21.2

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Lui mi amava! Ma un attimo, che succedeva? Si stava staccando da me... dove andava?

"E adesso, farò una cosa che non avrei mai pensato di fare" disse con un sospiro  triste, guardando le pile di tortini sul tavolo. Con un sospiro profondo e una smorfia, in un colpo solo buttò tutto per terra. I dolci ci caddero addosso in mattoncini in stagnola, e non ne ero sicuro ma mi parve di sentire che gli sfuggiva un gemito mentre li guardava atterrare sul pavimento. Poi, però, si girò verso di me, gli occhi torridi e pericolosi. Mi sollevò di peso e mi piazzò sul tavolo, aprendomi le gambe per infilarcisi in mezzo.

"Hai idea di quanto stiamo per divertirci?" chiese, facendo scivolare le mani sotto il mio grembiule, calde e un po' ruvide sulla mia pancia.

"Cosa pensi di fare?"

"Un O si è smarrito, e io amo le sfide." Sorrise, attirandomi verso il bordo del tavolo e contro di lui. Con  le mani dietro le mie ginocchia, mi avvolse le gambe attorno alla sua vita, baciandomi ancora con quelle labbra e quella lingua infuocati e insistenti.

"Non sarà facile. E' proprio perduto" protestai tra un bacio e l'altro, slacciandogli i bottoni e scoprendo la sua abbronzatura spagnola.

"Le cose facili non fanno per me." 

"Dovresti scriverlo sul biglietto da visita."

"Tu scrivi questo: perché hai ancora i vestiti addosso?"

Gli sorrisi, mentre mi spingeva la schiena contro il tavolo. Il mio piede colpì il setaccio della frina e lo spedì per terra, infarinandoci definitivamente. I capelli di Liam sembravano biscotti, impolverati e gonfi. Tossii e mi uscì una nuvoletta di farina, facendo scoppiare a ridere Liam. La risata si interruppe quando lo cercai con la mano, trovandolo duro, ma ancora nei jeans. Lui grugnì, il mio suono preferito al mondo.

"Merda, Zayn, adoro sentirmi le tue mani addosso" sibilò tra i denti, avvicinandomi la bocca al mio collo e lasciando una scia di baci roventi sulla mia pelle. La sua lingua infuriata sotto il bordo del grembiule. Le sue mani trovarono presto la fine della canottiera, che volò nel lavabo della cucina. Nel giro di pochi secondi, un paio di calzini si trovò a nuotare al suo fianco, subito seguito da un paio di jeans e da una camicia bianca.

Il grembiule? In effetti ci stava dando qualche problema.

"Cosa sei, un marinaio? Chi ha fatto questo nodo, Braccio di Ferro?" borbottò affannandosi per scioglierlo. Nello sforzo riuscì a rovesciare una ciotola di marmellata all'arancia, che adesso stava gocciolando dal tavolo sul pavimento. Il mio contributo fu ribaltare una confezione di uva passa mentre torcevo il collo per cercare di guardare il nodo.

"Al diavolo il grembiule, Liam. Guarda qui" esclamai. Abbassai l'orlo del grembiule scoprendo i capezzoli. Lui guardò con sbarrati i capezzoli ora scoperti, e si gettò a pesce. Mi ritrovai sospinto senza tanti complimenti sul tavolo, mentre la sua bocca insistente mi scendeva lungo il collo, aggredendo la pelle come se gli avesse fatto qualche sgarbo personale e volesse vendicarsi. Ed era molto piacevole come vendetta.

Immerse un dito nella pozza di marmellata e tracciò un sentiero da un capezzolo all'altro, descrivendo cerchi dolci e appiccicaticci. Poi piegò la testa e ne assaggiò uno, poi l'altro, mentre ansimavamo all'unisono.

"Mmh, sei una delizia."

"meno male che non stavo cucinando il pollo fritto. Sarebbe tutta un'altra storia... mmh, mi piace" sospirai mentre lui reagiva alla mia spiritosaggine con un morso.

"Sarebbe stato molto piccante."

Scoppiò a ridere.

"Vuoi che ti prendo un sedano per rinfrescarti?" chiesi.

Pareti comunicanti - ZiamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora