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"Sì"


Sbam.


"Oh,sì!"


Sbam-sbam.


"Dio, è fantastico!"

Mi svegliai di soprassalto e mi guardai attorno confuso in quella stanza poco familiare. Scatoloni sul pavimento. Quadri appoggiati alla parete.


'La mia nuova stanza, nel mio nuovo appartamento' ricordai a me stesso, posando entrambe le mani sul piumone e trovando sostegno in quel tessuto pregiato. Anche da mezzo addormentato, ero consapevole del titolo del filato.


"Mmm... sì, è fantastico. Così... Non ti fermare, non ti fermare!"


'Oh, porca miseria...'


Mi misi a sedere, mi strofinai gli occhi e mi girai verso la parete alla mie spalle,iniziando a capire cosa mi aveva svegliato. Le mie mani continuarono ad accarezzare svogliate il piumone, attirando l'attenzione di Clive, il mio micio adorato. Venne a infilarmi la testa sotto la mano, pretendendo di essere coccolato. Lo accarezzai, e intanto mi guardavo attorno, tentando di orientarmi in quello spazio nuovo.


Avevo traslocato poche ore prima. Era un appartamento meraviglioso: stanze enormi, pavimenti in legno, porte ad arco... c'era persino il caminetto! Non avevo idea di come si facesse ad accendere un fuoco, ma non era questo il punto. Morivo dalla voglia di disporre i soprammobili sulla mensola. Da buon designer di interni, avevo il vizio di creare composizioni mentali in qualsiasi spazio, anche quando non mi apparteneva. Questo a volte irritava un tantino i miei amici, perché ero sempre pronto a scombinare le loro carabattole.


Il trasloco mi aveva impegnato per tutta la giornata, e dopo essermi immerso nella profonda vasca vecchio stile fino ad avere la pelle livida, mi ero infilato nel letto per godermi tutti gli scricchiolii e i rumorini di un nuova casa: un po' di traffico fuori, una musica ovattata, e il rassicurante clic-clic di Clive che esplorava. Erano le sue unghiette, sapete...


Ed ecco che alle 2.37 mi trovavo a fissare il soffitto con uno sguardo ebete, cercando di capire cosa mi avesse svegliato,me mi spaventai a morte quando la testiera del letto si mosse, o per essere più precisi, andò a sbattere contro la parete.


'Che cavolo?' Poi sentii delle parole: "Oh, Liam, è bellissimo! Mmh..."


'Ma porca...'


Sbattei le palpebre. Mi sentivo più sveglio e quasi un po' affascinato da quello che, a quanto pareva, stava accadendo nell'appartamento accanto. Guardai Clive, lui guardò me e, se non fossi stato tanto stanco avrei giurato che mi strizzasse l'occhio. 'Mi sa che qualcuno se la sta spassando.'


Era un po' di mesi che io andavo in bianco. Un bel po' davvero. Dosi di sesso meccanico e scadente e una sveltina al momento sbagliato mi avevano rubato l'orgasmo. Ormai era latitante da sei mesi. Sei interminabili mesi.


A forza di cercare il piacere da solo, stavo accusando i primi sintomi del tunnel carpale. Ma O sembrava essersi preso un periodo sabbatico. E non sto parlando di Oprah.


Scacciai i pensieri sul mio O latitante e mi raggomitolai su un fianco. Tutto ormai sembrava tacere, e ricominciai a scivolare nel sonno, mentre Clive, soddisfatto, faceva le fusa accanto a me. A quel punto scoppiò il finimondo.


"Sì! Sì! Dio... sì!"


Un quadro che aveva appoggiato alla mensola sopra il letto cadde, precipitandomi sulla testa con un tonfo. 'Così imparo a vivere a San Francisco e non montare tutto con i chiodi. A proposito di montare...'


Dopo essermi sfregato la testa e aver detto una sfilata di parolacce tale da far arrossire Clive - se i gatti potessero arrossire - guardai di nuovo la parete dietro di me. La testiera del letto vi stava rimbalzando sopra mentre nell'appartamento accanto continuava il trambusto.


"Mmh... sì, tesoro, sì,sì,sì!" ripeté il logorroico... concludendo con un sospiro soddisfatto.


Al che, lo giuro su Dio, sentii una sculacciata. Impossibile non riconoscere il suono di una sculacciata ben assestata,e qualcuno, nell'appartamento accanto, la stava prendendo sul sederino.


"Oh, Liam. Sì. Sono stato un bambino cattivo. Sì, sì!"


'Ditemi che non è vero...' Altre sberle e poi l'inconfondibile suono di una voce maschile che gemeva e grugniva.


Mi alzai, spostai il letto a qualche centimetro dalla parete e tornai sbuffando sotto le coperte, lanciando al muro qualche sguardo omicida.


Quella notte mi addormentai dopo aver giurato che avrei bussato alla parete se avessi sentito un sospiro. O un gemito. O una sculacciata.


Benvenuto nel quartiere, Zayn.



[spazio Candeis*]

Sono tornata, insieme a Zayn e Liam.

Divertitevi!!!

Pareti comunicanti - ZiamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora