Capitolo 1859

90 10 1
                                    

Em: d'accordo.

L: per stasera? Davvero?

Em: sì. Stasera. Fammi sapere dove e quando.

L: perfetto. Scambiamo i numeri e giusto il tempo di prenotare da qualche parte e ti faccio sapere.

Continuiamo ancora per qualche minuto il nostro giro e poi ci salutiamo. Tanto mi avrebbe scritto di lì a poco per farmi sapere dove raggiungerlo questa sera. Rifletto sul fatto di aver preso una decisione azzardata nell'accettare la sua proposta, ma dall'altro lato per quanto io non abbia intenzioni amorose verso Lorenzo... chi può dirlo. In fin dei conti è un bellissimo uomo, acculturato e simpatico. Dopo esserci salutati, raggiungo il mio ufficio che per fortuna da sul grande cortile della facoltà, quindi il panorama è perfetto. Anche l'arredamento è molto carino ed elegante anche se manca quel tipico tocco femminile che non tarderò ad aggiungere. Mi metto a sistemare qualche cosa per poter prendere confidenza e dopo circa una decina di minuti, sento bussare. La porta è già aperta quindi mi basta alzare lo sguardo per vedere la segretaria.

X: signorina Emily.

Em: salve.

X: il rettore vorrebbe parlarle.

Em: ci sono forse problemi?

X: non che io sappia. Vorrà parlarle di alcuni dettagli riguardo all'anno accademico suppongo.

Em: va bene,vado subito. Grazie mille.

Si congeda con un cenno del capo e un sorriso. Per quanto abbia cercato di dissimulare, penso che abbia riconosciuto Colin e che sia tremendamente curiosa: come me avrà capito che non vorrà parlarmi di lavoro ma di faccende personali. D'altronde non mi stupisce che le donne lo riconoscono: anche se cambiato, è indiscutibile il suo fascino. La segretaria ha dato per scontato che io riuscissi a trovare l'ufficio del rettore, ma nonostante le varie indicazioni non è così facile. Riesco tuttavia a trovarlo, in fondo ad un lungo corridoio. La porta è leggermente socchiusa. Mi avvicino con molta cautela per evitare che il rumore dei miei tacchi possa sentirsi e dopo aver fatto un bel respiro, busso. Ricevo subito il permesso di entrare e come apro la porta, lo vedo intento a guardare fuori dalla finestra e a bere un caffè.

Em: mi cercavi ho sentito.

Aveva chiaramente immaginato che fossi io, ma solo nel sentire la mia voce si volta verso di me. L'imbarazzo è evidente e per qualche secondo rimaniamo a fissarci. Decido di rompere io questo silenzio imbarazzante, andandomi a sedere di fronte alla sua scrivania e facendogli segno di accomodarsi. Il mio gesto lo smuove e velocemente, dopo aver finito il caffè e gettato il bicchierino, si siede.

C: ciao.

Em: ciao.

C: mi dispiace... io non immaginavo...

Em: lo immagino. Non potevi dirmi che saresti tornato a Roma almeno?

C: è stato qualcosa di molto improvviso anche per me.

Mi spiega che il vecchio rettore, Anceschi, era stato scelto per un progetto privato molto importante e quindi aveva dovuto cercare un sostituto in fretta. Uno dei suoi più cari amici oltre che colleghi era casualmente il rettore del college di Colin. L'offerta gli è stata fatta qualche giorno fa e lui ha dovuto decidere su due piedi se accettare o meno. 

Biondo ed Emma - Ricordati di ... 10Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora