43- I neri occhi del pozzo

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P.O.V.
Halima

Stabilire una sorta di tranquillità in un posto del genere è al quanto impossibile, ma chi decreta cosa è normale e cosa no? Arrivano persone nuove ogni giorno e nessuno dei lavoratori è in grado di controllare questo flusso continuo che ruota come un circolo infinito, dentro il quale siamo tutti intrappolati.

Addirittura ognuno di noi era caduto nell'imbroglio del doversi difendere dalla nuova figura estranea sopraggiunta sul posto, che si era rivelata essere un poliziotto. Prima d'ora non l'ho mai visto eppure mi era sembrato che il suo sguardo lasciasse trasparire il presentimento di conoscerci già uno ad uno, cosciente come sembrava essere di ogni disordine interno alle proprietà.

Issa è da molto che non proferisce parola, intento a lavorare con concentrazione nel ruolo che Cedric gli ha affidato. Ad esso, però, pare affiancarsi a lui, con costanza, il pensiero della sorella ferita, e non posso fare a meno di sentirmi in pena.
Non ho avuto modo di conoscere Lèa personalmente, o di trascorrere in sua presenza lunghe ore di giornate speciali, però posso capire dallo stato d'animo in cui verge il mio amico quanto deve essere importante la sua sola presenza nella vita delle persone.

Inoltre, già la immagino con una mentalità molto sveglia. Questo perché Issa sembra essere cresciuto nel costante esercizio mentale di rispondere per le rime ad ogni questione, ma anche emotivamente incline alla valutazione di importante questioni. Una ragazza che si espone, ecco come me la immagino... ma non posso esserne del tutto certa, riuscendo a figurarmela solo tramite gli occhi ed i racconti di lui.

Ad ogni modo, il ricordo di Lèa mina il suo stato d'animo verso un'alterazione continua di buon umore e angoscia.
Ed è per questo che la maggior parte delle volte risulta difficile parlare a Issa, tanto da rendermi costretta, proprio come adesso, a imporre tra noi distanze che possano consentirgli di guadagnare spazi, luoghi nei quali gli è impossibile inveirmi addosso.

Non che sia convinta possa esserne capace, ma con Hasim mi sono trovata molto spesso a ricevere dalle sue parole piene di rabbia delle sorti di maledizioni contro, ogni volta che provavo a pronunciare una sola parola dentro momenti sbagliati, quindi posso dire di essermi adattata alla poca confidenza che situazioni simili richiedono.

La sola variabile che muta, dentro questa situazione già vissuta, è la consapevolezza di essere sola: adesso non è più così. Una figura si affaccia sulla mia visuale mentre rimango assorta nei pensieri ed in essa riconosco Amy, la donna che Cedric aveva baciato con tanta dedizione al termine del loro discorso. Fissandoli avevo distolto lo sguardo dopo un attimo, presa dall'imbarazzo delle loro manifestazioni pubbliche.

Non che sia uno sbaglio baciare di fronte ad altri il proprio amato... ma non ho mai visto, prima d'ora, l'amore venire espresso così, alla luce del sole.

Mi sorride cordiale ed io la ricambio, tornando però con lo sguardo a Issa così da concentrarmi su ogni piccola azione che la sua distrazione pare svolgere.

«Va tutto bene? Sembri preoccupata.» Afferma, osservandomi seria e dedicandomi un approccio alquanto informale, per un'estranea. Forse è per la prossimità della nostra età.

«Chi non lo è, in una situazione simile? È persino sopraggiunta la polizia.»

«Hai ragione», afferma, sorridendo al mio cinismo, «non è affatto facile per nessuno.»

In effetti, questo è vero. Ognuno di noi ha i propri problemi, partendo da Issa che pensa alla sorella, passando per Ercole che si è preso carico di tutto... per poi finire a me, che nemmeno so cosa ci sto facendo qui.

La mano di lei si solleva, rimanendo tesa nella mia direzione. «Io, comunque, sono Amy» si presenta cordiale, tanto che mi è impossibile non ricambiarle il saluto o dirle, ad ogni modo, che ero già a conoscenza del suo nome.

Fumo negli occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora