95- Sacrifici d'amore

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P.O.V.
Hasim

Esistono molti mestieri difficili da scegliere, nel corso di un'intera vita, ma ritengo che fare il padre sia il più complesso tra tutti. Probabilmente sono arrivato a pensarla in questo modo non avendo mai avuto una figura di riferimento alla quale aggrapparmi, o decidere di imitare, ma credo che effettivamente il concetto di donare di per sé amore sia qualcosa di estremamente complesso ed invidiabile se posseduto da una persona capace di non lasciarne trasparire lo sforzo.

I miei figli, mia moglie, appartengono ad una vita che non sto vivendo, lontani come sono chilometri da me, eppure non ne sento la mancanza. Detesto non essere riuscito ad amarli come avrei dovuto e riuscire, così, a diventare un uomo completo capace di non giacere più nelle retrovie ma di gustarsi la bellezza della prima scena. Su quella linea d'avanzata stazionano gli eroi che non hanno un volto ma solo un contorno, solo una coordinazione di movimenti e gesti in grado di renderli identificabili.

Chi riesce nell'intento di proteggere si assicura di non venire premiato. Ecco ciò che non funziona nella mia logica guidata dall'egoismo eppure esiste un vincitore ed è seduto sulla panchina presente in soggiorno. Anche lui, all'apparenza, sembra non curarsi di ciò che possiede o in alternativa pare non farci molto caso, volendo preservare il più completo anonimato per ciò che ogni giorno si prende carico di svolgere. Ma chi di noi non conosce ogni suo sforzo? Basterebbe solo guardarlo durante la concentrazione che lo avvince all'ora di punta, quando tutti sono andati via lasciandolo da solo in un campo intento a lavorare, per poter comprendere dove finisce il fisico sforzo ed inizia la testardaggine dell'uomo. La concezione di stare lottando per qualcosa, per un'idea, in grado di sopravvivere solo se guidata dalla tenacia.

Tra i molti contrasti caratteriali che ci vedono agli antipodi ritengo che questo sia il maggiore di tutti poiché, da tutta una vita, non ho fatto altro che correre dietro comandi o prese di posizione in grado di condurmi sempre, in maniera quasi inevitabile, verso una strada sbagliata.

Credevo di essere così padrone di me stesso ed ecco che mi accorgo come possa essere solo lui l'unica vera persona libera tra di noi, il che è affascinante quanto detestabile. Spinge la mente a provare fastidio ed ammirazione al contempo, il che è spossante.

«Stai uscendo?» Gli domando e la testa di Ercole si solleva solo per un attimo dall'intreccio dei lacci, alla sua scarpa destra, per potersi accertare della mia presenza a pochi passi. Confermarla è un ulteriore fastidio in grado di fargli arricciare le labbra in una sorta di disgusto perché anche lui non mi sopporta. E questo, per paradosso, è il solo motivo per cui in certe occasioni persino la sua figura tanto perfetta riesce ad apparire ironica.

«Sì, sto uscendo» mi riferisce, poco prima di rendersi conto di essere effettivamente soli. «Dove è la tua guardia?»

«Ti riferisci a Gareth? Fuori, a parlare con Lèa.» L'espressione che ne consegue sul suo viso riesce fa nascere una risata sul fondo della mia gola. «Rilassati, è un tipo apposto. Può sembrare antipatico all'inizio, taciturno com'è, ma con il tempo ti accorgi che è facile da capire... ed apprezzare.»

«Lo stesso non si può dire di te. Tu sei rimasto antipatico.»

«Se c'è una cosa che stimo di te è la tua schiettezza» affermo, continuando a rivolgergli un mezzo sorriso mentre lo noto procedere nella sua vestizione. «Ma non è sufficiente per farci andare d'accordo, temo. Credo che fosse già scritta, la nostra diatriba intendo.»

«Tu pensi?» Domanda con scetticismo, liberando dalle asole i bottoni della camicia per poterla vestire dalle maniche. «Io ho iniziato ad odiarti da quando hai messo gli occhi su Lèa, ovvero dal primo giorno... mi sbaglio?»

«Lèa è una donna bellissima» affermo, preparandomi con anticipo allo sguardo pieno d'odio che Ercole mi rivolge ma non posso mentire. Non ho smesso di pensarlo per un istante, dunque affermare altrimenti sarebbe una bugia. «Continuo a crederlo, sì, ma non è importante ormai perché lei ha scelto te.»

Fumo negli occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora