemmeno aspetta che glielo suggerisca. Si fa strada dentro la mia nuova casa e sembra come a caccia di indizi in direzione dell'intorno.

«Cerchi qualcosa?» Chiedo, tenendo le braccia conserte di fronte la sua ansia.

«Questa è casa di tuo nonno?»

«Sì.»

«Come è morto?»

Per un attimo tento di non fare caso alla coincidenza della sua richiesta, avendo scoperto solo di recente, grazie a Zelda, la verità.

«Mia nonna mi ha raccontato che è stato ucciso in un vicolo, a notte fonda. Accoltellato con tre colpi alla schiena.»

Francis si arresta solo un attimo nella ricerca, sfoggiando negli occhi come una consapevolezza.

«Perché me lo domandi?» Richiedo una risposta che possa giustificare la sua impazienza di mettere a ferro e fuoco questo posto, a caccia di inizi che si augura non siano stati corrosi dal tempo.

«Perché credo di sapere chi lo ha ucciso, e ho bisogno del tuo aiuto per incastrarlo.»

P.O.V.
Halima

Pochi aggettivi descriverebbero Issa in questo momento, e credo che "strano" possa essere il solo tra essi.
Da lunghe ore non fa altro che ruotare lo sguardo intorno, quasi come se si sentisse osservato, ma sono certa che non si tratti di paura.

Issa non teme niente quanto gli scenari peggiori che può proporgli la mente, e vederlo indossare certe vesti è sconcertante vista la contrapposizione che hanno del ragazzo solare con il quale ho imparato a convivere.

Da che lo conosco non c'è mai un giorno che trascorra senza una sua tempesta di battute, e nei primi tempi era sfiancante sopportarlo, lo ammento, ma ora scopro che certi nostri momenti mi mancano.

«Issa... va tutto bene?»

«Tutto bene, ho solo una strana sensazione.»

«Che tipo di sensazione?»

Si stringe nelle spalle. «Solo una sensazione.» Non indago oltre, lasciandogli il tempo di scegliere da solo quale percorso mentale assecondare. «Dove sei assegnata, oggi?»

«Ai campi di lavanda. O meglio a quel casolare, Cedric mi ha chiesto se posso mettere in ordine dei registri.»

«Quindi staremo lontani» commenta, fissandomi dritto negli occhi. In un primo momento non comprendo il suo umore, ma quando lo faccio arrivo ad abbassare le spalle dopo un sussulto di incredulità.

«Issa, non mi capiterà niente! Al diavolo le tue sensazioni!»

«Dici così, ma non sai quante volte ho avuto ragione.»

«Sì, come no, hai il dono della veggenza.»

«Quando dovrai raggiungere il capanno?»

«Tra circa un quarto d'ora. Il tempo per gli altri di finire di mettere apposto le casse di vino all'interno.»

Fumo negli occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora