69- Fiducia alla prova

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P.O.V.
Cedric

A braccia incrociate, fisso di fronte a me lo scenario che mi si offre senza limiti.
Campi da coltivare e nuove opportunità, guidate come da un istinto di vendetta.

L'ingresso della mia casa mi è alle spalle, incrocia la mia figura iraconda e maligna prima che questa possa avanzare in direzione dei propri scopi.

«Frederick, possiamo parlare?» Domando a quel coltivatore che ora, ripristinata l'importanza del suo nome e confermata la sua spudoratezza nel rivolgermisi, con il pretesto di un'anzianità affettiva, riesce a fissarmi con felice allegria e rispetto, pronto alle mie richieste.

«Che cosa succede, Garcia?»

«Mi hai chiesto di mettermi alla prova e intendo farlo, ho un piano.»

«E che cosa riguarda?» Mi chiede, mentre intorno a noi lavoratori troppo distanti non possono essere resi partecipi delle mie nuove direttive, il che li può favorire. Non conoscere la finalità di ciò per cui si lavora da un lato può evitarne lo sconforto.

«Intendo rendere coltivabile anche la lottizzazione preservata da mio nonno. Ricorderai di quel terreno: il problema era la raggiungibilità dell'acqua, per cui diventerà il mio protesto per dimostrarti che le nuove tecnologie funzionano ma non sarà solo questo. Avrò bisogno del tuo aiuto, così come di quello dei migliori lavoratori da te scelti, per sfruttarlo al meglio, secondo una nuova maglia di coltivazione. Ad una sola condizione: nel tuo team dovrai prendere anche la Reiners.»

«La ragazza di ieri? Amelie?» Mi domanda confuso, ed io annuisco, lentamente. «Non si occupava di finanza?»

«Niente che non possa sospendere, al momento. Abbiamo bisogno di lavoratori. Una volta che avrà adempiuto ai suoi compiti potrà tornarvi.»

«Stai cercando di metterla alla prova, Garcia? Quella ragazza è minuta, chissà se potrà resistere un giorno intero nei campi.»

«Ce la farà. Ma se vedi che si stanca troppo fermala, perché lei non te lo chiederà.»

«Davvero hai bisogno di lei, solo perché mancano dei lavoratori?»

La domanda ha una risposta scontata, celata anche solo dalla mia richiesta di avere il meglio, per quel terreno selvaggio. Un'estranea, e per giunta affatto esperta in simili operazioni, potrebbe essere vista come di troppo anche se questo non varrà certo per Amelie.
Si farà valere, ne sono piuttosto sicuro, ed è per questo che dovrebbe capire che nessuno dei suoi meriti è importante qui. Non glieli riconoscerò, non punto a cose che già conosco ma a scoprire di nuove.
Scoprire... se in qualche modo possa essere davvero cambiata, e torturarla, nel frattempo, se così non fosse.

«No, Frederick, ma ho bisogno di metterla alla prova per vedere quanto possa darmi ascolto. Non riesco più a fidarmi di lei, e le questioni private della proprietà sono affari che mi stanno molto a cuore. Mi aiuterai?»

Notando la sincerità della mia confessione, Frederick si lascia andare al consenso. «Dimmi che cosa posso fare.»

P.O.V.
Amy

La vita da studentessa mi aveva rassegnata all'idea che la difficoltà di uno sforzo potesse essere solo mentale, emotivo, eppure ad ora sento come le gambe più pesanti nell'avanzare, quasi come se il corpo mi stesse dando il segnale di voler rallentare o addirittura virale rispetto alla mia meta.

Come un ultimo sos disperato dal cervello a domandarmi, spudorato, cosa accidenti io stia facendo, del mio corpo per primis vista la stanchezza che mostra e della mia vita per le scelte tratte.
Tentare di convincere un uomo che sembra essere stato vinto dalle sue convinzioni è una cosa piuttosto da pazzi, me ne rendo conto, eppure non appena viene sollevata la questione il cuore reagisce tutto a suo modo, spingendo a non arrendermi con immagini di noi che generano nella pancia, nel viso, uno straordinario calore.

Fumo negli occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora