P.O.V.
WilliamLa fretta condanna uomini violenti a compiere azioni troppo impulsive, o donne troppo calcolatrici a cadere nella confusione di una disillusione.
Avevo promesso a Dalia che avrei trovato Attila, a tutti i costi, ed ecco che finalmente sono riuscito ad avvicinarmi al suo nascondiglio. Non posso saperlo con certezza eppure il mio sesto senso mi avverte che è qui, da qualche parte.
Grazie ai miei scagnozzi, un pedinamento ininterrotto e durato settimane mi ha aperto gli occhi sulla mia nuova strada da percorrere, capitolata poi dalla volontà di mio padre: sarei entrato nell'esercito.
Mio padre desidera già da tempo vedere suo figlio in una divisa, probabilmente della polizia civile per poter essere sicuro di avere un maggiore controllo del territorio, mentre Dalia vuole solo che smentisca ciò che ognuno di noi crede in merito a suo marito.Due traguardi in uno, se solo non fosse che... Non trovo Attila da nessuna parte, ed essendo incapace di conoscere la completezza del suo nome non ho riscontri nelle voci che mi affiancano, chiamandosi esclusivamente per cognome.
Che cosa odiosa, specie per me vista la pesantezza che comporta il pronunciare "Lee" al termine della frase. Per questo motivo, con una semplice mossa strategica e una mazzetta di banconote riposte nelle mani della persona più giusta sono riuscito ad entrare a far parte dei militari con il cognome di mia madre, ed ora eccomi qui.
William Davies, soldato che si conforma al resto del suo plotone e che ama non essere troppo di spicco.
In fondo, devo attenermi alle regole e passare semplicemente per secondi canali. L'unico modo che ho per ottenere con la fatica, così come richiesto dalle aspettative di mio padre, il premio alla bravura per ciò che mi compete ed una rassicurazione della mia astuzia, non appena Dalia si renderà conto di aver riposto la sua fiducia sbadatamente.
Già, avrei dovuto essere indifferente, un personaggio del tutto invisibile eppure... quando i miei occhi si soffermano su di una figura che la mente rievoca come nota non riesco a continuare ad esserlo. Le orecchie captano le voci di due commilitoni che mi affiancano nel momento esatto che occorre per farmi decidere di compiere una mossa avventata.
Perché ne sono certo, conosco quello sguardo, e una curiosità morbosa mi spinge ad andargli contro.
Capelli molto corti, come quelli di tutti noi, passati sotto la lama di acuti rasoi, e neri. In qualche modo sembra diverso eppure è lo stesso uomo che aveva puntato la pistola alla schiena di Taigar, quella notte. Ne sono certo.
«A quale dormitorio sei stato affidato?» Domanda il primo dei due ragazzi del mio reggimento mentre l'altro allunga il collo per direzionare, in traiettoria, l'attenzione verso quel gruppo di persone che ha catturato il mio sguardo.
«Al loro, a quanto pare. Dormo vicino a quello moro.»
Il primo dei due, l'odioso e viscido Yulian con il quale ho già avuto modo di confrontarmi nei nostri addestramenti, sghignazza ridendo per poi intrecciarsi le braccia al petto, con quel suo modo saccente che sfoggia nel dar prova di se.
«Ma dai... con Francis Dowson? Niente di meno?»
«Lo conosci?»
«Tu perché non lo conosci? Non ricordi che il nostro capitano, nell'addestramento, già ce ne aveva parlato? È uno tosto, tutta la sua squadra lo è.»
Quindi si gioca nei primi ranghi, niente di meglio.
Sorrido ed avanzo, arrivando di fronte a questi due idioti con un mezzo sorriso. Li vedo rabbrividire ed è divertente, nonostante sia dovuto alla mia incapacità di sorreggere la maschera che mi sono posto addosso per molto.
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Fumo negli occhi
Romance[COMPLETO] *Tutti i diritti riservati* (Certificazione Patamu) In un South Side ricco di polvere e caos serpeggia la speranza delle anime pure di trovare presto una redenzione, da peccati commessi e da violenze subite, attraverso la continua ricerc...