100- I nostri eroi

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"Lo senti il rumore di questa carezza?
Lo so che avverti il tocco, il passaggio lieve della mia mano sull'incavo del fianco, dal basso verso l'alto affinché la leggerezza sia bilanciata dal contropelo.
Lo so che senti il movimento dei polpastrelli e del palmo, anche se hai gli occhi chiusi e il mezzo sorriso che ti increspa le labbra quando capisci i miei pensieri e ascolti le mie parole sussurrate. (...)
Ma non è del tatto che voglio dirti, adesso. Piuttosto voglio parlarti dell'udito. Dell'immenso rumore, della deflagrazione insopportabile di questa carezza. (...)
È il distacco prossimo venturo, la separazione di fronte all'abisso in cui stiamo per saltare, senza sapere quello che potrà accadere.
Questa carezza ha il rumore del futuro e la risonanza del passato.
Questa carezza esclude ogni mondo e ogni universo da questo terribile, meraviglioso presente.
Questa carezza, amore mio, rappresenta la nostra unione perfetta.
E ha il rumore di tutto quello che accadrà."

Vuoto per i bastardi di Pizzofalcone- Maurizio De Giovanni

P.O.V.
Rais

In ogni degno film di guerra che si rispetti, la trama vede protagonisti un gruppo di eroi in grado di stagliarsi al di sopra di tutto il resto. Solitamente sono militari pronti per la battaglia, agguerriti di ferraglia e di spirito di intraprendenza a smuovere a convinzione ogni patriottico ideale americano che ne produce la pellicola. Ciò che mi sarei aspettato potesse maggiormente corrispondere alla realtà era l'equilibrio all'interno del gruppo e la somiglianza tra le varie parti.

Se però resto fermo ad osservarli mentre mi sfilano davanti, capitolati da Gareth, non c'è niente, del loro aspetto fisico o del loro lato caratteriale, di cui ho avuto modo di avere un lieve accenno nei giorni precedenti, che possa permette una loro reciproca corrispondenza.

«Questi sono il resto dei compagni con cui io e Francis ci siamo uniti in accademia» mi spiega Gareth, permettendomi di scorrere gli occhi su ognuno di loro mentre sono schierati in diligente fila al suo fianco. «Te li presento: lui è Vincent Moreau» parte con il dire, presentandomi il colosso del gruppo sfoggiante un sorriso.

«Ciao!»

«Poi c'è Russel Blanc...»

«Ciao, Ryan» mi dice in un mezzo sorriso questo ragazzo della mia stessa altezza ma con un espressione molto astuta. Non so se tale ironia provenga dalla pronuncia sbagliata del mio nome ma ad ogni modo desta il mio interesse, oltre che curiosità.

«Ed infine, Nasir Hossein» termina di presentare l'ultimo ragazzo, il più basso del gruppo, con una nota di palese rammarico.

«Mi tieni sempre per ultimo» commenta infanti questi, esigendo una spensieratezza che raramente ho visto sfoggiare da Gareth.

«Questo perché sei quello che preferisco meno.»

«Ed io che credevo che quello fosse Davies» commenta Russel, attraendo di colpo i miei occhi su di lui al secondo cognome di William.

«Noterai che hanno un modo di scherzare particolare» afferma Gareth, attirando di nuovo la mia attenzione su di se affinché possa non cadere vittima dell'ironia del più astuto. «Non potrai fare altro se non abituarti.»

Non avevo ben compreso quanto l'ultima affermazione di Gareth fosse inamovibile da quel giorno di presentazioni ma con il tempo, con il passare delle ore e delle settimane, avevo avuto modo di conoscere ognuno di quei componenti più a fondo, carpendone così l'animo ed intuendo ciò che Francis mi aveva raccontato di loro, in merito alle proiezioni.

Russel era senza dubbio Ercole, questo era vero: astuzia ed ironia mescolate insieme in un mix tale da poter intervenire con intelligenza nelle discussioni, esordendo con qualche espressione ben indirizzata. Allo stesso modo, Vincent era Issa e Nasir Oliver. Inutile dire che mi sia avvicinato con più facilità e per primo a quest'ultimo rispetto al resto del gruppo.

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