Dieci mesi dopo
P.O.V.
HasimVorrei poter dire che la cosa più soddisfacente della giornata possa essere il compromesso che ho appena raggiunto con un acquirente, al solo fine di fargli acquistare con interezza un carico già programmato dai camion della Garcia Coltivazioni. Eppure, per la verità, la soddisfazione è ben altra e si trova proprio di fronte ai miei occhi.
Con la confusione generata dalla testimonianza e dalla protezione della polizia mi sono tenuto lontano da questi luoghi per molto tempo perdendo, a quanto pare, gran parte delle loro novità.
Alla completa luce del giorno, Lèa discute proprio di fronte a me con un uomo tanto maleducato quanto rozzo in grado, una volta datole la schiena, di farsi uscire una frase che cancella totalmente la mia allegria, portandomi a sgranare gli occhi.
«Si pulisse la bocca con l'acido con cui si è lavata la faccia...»
Scatto in avanti ma lei mi precede, ponendosi dinanzi all'uomo in questione senza affatto importarle della massa di muscoli o dell'aspetto cattivo che mostra.
Lèa non si lascia intimorire da niente, e si rivolge all'altro con le mani contro i fianchi.«Come, mi scusi? Tendo a non sentire bene, sa, l'incidente mi ha rovinato anche le orecchie» lo prende in giro senza che lui possa saperlo, costringendolo ad un insieme di frasi barbottate che la porta a sorridere. «Bene, come credevo. Felice di aver fatto affari con lei, arrivederci!»
Per poco non scoppio a ridere, per quanto non sia affatto solo la felicità a dominarmi.
La osservo, da lontano, con tutto l'amore che ho scoperto di covare per lei finché una figura ostile non si frappone tra di noi.Occhi stretti, sguardo serio.
«Tieni la tua maledetta testa rivolta verso il suolo» mi ringhia contro, ed io sorrido ma obbedisco. Si tratta del suo ragazzo, in fondo.
«Agli ordini, spaventapasseri.»
«Risparmiatelo, non potrei odiarti di più» mi informa, cercando di lasciarsi scivolare di dosso l'abuso del nomignolo che ho scoperto essergli stato affidato, velocizzando il passo per raggiungerla.
Come io non potrei fare mai, poi, si procura di stringerle un braccio attorno alla vita, proprio dinanzi il mio sguardo, ed io ghigno divertito riflettendo su quanto la mia cattiveria abbia causato, nella casa, uno strano contagio.
«Va tutto bene?» Gli domanda lei, fissandolo con quel premuroso interesse che genera una fitta al centro del mio cuore. Drasticamente affondata verso la nascita delle mie arterie non appena noto la sua mano sfiorargli il viso, accarezzandolo anche con lo sguardo per sincerarsene.
Il bastardo pare divertito dall'attenzione che lei gli ripone, forse ancora incosciente della mia presenza qui, ma poi pare distratto.
Come non esserlo, con una donna del genere al proprio fianco.Si osservano negli occhi ed è per prima Lèa ad allontanare i suoi, accompagnando il gesto ad un piccolo colpo di tosse che la porta a notarmi poco più lontano.
«Hasim! Sei qui da molto, va tutto bene?»
Alla richiesta, che cela la stessa premura rivolta a lui poco fa, Ercole solleva al cielo la testa, facendomi divertire.
«Più o meno» le dico, aggiungendo, nella mia mente, che starei meglio con le sue labbra premute contro, ma come dirlo alla dolce gazzella che ha scelto di innamorarsi del principe azzurro?
Il cattivo è destinato solo alla sua ombra e che tanto gli basti l'essere stato accolto dentro questo colorato regno, dopo tutte le azioni maligne che ha compiuto.
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Fumo negli occhi
Romance[COMPLETO] *Tutti i diritti riservati* (Certificazione Patamu) In un South Side ricco di polvere e caos serpeggia la speranza delle anime pure di trovare presto una redenzione, da peccati commessi e da violenze subite, attraverso la continua ricerc...