"Penso che il bivio sia questo... sì, è questo" disse.
Sobbalzai. Avevamo scoperto di essere più vicinidi quanto credessimo, e iniziammo a sentirci un po' nervosi. Quando imboccammo l'ultima curva, ci guardammo e io strillai. Durante gli ultimi chilometri, avevamo visto pezzi di mare sbucare da dietro un boschetto o una collina. Adesso, mentre scendevamo per una stradina acciotolata, mi resi conto che Liam non aveva affitato una casa vicino alla spiaggia, ma sulla spiaggia, e la vista mi tolse le parole di bocca.
Liam accostò davanti alla villa, facendo scricchiolare le gomme sui ciotoli rotondi.mquando spense il motore, sentii le onde infrangersi sulla costa rocciosa a poche decine di metri. Restammo seduti per un attimo, a goderci quello spettacolo con un sorriso stampato sul volto, prima di catapultarci fuori dalla macchina.
"È qui che staremo? Tutta questa villa... è tua?" esclamai, mentre lui prendeva le valigie e mi raggiungeva.
"È nostra, sì." Sorrise e mi fece cenno di precederlo.
La villa era graziosa e grandiosa al tempo stesso: pareti di stucco bianco, tetto di tegole, linee pulite e morbide arcate. Alberi d'arancio costeggiavano il sentiero che partiva dal viottolo d'ingresso, e le bungavillee si arrampicavano sui muri del giardino. Era un classico cottage, costruito per resistere al mare e offrire un rifugio confortevole. Mentee Liam cercava la chiave sottoi vasi di fiori, io inalai il profumi di agrumi e di salsedine.
"Ah, trovate! Pronto a vedere l'interno?" Armeggiò un attimo con la serratura prima di girarsi verso di me.
Io gli presi la mano, intrecciando le dita alle sue e mi allungai a baciargli la guancia. "Grazie."
"Per cosa?"
"Per avermi portato qui." Sorrisi e gli stampai un bacio sulle labbra.
"Mmh, dammi lo zucchero che mi avevi promesso." Lasciò cadere le valigie e mi attirò a sé.
"Zucchero, un cavolo! Fammi vedere la casa!" esclamai, divincolandomi e sfrecciando all'interno. Non appena ebbi superato la soglia, inchiodai. Lui venne a sbattere contro di me, mentre ero perso nella contemplazione.
Un soggiorno incassato, seminato di morbidi divani bianchi e poltrone dall'aria comoda, si apriva su quella che sembrava essere la cucina. Portefinestre sul retro della casa si spalancavano su alcunw ampie verande terrazzate, che digradavano verso la spiaggia di scogli. Ma quello che mi aveva folgorato era il mare. Dietro la casa, oltre le finestre giganti, c'era il blu profondo del pigro Mediterraneo. La costa si piegava verso il centro di Nerja, dove le luci iniziavano proprio in quel momento ad accendersi mentre il crepuscolo invadeva la spiaggia, illuminando le altre case bianche affacviate sulla scogliera. Riprendendo possesso del mio corpo, corsi ad aprire le porte e lasciai che l'aria balsamica si riversasse su di me e dentro la casa, spandendo su ogni cosa il profumo della sera.
Mi avvicinai al parapetto di frro battuto, che delimitava il confine di una terrazzain cotto fiancheggiava dagli ulivi. Posai le mani sul metallo caldo, e guardai, e continuai a guardare. Sentii Liam che si avvicinava da dietro e senza dire una parola mi cingeva i fianchi con le braccia. Mi strinse forte, appoggiando la testa sulla mia spalla. Io premetti verso di lui, sentendo le curve e gli angoli del suo corpo che si incastravano al mio.
Avete presente quei momenti in cui tutto è esattamente come deve essere? Quando voi e l'universo intero vi trovate allineati in una sintonia perfetta, e sapete che non potreste essere più felici di così?necco, io stavo vivendo proprio uno di quei momenti, e ne ero ben consapevole. Risi un po' tra me, sentendo che sul volto di Liam premuto sul mio collo si apriva un sorriso.
"Bello, eh?" sussurrò.
"È bellissimo" risposi, e ammirammo il tramonto in un silenzio incantato.
STAI LEGGENDO
Pareti comunicanti - Ziam
Teen FictionVersione Ziam di un libro famoso. Loro non si conoscono ma abitano vicini, tra colpi contro il muro e miagolii sospetti, alla fine si incontreranno.