98- Il giorno in cui il respiro si dissolse in fumo

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"Maledetta sia la vendetta ,
E se massacrano il mio fratello prediletto
Non voglio vendetta. Voglio
un'altra umanità."
Elias Canetti

"Si tratta di una verità spaventosa: il dolore può renderci più profondi, può conferire un maggiore splendore ai nostri cuori e una risonanza più ricca alla nostre parole. Questo avviene se non ci distrugge, se non annienta l'ottimismo e lo spirito, la capacità di avere visioni e il rispetto per le cose semplici ed indispensabili".
Anne Rice

"Le rivoluzioni sono
come l'amore: solo l'eccesso
le fa vivere."
Fabrizio Caramagna

Due anni e mezzo dopo
P.O.V.
Rais

Certe notti, all'orfanotrofio, il corpo subiva la violenta sferzata del gelido inverno ricevendo il suo attrito nonostante gli spessi strati di coperte. Non c'era modo di sfuggire alla malignità di quelle notti e allo stesso modo, in certi casi, nella vita è impossibile scappare dinanzi al dolore.

Mi contraggo in me stesso, in una posizione fetale che porta la punta dei miei polpastrelli a sfiorare la testa che ho rasato a zero questa mattina, fino ad arrivare a percorre la base delle due lunghe ossa che sviluppano il collo e la sorreggono. Gli occhi si serrano con forza dinanzi a quel tocco innocente che ha ridestato milioni di frammenti passati, lasciandomi contratto in me stesso nel più completo silenzio del peggiore ricordo che la vita mi ha costretto a vivere.

Adesso
P.O.V.
Francis

L'acqua del bicchiere mescola all'interno della mia bocca pillole che sono costretto ad ingerire per poter stare meglio mentre di fronte a me l'immenso lago stabilisce il vero approccio alla salute psichica di cui ho bisogno. Il lavoro mi lascia poco tempo per uno sfogo ma non sono riuscito a sottrarmi dal desiderio di tornare a queste sponde.

Quando dei passi alle spalle mi raggiungono spero con tutto me stesso che possa trattarsi di Ercole o di Amy ma non rimango deluso quanto sorpreso nel vedere il volto di mio zio.

Damien pare stupito quanto me di vedermi qui, nel pieno di un orario lavorativo ed in un silenzio di contemplazione che potesse lasciarmi la possibilità di vivere a pieno una vita che ho lasciato alle spalle. Capisco che si senta di troppo per cui, prima che possa abbandonarmi, decido di parlargli con serenità permettendogli di desistere dal farlo.

«Ciao.»

«Ciao...» sussurra, scorrendo gli occhi sulla mia figura. Mi domando che cosa analizzi in me, quando mi fissa in questo modo. Non è la prima volta certo che gliel'ho visto fare ma forse è l'unica in cui arrivo a pensare che nasconda il desiderio di scoprire quali aspetti di me possano essergli simili. Oltre gli occhi, forse ci accomuna l'affilata sporgenza delle mani? Il corpo che si sviluppa in altezza, caratterizzando la parte alta di maggiore importanza nelle spalle? Forse la postura della schiena? Il taglio del naso, l'approccio di un sorriso?

Per l'incredibile, sto cercando le sue stesse risposte ed il silenzio che accompagna una simile operazione ci fa rendere conto della cosa più importante: sono i nostri cuori ad essere simili. Me ne ero accorto in svariate occasioni ma adesso so per certo che l'uomo incasinato che ho di fronte è il mio vero padre e sta lottando con tutto se stesso per non caricarmi del suo eccessivo amore che può essere un peso. Non ha idea di quanto adesso ne abbia bisogno.

«Che cosa ci fai qui?» Gli domando, ricordando con precisione di dettagli quanto detesti stare nel mio posto preferito al mondo, dal momento che lo considera troppo fuori dalla portata di quest'ultimo.

«Un'idea sciocca...»afferma in un mezzo sorriso, portandomi in automatico a ricambiarlo.

«Parlamene.»

Fumo negli occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora