Capitolo 1870

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B: allora hai deciso di rimanere qui eh?

C: già. È un vantaggio per tutti. Per il mio lavoro, per Emily, per i bambini è per voi anche. Potrete finalmente respirare un pochino di più.

B: ah lascia perdere. Non è mai stato un problema lo sai. Lo facciamo con piacere.

Lo ringrazio con un sorriso per queste belle parole e dopo aver bevuto un goccio di acqua, bevo anche velocemente il caffè che Simone mi ha appena porto. Caldo e forte proprio come piace a me. Sono abituato a berne molti durante il giorno e berne uno dopo più di 12 ore è la sensazione migliore del mondo.

B: giornata stancante eh?

C: abbastanza. Sapevo però che i primi giorni sarebbero stati così. Il ruolo è importante ed è giusto che lo sia anche il carico di lavoro dopotutto.

B: sarai sicuramente all'altezza, non ho dubbi e poi... sarà bello rivederti più spesso.

C: anche per me.

B: sarà un grande cambiamento... il fatto di lavorare con Emily ti complica le cose?

C: più a lei che a me in realtà.

Non aggiungo altro e con una semplice espressione riesco a fare in modo che Simone capisca perfettamente tutto quello che ho racchiuso in quella semplice frase. Come Emma, si è sempre rivelato molto neutrale e conoscendo sua figlia, può ovviamente immaginare come non sia facile averci a che fare nella mia posizione. La nostra attenzione viene attirata dal rumore che i bambini fanno nello scendere le scale.

E: piano che cadete così.

Le parole di Emma si perdono nel vuoto e i bambini corrono subito a salutarmi. Moto che però Liam va da Emma, chiedendole scusa nell'orecchio. Tra i due, Liam è sempre stato quello più attento alle regole e anche rispettoso: le poche e rare volte in cui sbagliava, chiedeva sempre scusa anche per cose di poco conto come questa.

B: pronto per il tennis Liam?

Li: sì. Sono super contento che ci porta papà.

Le: anche io gioco comunque. Giochi come me vero papi?

C: certo. Non vedi che mi sono vestito apposta per giocare?

B: sei ancora capace o la racchetta si è arrugginita?

C: speriamo di tenere con il fiato più che altro.

Ci scambiamo una risata e anche Emma e i bambini si mettono a ridere con noi. In effetti è da qualche anno che ormai non prendo in mano una racchetta in modo serio. A causa del lavoro non ho avuto molto il tempo se non qualche fine settimana, ma nulla di costante al contrario di quando abitavo prima a Roma: io ed Emily giocavamo quasi sempre, a volte anche tutti i giorni.

Li: papà andiamo?

C: non è presto?

Le: andiamo sempre prima noi.

E: più che altro per trovare il parcheggio.

B: e il traffico non lo calcoli amore?

C: in effetti... allora andiamo ragazzi.

Ringrazio Emma e Simone per tutto, accordando i per fare una cena tutti insieme nei prossimi giorni per poter parlare più tranquillamente e dopo aver preso gli zaini e le racchette dei bambini saliamo in auto e ci dirigiamo al circolo di tennis. Siamo nel quartiere i Parioli e questo è uno dei circoli più rinomati. Porto Liam nel campo con l'istruttore augurandogli un buon allenamento, mentre io e Leah raggiungiamo uno dei campi liberi. Ovviamente ci aveva pensato Emily a prenotare anche il campo per Emily. Quando si frequenta un circolo di tennis si può o pagare un abbonamento annuale che ti permette di giocare un'ora al giorno oppure si paga ogni volta che si gioca. Io e Leah andiamo quindi nel campo 10, al coperto e in terra rossa. La mia superficie preferita.

Biondo ed Emma - Ricordati di ... 10Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora