34- Nuove priorità

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"Amarti m'affatica
Mi svuota dentro
Qualcosa che assomiglia
A ridere nel pianto
Amarti m'affatica
Mi dà malinconia
Che vuoi farci è la vita
È la vita, la mia

Amami ancora
Fallo dolcemente
Un anno un mese un'ora
Perdutamente".

Amandoti - CCCP , 1990

P.O.V.
Francis

I prodotti scorrono lungo il nastro trasportatore, trascinati in avanti dai movimenti meccanici della cassiera.

«Ha la nostra tessera soci?» Mi domanda, masticando una gomma e osservandomi dietro i suoi spessi occhiali. Muovo la testa in un diniego che la fa risentire, solo per un attimo.

Manifesta come una bassa propensione al sorprendersi, quasi ne avesse viste fin troppo dietro il suo bancone di lavoro che le comanda di masticare la gomma in fretta, solo anti stress in questa vita di ansie.

Scannerizza la barra di prodotti, afferrando con strana facilità ogni pezzo nonostante la mostruosa lunghezza delle unghie laccate di porpora. Poi mi lancia uno sguardo. Uno di quelli a occhi stretti, spinti dalla curiosità.

«Dormito male stanotte?»

La domanda genera nella mia testa il ricordo della voce di lui, di quei sussurri al mio orecchio e deglutisco con difficoltà, tentando di concentrarmi.

Betty, come riporta il suo cartellino, mi sta ancora analizzando ma io non vedo lei quanto, nella mente, l'immagine della testa di lui contro le lenzuola, la curva morbida della bocca leggermente aperta, il drastico profilo del naso, la sporgenza del pomo d'Adamo a metà del collo...

«Alquanto» replico amaro una volta recuperato fiato, certo che la mia risposta fosse per lo meno scontata.
Sento gli occhi gonfi e lucidi. Probabilmente ho già le occhiaie.

«Se è così le consiglio un rimedio, l'ultimo dei nostri prodotti. È esposto proprio qui, vede?»

L'indice appuntito di Betty si solleva, mentre l'altra mano continua a scannerizzare i prodotti e la gomma non cessa di ruotare contro il palato e la lingua.
Mi sta indirizzando verso l'espositore alle sue spalle, vicino al nastro trasportatore ma non vedo affatto quello che mi indica.

Ciò che noto è una scatola di preservativi e un lubrificante.

Abbasso di nuovo la testa, senza dire nessun'altra parola.

P.O.V.
Rais

Il corpo si risveglia in un bagno di sudore e in un leggero tremore che mi comanda la mano.
Ruotandomi di schiena, osservo subito il posto al mio fianco, non sorprendendomi di vederlo vuoto dentro questo letto. Ma non è importante perché nell'aria c'è ancora il suo profumo e tra quelle pieghe anche il suo ricordo.

Scorro gli occhi lungo la maglietta bianca, attaccata all'altezza delle ascelle e nella piccola apertura a V del collo. La testa è pesante quando mi sollevo a sedere ma niente in confronto a quello che mi ha raggiunto ieri notte: il risultato sono è questo sudore e questa sorta di mal di testa, per quanto del primo non sia io solo la causa.

Premuto contro di me, alle mie spalle, mi aveva trasmesso un profondo calore di cui non sono riuscito a privarmi. I ricordi non sono chiari ma la percezione della stretta delle sue braccia, addosso, sì, ed è quanto basta a farmi tornare sdraiato a fissare il soffitto.

Fumo negli occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora