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Il giorno dopo fui svegliato da un rombo imponente. Dimenticando per un attimo dove mi trovavo, pensai di essere a casa, e che ci fosse il terremoto. Avevo già un piede fuori dal letto quando notai che la vista fuori dalla finestra era decisamente più blu che a San Francisco, e molto più mediterranea. E il rombo? Non era un terremoto. Era Liam che russava. Russava! Russava come una bamda di paese, emettendo un suono davvero inconcepibile. Mi portai le mani alla bocca per trattenere una risata e tornai a letto, per valutare meglio la situazione.

Per non smentirmi, quella notte avevo occupato quasi tutto il letto e relegato Liam in un angolino, dove adesso era raggomitolato con un cusino in mezzo alle gambe. Quello che gli mancava in superficie abitabile, però, lo compensava con il rumore. I suoni che si riversavano dalle sue narici si poteva oclassificare come qualcosa tra l'orso grizzly e un camion che esplode. Mi spostai sul letto gigante, acciambellandomi attorno alla sua testa e guardandogli il viso. Nonostante i suoni orrendi che produceva,era adorabile. Che delicatezza, gli avvicinai le dita al naso e glielotappai. Poi restai in attesa.

Dopo una decina di secondi, inalò forte e scosse la testa, guardandosi intorno smarrito. Si rilassò quando mi vide raggomitolato sui cuscini di fiancoa lui. Mi rivolse un sorriso assonnato.

"Ehi, che stai facendo?" borbottò,rotolando versodi me e stringendomi la vita, per poi appoggiarmi la testa sulla pancia. Io gli accarezzai i capelli, godendomi fino in fondo la disinvoltura con cui finalmente potevamo toccarci.

"Mi sono appena svegliato. Qualcuno stava facendo un gran chiasso da questo lato del letto."

Chiuse un occhio e mi guardò. "Faccio faticaa credereche uno spiritato come te possa lamentarsi di qualcosa."

"Spiritato? Ma di cosa stai parlando?" sbuffai, deliziandomi della sua stretta più di quanto fossi pronto ad ammettere.

"Spiritato. Sto parlando di uno che, anche se dorme in un letto grande come il carcere di Alcatraz, ha bisogno di tutto il materasso per agitare le braccia e scalciare" insistette, e senza farsi notare si alzò la maglietta per poter appoggiare la testa sulla mia pancia nuda.

"Sempre meglio che russare, Signor Trattore" lo provocai, cercando di non notare che la sua barba mi stava graffiando la pelle in modo delizioso.

"Tu scalci, io russo. Cosa possiamo farci?" disse lui con un sorriso beato, ancora mezzo addormentato.

"Tappi per le orecchie e parastinchi?"

"Davvero motl sexy. Ogni sera potremmo bardarci prima di andare a letto." Sospirò, dandomi un bacio leggeo apprena sopra l'ombelico.

Un suono troppo simile a una vagito mi sfuggì dalle labbra prima che potessi soffocarlo, e le mie orecchie bruciarono mentre elaboravo quel suo 'ogni sera', come se fossimo destinati a dormire insieme ogni sera. Oddio...

Facemmo una veloce colazione a casa, poi andammo in città. Mi innamorai subito di quel paesino: le vecchie strade lastricate, i muri imbiancati a calce che scintillavano nel sole abbagliante, la bellezza che trasudava da ogni porta aperta. Da ogni barlume di azzurro che trapelava dalla costa ai sorrisi amichevoli dei volti degli abitanti, tutto mi affascinava.

Era il giorno del meracto, e vagammo per le bancarelle, scegliendo frutti freschi da mangiare più tardi. Ho visto tanti posti splendidi su questa terra, ma quella cittadina per me era un paradiso. Davvero non avevo mai sperimentato niente del genere.

Certo, avevo viaggiato da sola per anni, trovando un certo piacere nella mia compagnia.  Ma viaggiare con Liam era... fantastico. Lui non parlava mai troppo, come tendo a fare io invece quando ver per esempio qualcosa di nuovo. Non sentiva mai il bisogno di colmare un momento di silenzio con chiacchere inutili. Ci accontentavamo di contemplare quello scenario. Se parlavamo, era per indicarci a vicenda qualcosa che ci sembrava imperdibile, come cuccioli che giocavano in un cortile, o un vecchietto euna vecchietta che si parlavano da un balcone all'altro. Era il compagno ideale.

Pareti comunicanti - ZiamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora