Gaia Pov's
Lunedì 08/05/2051
Jacopo e io siamo a casa sua. Dopo la scuola è passato a prendermi e siamo venuti a pranzare qui con suo papà Marco. I miei genitori sono dovuti andare da Emily per tenere i gemelli mentre lei e zio Col andavano in ospedale per l'ecografia. Per non lasciarmi mangiare a casa da sola quindi,mi ha chiamata da lui. Per fortuna,perché adoro la compagnia di suo papà: è davvero una sagoma. Ora siamo in salotto a guardare la fine di un episodio della nostra serie TV preferita,quando suo papà scende.
M: ragazzi per che ora dovreste andare?
J: le quattro e mezza perché?
M: mi fareste il favore di portare via le buste con la plastica per favore?
J: dobbiamo proprio pa?
G: certo ci pensiamo noi,non preoccuparti.
M: grazie Gaia,almeno tu non sei una scansa fatiche.
Mi lancia un sorriso,facendomi l'occhiolino mentre si avvicina al divano e tira una piccola pacca dietro alla testa di Jacopo che cerca invano di evitarla. Sono proprio buffi quei due insieme,ma è bello come il loro rapporto sia sempre forte nonostante il lavoro di suo padre gli portasse via molto tempo.
M: tra cinque minuti ho una videochiamata importante e non so quanto durerà,ti lascio dei soldi?
J: perché?
M: rimanete fuori a mangiare qualcosa stasera? Venite qui? Che progetti avete?
J: non saprei... Gaia tu che vuoi fare?
G: i miei sono a casa per cena e anche se non gli ho detto nulla,un posto per te c'è sempre.
J: magari compriamo qualcosa così non devono cucinare,visto che tornano tardi.
M: allora offro io.
Suo padre va a prendere il portafoglio che ha appoggiato sul mobiletto e tira fuori 50 euro,mettendoli sotto un soprammobile. Ormai tra di noi era un offrire una volta per uno tutte le volte,ma suo papà diceva di essere in debito con i miei per tutte le volte che Jacopo veniva da noi. Per i miei non è mai stato un problema,ma Marco non ne vuole sapere.
G: magari li avviso,così non preparano niente.
J: giusto brava.
M: allora io ora vado,se non ci vediamo in bocca al lupo eh Gaia e saluta i tuoi.
G: grazie e crepi il lupo.
M: e tu... - lo guarda sorridendo - mi raccomando pronto a difenderla eh?
J: sempre papà,tranquillo.
Si danno il cinque,scambiandosi anche un bellissimo sorriso e poi suo papà,dopo avermi fatto un cenno divertito,torna di sopra portando con sé la bottiglietta di acqua che era sceso a prendere. Ebbene sì,oggi avevo un "appuntamento" con Tommaso sostanzialmente per parlare. Avrei voluto farlo subito stamattina a scuola,ma non c'era. Pensavo si fosse sentito male durante il weekend,ma in effetti nei messaggi non mi aveva accennato a nulla del genere. Quando stamattina gli ho chiesto come mai era a casa,mi ha detto che era dovuto andare all'ultimo minuto a fare un prelievo del sangue che lo ha tenuto impegnato quasi tutta la mattinata. Non sa nulla di quello che è successo in questi due giorni e non so nemmeno come la prenderà.
J: ehy? Pensierosa?
G: no... un po': sono nervosa. Non so come la reagirà.
J: bene,te lo dico io. Anche perché è l'unico modo in cui può reagire se vuole tornarsene a casa sulle sue due belle gambine.
G: non fare il cattivo: non voglio ferirlo troppo. Non è un santo,ma non se lo merita in fondo.
J: tanto non odierebbe mai te: è me che non può vedere.
In effetti fin da subito non aveva mai sopportato il tipo di rapporto che c'era tra di noi e credo ne fosse pure invidioso. Sicuramente inizierà ad incolpare Jacopo,ma non è una cosa che ha fatto da solo: anche io ho le mie responsabilità. Abbiamo parlato tanto in questi due giorni e abbiamo deciso di fare tutto con grande calma. Non siamo fidanzati,ma nemmeno solo migliori amici: stiamo sperimentando. Vediamo come va e ci diamo il tempo di adattarci all'idea. Non ci siamo dati ancora nessun altro bacio però.
G: scrivo a mamma che portiamo qualcosa da mangiare noi?
J: dille che ha già deciso papà e non si può ritrattare.
G: speriamo che basti.
J: digli che ha insistito.
Ci guardiamo,scambiandoci un sorriso perché in effetti se fosse per mamma preparerebbe di tutto e di più ogni volta che c'è qualcuno a casa. Il ché sarebbe adorabile se poi non fosse papà quello sempre alle prese con il cibo e i fornelli. Vedo che Jacopo da uno sguardo all'orologio e noto che è praticamente ora.
J: che dici? Andiamo?
G: sì dai,tanto ci avviamo con calma.
J: allora forza pigrona: giù dal mio divano che ormai ha la tua forma.
G: antipatico.
Gli faccio la linguaccia,guardandolo abbastanza seccata perché sa che non mi piace quando mi chiama così. Se c'è una cosa che non sono è proprio pigra perché amo fare sempre qualcosa e ferma non so starci per niente.
J: non fare l'offesa dai,sai che scherzo.
G: beh non fai ridere però.
J: mi perdoni?
G: no.
J: dai piattolina....
G: ho detto no.
Incrocio le braccia all'altezza del petto,voltandomi dall'altra parte e infilandomi velocemente le scarpe. Odio dargliela vinta. Prima che però possa realizzare il tutto,me lo vedo apparire davanti e con un movimento molto rapido,mi strappa un bacio.
G: ma...
J: mi perdoni adesso?
G: non vale... non potevo oppormi.
J: ti saresti opposta?
G: certo che sì,sono arrabbiata!
J: allora ho fatto bene a rubartene uno: il fine giustifica i mezzi.
STAI LEGGENDO
Biondo ed Emma - Ricordati di ... 10
Romance- SEQUEL - Nel libro precedente sono successe moltissime cose alla famiglia Baldasseroni che continua ad allargarsi e a diventare sempre più unita. C'è chi è stato fortunato come Emily e chi invece in amore ha preso una grande batosta come Alex. Qua...