20.2

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Avevo già fatto le valigie, quindi quando arrivò l'autista ero pronto a partire. Liam aveva cercato di convincermi a fare una doccia con lui, ma io mi ero defilato, trovando la scusa che dovevo trovare il passaporto. Mi facevo prendere dal panico proprio il momento in cui ci eravamo più avvicinati, ma quella faccenda mi aveva fatto uscire di senno.

Avevo appeso O al chiodo, e il problema non era Liam. Ero io. Il sesso era stato incredibile, fantastico, perfetto anche con il preservativo, eppure O non si era palesato.

Liam portò fuori le mie valigie e le mise nel baule. Dopo aver parlato qualche secondo con l'autista, tornò da me, che stavo passeggiando l'ultima volta per la casa. Era stata davvero una favola, e mi ero goduto ogni singolo istante.

"Ora di andare?" chiesi, appoggiandomi a lui quando si avvicinò al parapetto sulla terrazza. Mi piaceva sentire quel contatto.

"Già. Hai preso tutto?"

"Penso di si. Quanto vorrei trovare un modo per portarmi a casa dei gamberi." Risi, e lui mi scompigliò i capelli.

"Penso che a casa riusciremo a trovare qualcosa di altrettanto buono. Potremmo invitare gli altri a cena il prossimo weekend e preparare alcuni dei piatti che abbiamo mangiato qui."

Mi voltai verso di lui. "Dovremmo fare il debutto in società?"

"Sì, certo. Cioè, se te la senti" aggiunse esitante, guardandomi con attenzione.

"Sì, me la sento." Ed era vero. Anche senza quel benedetto O, volevo stare con Liam.

"Okay, debutto con gamberi. Suona strano."

Risi mentre lui mi abbracciava forte. L'autista suonò il clacson, e andammo verso la macchina.

"Ti chiamo appena torno, va bene!" disse.

"Ti aspetto. Tu intanto lavora" dissi. Lui mi scostò i capelli dal viso e si chinò di nuovo a baciarmi. "Ciao, Zayn."

"Ciao, Liam." Salii sull'auto. E uscii dalla favola.



Pareti comunicanti - ZiamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora