P.O.V.
WilliamRicordo ancora chiaramente il bacio che Dalia ha lasciato sulla mia guancia in una sorta di rassicurazione, accompagnato dal suo mezzo sorriso. Pareva dirmi di avere tutto sotto controllo ma avverto come se di colpo la situazione stesse precipitando ed il nostro regime si stesse sfaldando senza il nostro consenso.
Potrà essere certa delle sue azioni ma prima d'ora nessuno di noi avevamo mai tradito dei propri collaboratori. Sancivamo la giustizia in ben altro modo, giocando con la vita degli altri come se ci appartenesse. Non vi era alternativa d'uscita dai nostri affari per una forma di rispetto, meglio la morte che finire all'interno di un carcere, eppure Dalia sembra aver optato per una sorta di giustizia personale.Il motivo per il quale sta facendo tutto questo era sfuggito dalle mie attenzioni fino a questo istante ma ora grida febbrile l'ipotesi che la regina di ogni nostra alleanza si sia sentita tradita da parte di chi, per primo, le doveva rivolgere il massimo rispetto.
Non conosco le azioni di Paul Bennett per cui non riesco a valutare il grado di rabbia di lei, ma so per certo che la furia cieca demolisce la serenità con cui dovrebbero essere compiute certe azioni, in modo tale da non sovvertire ogni nostro piano.
Per questo motivo, da giorni, sto correggendo le prove che ha lasciato alla centrale, in modo da essere certo che quella bomba non esploda sul capo di tutti noi.
Se Dalia ha perso del tutto il controllo è la fine. Possiamo dichiarare terminata la guerra contro le autorità e temo di conoscere a chi verrà affidato il compito di dare una conclusione a tutto: mio padre non la perdonerà mai per questo suo gesto, per aver venduto uno dei nostri più stretti collaboratori alla polizia, ma forse posso ancora fare in modo di salvarla, forse posso recuperare un punto a nostro vantaggio nella sua follia.Riesco a manomettere persino delle prove nell'archivio della centrale, grazie a qualche mazzetta e promessa espressa. Avrei creduto che certe divise non accettassero di macchiarsi di disonore ma ecco fatto.
Ormai sono trascorse delle ore dall'inizio della mia nuova mansione e l'orologio appeso alla parete di questa stanza semibuia mi sollecita ad arrestarmi dal procedere. Tra pochi minuti avrà inizio il nuovo turno... devo abbandonare questo posto.
Uscendo nel corridoio, la luce dei neon appesi al soffitto mi porta a restringere gli occhi, lottando con la vista affinché possa mettere a fuoco l'immagine di chi si avvicina.
Francis non veste più la divisa ed è in largo anticipo rispetto al suo solito.«Dawson» lo saluto, in una cantilena che tenta di attirare la sua attenzione. Nemmeno ricevo lo spostamento dei suoi occhi, avendo solo la sua voce di rimando.
«Davies...»
Ha una pessima cera e sul viso delle escoriazioni dovute ad un attrito con una superficie ostile. Non si tratta né di un pugno né delle fiamme di un fuoco, riconosco quelle ferite fin troppo bene.
«Che cosa hai fatto alla faccia?»
«Solo un incidente. Ti preoccupi per me?»
Un tempo la sua voce avrebbe assunto un tono divertito e mi disgusta il pensiero di sentirne la mancanza. Il distacco presente adesso tra di noi non mette alcun pepe a quanto di maligno sono arrivato a svolgere e gli dona come un tono di superiorità e strafottenza che mi disgusta.
«Troppo impegnato per fermarti e parlarmi?» Chiedo di rimando, notando come stia diventando sempre più difficile seguirlo in questi spazi.
In risposta si blocca, voltandosi con un sorriso di cui non riconosco la natura.«Soffri di mancanza di attenzioni, William?»
Può darsi... ma fino ad ora non avevo mai trovato un compagno di giochi tanto divertente.
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Fumo negli occhi
Romance[COMPLETO] *Tutti i diritti riservati* (Certificazione Patamu) In un South Side ricco di polvere e caos serpeggia la speranza delle anime pure di trovare presto una redenzione, da peccati commessi e da violenze subite, attraverso la continua ricerc...