Capitolo 1805

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E: non è niente,devo solo stare un po' da sola.

B: allora non è niente,perché fino a stamattina non volevi allontanati da me,ricordi?

E: beh... stamattina era stamattina.

B: va bene,ma dimmi cosa è cambiato. Parliamone,no?

E: non c'è nulla da dire in realtà.

B: posso deciderlo anche io?

I suoi occhi sono leggermente spenti,non come al solito che sono invece brillanti e sorridenti. Emma insiste sempre con il volersi tenere tutto dentro,ma non le fa mai bene: preferisco che se la prenda con me,ma che si sfoghi. Le faccio segno di sedersi sul letto e lei lo fa,ma quando mi siedo vicino a lei,si allontana un po'.

B: vedi? - le indico la distanza tra noi - Questo non è niente,non per noi. Cosa è successo?

E: ho solo preso atto di alcune cose.

B: e cioè del volermi stare lontana?

E: sai che giorno è oggi?

B: certo che lo so: oggi sono 33 anni dalla prima volta che ti ho detto sì.

Glielo dico anche con un briciolo di orgoglio e leggermente seccato perché non posso credere che avesse messo in dubbio il fatto che me ne potessi scordare: inoltre ne avevamo parlato giusto questa mattina.

E: esatto,sono 33 anni e non sono pochi.

B: beh per noi che vogliamo passare la vita insieme,sì sono ancora pochi.

E: non sono più la Emma di 30 anni fa però e lo so,ne sono consapevole,ma....

B: ehy frena. - la interrompo - Questo cosa c'entra? Anche io non sono lo stesso di anni fa,ma è normale.

Non capisco dove voglia andare a parare con questo discorso perché entrambi siamo giustamente cambiati: sarebbe molto strano il contrario. Cerco il suo sguardo che però rimane basso,così provo ad accarezzarle il mento. Subito sembra non volere,ma poi se lo lascia sfiorare e quando alza gli occhi,vedo che sono lucidi.

B: ehy,amore cosa c'è? Ti prego parlami.

E: non è niente,lascia stare.

B: Emma smettila,non è niente: stai piangendo.

E: non sto piangendo.

B: per favore...

La guardo molto scettico perché questa scena non è la prima volta che mi si ripete davanti agli occhi. Lei tende sempre a negare l'evidenza,ma sa benissimo che non sopporto vederla piangere. Accenno ad avvicinarmi,ma lei abbassa di nuovo lo sguardo.

E: ho visto come la guardavi.

B: chi scusa?

E: Virginia.

B: ma cosa stai dicendo?

E: all'inizio ero arrabbiata,ma alla fine ho capito che è normale. Io non sono così da un pezzo ormai.

Finalmente mi è tutto chiaro: pensavo non c'entrasse nulla Virginia o meglio che per Emma fossero fuori luogo le mie battute. A quanto pare però le ha interpretate nel modo più sbagliato che potesse esserci.

B: amore hai frainteso.

E: non si tratta di fraintendere... le occhiate che le hai dato appena arrivata,erano molto eloquenti.

B: ma lo facevo per fare il simpatico: sai che Alex ci ha chiesto di metterla a suo agio.

E: infatti non sono arrabbiata,ho capito che è normale.

B: non è normale niente Emma: insomma è una bella ragazza,ma... cavolo ha 25 anni ed è la ragazza di mio figlio.

Mi viene naturale fare un'espressione leggermente disgustata perché mi sento male solo a pensarci. Non sono un uomo bugiardo e non mi vergogno a dire che quando vedo una bella donna,lo ammetto. Tuttavia per me non esiste nessuno che si possa anche solo paragonare ad Emma.

E: lei è veramente bellissima,glielo hai ripetuto tante volte.

B: a te lo dico 20 volte al giorno amore... cercavo di essere carino con lei. Non puoi aver davvero pensato che mi piacesse.

E: non lei in particolare,ma in generale non ti dispiacerebbe avere una donna più giovane.

B: e questa da dove viene fuori? - la guardo divertito - Guarda che anche io non rendo più come trent'anni fa.

A volte scherzando,venivano fuori questi argomenti,oppure quando Emma aveva una delle sue crisi tipica delle donne,ma non ci prendevamo mai troppo sul serio. Alla fine,è vero che il tempo passa,ma non possiamo di certo lamentarci. Il mio sorriso però non la contagia,anzi rimane sempre con un'espressione abbattuta e lo sguardo basso.

B: Emma io amo te,solo te. I miei occhi non vedono nessun'altra.

E: so che mi ami Simo... ma questo non toglie che tra poco non potrò reggere il confronto.

B: ma che confronto vuoi tenere scusa? Sei mia moglie e la madre dei miei figli,nessuno può vincere il confronto.

E: non sarà così per molto.

B: guarda che potrei dire la stessa cosa: sei una donna fantastica e hai la fila là fuori.

E: non credo quanto la tua... per noi donne è diverso.

Tutte le volte lei tirava fuori questo stupido luogo comune: per noi donne è diverso. Da un certo punto di vista sono contento che si tratti solo di questo,ma non mi piace quando si lascia vincere da queste sue stupide insicurezze.

B: aspetta un attimo qui.

E: Simone davvero,lascia perdere...

B: aspettami qui per favore.

Glielo dico con un tono leggermente più deciso,ma implorante allo stesso tempo e a quanto pare le basta per rimanere ferma. Appoggia finalmente quei vestiti che aveva in mano e mi guarda come a volermi dire di fare quello che devo. Mi alzo e vado nel mio lato della cabina armadio,dove avevo "nascosto" il regalo per lei. Non che le si possa ancora nascondere qualcosa dopo più di 30 anni. Torno di là con un piccolo mazzetto composto da 3 rose blu,una scatolina rettangolare e una piccola busta. Quando mi siedo,la vedo guardare le cose che ho in mano ma nemmeno troppo sorpresa.

Biondo ed Emma - Ricordati di ... 10Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora