P.O.V.
FrancisVivere un simile momento è come concepire di essere sospesi nel vuoto, racchiusi dentro una bolla di sapone capace di intorpidirti i sensi e i contorni esterni. Ti permette di ruotare, di muoverti a tua discrezione in quel tuo spazio privato, con la consapevolezza che mai nessuno verrà a cercare cosa vi hai nascosto all'interno. La paura, però, ci ha raggiunti.
Era sorta per caso, la notte di due giorni fa, quando avevo ammesso, dinanzi al suo viso che aveva ceduto presto il passo alla comprensione, di non credergli a pieno. Di non potergli confidare le verità nascoste dal mio lavoro poiché la vita privata ed il nostro ruolo dovevano, per forza, venire scissi.
L'ho detto, ma come affermazione non mi piace per niente. Rais l'aveva accettato, cercando conforto nel mio abbraccio proprio come sta facendo adesso mentre ancora riposa dormiente, e questo mi fa credere che saprebbe accontentarsi di ogni cosa, pur di avere in parte ciò che desidera.
Io non sono così; io voglio vivere a pieno tutto quello che la vita mi offre, e che tendendo la mano con sforzo sono disposto ad afferrare. L'ho odiato con tutto me stesso. Sono pronto ad amarlo senza pari. Le vie di mezzo non funzionano per me se si stabiliscono di traverso sulla strada che avverto il bisogno di percorrere.
Per questo motivo voglio potermi del tutto fidare di lui. Desidero trovare un modo, così come vorrei riuscire a vivere fino in fondo la bellezza di questo rapporto che si è instaurato tra di noi, tanto a fondo da smuovere in un terremoto tutte le mie convinzioni e lasciandomi il compito di tornare ad erigere nuovamente le mie certezze.
Visto che è su ciò che verge il mio pensiero, divertito dalla situazione fornita dalla sua incoscienza, lascio scivolare in un sorriso la mano contro il suo corpo, al di sotto della sua sottile maglietta.
Sfioro leggero un suo capezzolo, poi l'altro, tirando appena, essendomi accorto di quanto sia sensibile in una simile zona.
Sollevandomi su un braccio, riesco a fissarlo dall'alto per poi notare le sue labbra aprirsi appena nel segnale di una muta richiesta.
Ancora al centro di un dialogo con Morfeo, non si rende conto che sono io, alle sue spalle, a richiedere le sue attenzioni.
A causa della sonnolenza del farmaco dorme quasi il doppio delle mie ore, lasciandomi solo per un quantitativo inestimabile di tempo.Gli effetti, però, visto il periodo di cura passato dovrebbero rallentare nel loro manifestarsi, dandogli così modo, molto presto, di rispondere alle mie carezze spinte con cui tento di provocarlo.
Sto solo forzando un po' la mano, rifletto mentre lascio un debole morso di lato, sulla sua nuca. Ho notato che gli piace ed anche parecchio, tanto da portarlo, infatti, nonostante la sonnolenza a gemere febbrile una sorta di protesta in grado di accentuare ancora di più il mio sorriso.
Dio santo, quanto mi piace provocarlo e rimanere a fissarlo, subito dopo averlo fatto, ma mi domando se sia troppo quello che sto facendo: con lentezza, al fine di non svegliarlo, introduco una mano nei suoi boxer a quadri per poi scendere ad accarezzarlo.
No, non è troppo perché per primo era stato lui a confessarmi di volere fare l'amore con me dunque è un sentimento legittimo, quello che sento. Il bisogno che ho di sfiorare ogni centimetro del suo corpo per rassicurarmi che stia bene, per trarvi il giusto conforto.
Stringo, debole, in una mano i suoi testicoli per poi percorrere la sua lunghezza con dita attente, una, due volte, fissando al contempo il possibile sfarfallio delle sue ciglia.
Sospiro dinanzi la bellezza del suo corpo e la mancata reazione che mi concede, sentendomi un piccolo demone che urta le rosse ali contro le sbarre oro della sua gabbia, alla ricerca di un benessere negato.
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Fumo negli occhi
Romance[COMPLETO] *Tutti i diritti riservati* (Certificazione Patamu) In un South Side ricco di polvere e caos serpeggia la speranza delle anime pure di trovare presto una redenzione, da peccati commessi e da violenze subite, attraverso la continua ricerc...