Nove mesi dopo
P.O.V.
FrancisUn ricordo serpeggia nella mia memoria dentro quest'ora tarda della mattina, che ancora si assimila alla notte nella cromia di una mescolanza celeste di sfumature contrastanti, ed è un immagine, un particolare indistinto, un oggetto della mia stanza.
Ricordo quell'oggetto, sopra il mio comodino nel South Side, come l'ultima cosa ogni notte che fissavo prima di addormentarmi.Quando la sveglia suona in comunitaria ed apro del tutto gli occhi, un silenzio astrale preannuncia la discesa dei miei commilitoni dai letti seguito dal vuoto totale che l'incoscienza detta nel perdersi con gli occhi lontano.
Non vi è alcun mobile al mio fianco, nessun oggetto personale che possa ricordarmi casa mia, ormai dispersa nella mente e confusa dentro l'in appartenenza dei sogni, eppure una nuova realtà vi si affianca, assieme ad un complesso di nuovi volti ed abitudini.
«Adesso chi lo sveglia Gerard prima che il capo stanza arrivi da noi?»
«Non guardate me! Io me ne sono occupato ieri.»
Le voci si sovrappongo l'una all'altra e si incastrano nello spazio rimbalzando tra i ferri dei nostri letti a castello dentro queste camerate che condividiamo senza alcuna privacy.
Disteso lungo il materasso, osservo Nasir procedere verso le docce con lo stesso sguardo stanco che sfoggia ogni mattina. Mi domando se sarà pronto per l'ispezione delle sette e mezza del generale. Dopodiché noto Vincent e Russel seguire il nostro amico iraniano in direzione dei bagni comuni, prima di decidere di occuparsi per primi dell'uniforme.Gareth è ancora a letto, ad occhi chiusi, nel materasso a pochi passi dal mio.
Scorro le mani lungo il volto, alla ricerca della giusta forza per affrontare questa giornata. La trovo, rialzandomi, nel pacchetto di sigarette che affianca il mio cuscino visto l'uso eccessivo che ne sto facendo in questi giorni.
Apro lo zippo dell'accendino e lascio la fiamma abbrustolire la carta mentre osservo parte del mio plotone procedere per i riti mattutini.
Anche in queste cose vi è una gerarchia e solitamente la calma riesce a premiare solo i soldati mentalmente organizzati. Come me, e come Gareth.Osservo il suo profilo dormiente, soffermandomi su quel naso aquilino che mostra la rottura del suo lineare profilo, riflettendo sui postumi della serata che ci siamo lasciati alle spalle.
Abbiamo imparato a ricavarci i nostri spazi, all'interno del sancito ordine militare delle giornate, limitando le nostre scappatelle a quelle poche ore serali che anticipano il contrappello della notte.Le nostre risate, mie, di Nasir, di Russel continuano a rimbombarmi nella mente come un eco, capace quasi di creare del fastidio, ma fare amicizia in un posto simile era stato facile anche se lo stesso non si può dire per me e Gareth.
Noi abbiamo imparato ad accettarci solo con il tempo.Scosto le coperte del letto e mi sollevo in piedi, incastrando la sigaretta in bocca e facendo pressione, con due dita, sul suo braccio, in una spinta che lo esorta a svegliarsi.
Apre gli occhi, mi osserva al suo fianco e poi sospira pesantemente per la giornata che ci attende.«Avanti, non vorrai fare tardi proprio oggi.»
«Che ore sono?» Chiede la sua voce roca, ancora vittima del sonno.
«Le sei e mezza, Gareth. Come ogni mattina.»
Eppure oggi, nonostante la ripetitività degli eventi, è un giorno importante e lui lo sa. Per questo si solleva, senza pensarci troppo, dal letto e si occupa di dedicarmi solo uno sguardo veloce come a voler confermare anche il mio ritardo.
Eppure abbiamo tempo... quello non manca mai qui.
Vincolo la visione al suo modo lento di incedere per poi tornare con lo sguardo ai miei amici. Gli altri invece, il resto dei coinquilini di questa stanza, sfoggiano la loro perfezione ed il loro anticipo passeggiando per la stanza con la loro divisa perfettamente sfoggiata, dovendosi occupare quindi solo delle postazioni prima dei controlli.
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Fumo negli occhi
Romansa[COMPLETO] *Tutti i diritti riservati* (Certificazione Patamu) In un South Side ricco di polvere e caos serpeggia la speranza delle anime pure di trovare presto una redenzione, da peccati commessi e da violenze subite, attraverso la continua ricerc...