Em: gli ho detto di sì, ma ovviamente non ci sarà alcun aperitivo.
C: grazie a Dio ti è rimasto un po di buon senso.
Em: credo che piuttosto lo inviterò a giocare con me a tennis.
C: sei seria?
Em: certo. Pensaci: è la sua passione e quindi saremo nel suo mondo. Sarà più incline alle confidenze.
C: lo capisci che non esiste che uno studente si veda con una responsabile dell'università in veste informale? Se vi vedesse qualunque genitore potrebbe sporgere un reclamo.
Em: al diavolo i reclami.
Cerco di imitare in tutto e per tutti il modo e il tono con cui lui aveva usato poco fa questa frase. Detesto quando ragiona in modo così chiuso ed ottuso pensando solo all'aspetto pratico e burocratico. Capisco che il suo ruolo sia questo, ma dovrebbe sapere che sono perfettamente in grado di gestire la situazione.
C: non posso permetterlo mi dispiace.
Em: non lo permetti perché sono io. Altrimenti non te ne fregherebbe nulla.
C: se tu combini qualche guaio, ne pago io le conseguenze io e a ruota tutta l'università. Cercheremo un altro modo, vedrò di convocare i genitori.
Em: no. Quella strada non ti farà ottenere nulla. Ti costa davvero tanto fidarti di me?
C: non si tratta di fidarmi o meno di te. Devo fare il bene per la facoltà. Non prenderla sul personale, è una questione di lavoro.
Em: già... questa frase non mi è nuova.
Mi alzo in modo brusco dalla poltroncina. È proprio in nome di quel lavoro che il nostro matrimonio è finito. É proprio in quel lavoro che lui aveva deciso di rifugiarsi piuttosto che provare a condividere con me il dolore che stavamo provando anni fa. Mi fa arrabbiare pensare al fatto che tempo fa Colin non era così.
C: Emily aspetta...
Em: tranquillo. Sei tu il capo giusto? Spero tu riesca ad avere risultati positivi... almeno sul lavoro.
Senza nemmeno guardarlo più in faccia, me ne vado sbattendo anche la porta. Odio davvero quando si comporta in questo modo. Non capisce che non può essere tutto sistematico ed uguale per tutti, ma che tutto si deve adattare alla diversità delle situazioni. Decido allora di passare in segreteria e mi faccio dare un bigliettino ed una busta dalla segretaria. Scrivo un orario e un indirizzo, aggiungendo queste parole "vedremo cosa sai fare". So che non serve scrivere altro perché se davvero è vero quello che mi ha detto, non avrà il minimo problema a capire le mie intenzioni. Dico alla segretaria a chi farlo recapitare e dopo aver preso le mie cose in ufficio vado a casa. Vedo che l'auto di mio padre è qui in cortile, ma vedo che c'è anche la macchina di mia sorella così salgo di corsa. Mio padre sta mangia do qualche stuzzichino con Lilia che come mi vede, corre ad abbracciarmi.
Li: ah che bello vederti.
Em: anche per me! Come stai?
Li: bene grazie. Tu?
Em: storia lunga... Luis e i ragazzi?
Li: bene anche loro ti salutano.
B: un abbraccio a papà no?
Gli sorriso, facendo un sospiro di sollievo, la giornata è stata complicata ma nulla che un abbraccio della propria famiglia non possa risollevare. Non vedevo Lilia da un paio di settimane, ma non è una novità. Tutti noi fratelli avevamo la nostra vita e persino Gaia sempre impegnata essendo andata a studiare all'estero per poter pattinare. Fortunatamente erano i nostri genitori a fare da tramite tra di noi tenendoci aggiornati sulle nostre reciproche vite.
B: vieni a sederti tesoro, ti preparo una tazza di tè.
Em: quelli sono anche per me?
Li: papà con questi si è superato.
Dopo aver appoggiato tutta la mia roba, vado a sedermi con loro in cucina, assaggiando subito uno dei dolcetti preparati da papà. Sono dei biscottini al cocco molto morbidi e semplicemente da far perdere la testa. Una dose di zucchero è proprio quello che mi serve.
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Biondo ed Emma - Ricordati di ... 10
Romance- SEQUEL - Nel libro precedente sono successe moltissime cose alla famiglia Baldasseroni che continua ad allargarsi e a diventare sempre più unita. C'è chi è stato fortunato come Emily e chi invece in amore ha preso una grande batosta come Alex. Qua...