3.1

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Quando infine Clive si tranquillizzò e smise di miagolare, ero completamente esausta e con gli occhi sbarrati. Comunque avevo la sveglia un'ora dopo, e mi resi conto che non sarei più riuscito a dormire. Tanto valeva alzarsi e preparare la colazione.


"Stupido gatto in calore" dissi alla parete, e andai in soggiorno. Dopo aver acceso la televisione, misi su il bollitore e studiai la luce dell'alba che iniziava a filtrare dalle finestre. Clive si acciambellò attorno alle mie gambe e io lo guardai esasperato.


"Ah, adesso vuoi me, è così? Dopo che ieri notte mi hai abbandonato per Miagolino? Che stronzo che sei, Clive" borbottai, allungando il piede e accarezzandolo con il tallone.


Lui si rovesciò sul pavimento e mi mostrò la pancia. Sapeva che non riuscivo a resistere quando faceva così. Risi e mi inginocchiai. "Sì, sì, lo so. Adesso mi vuoi bene perché sono quello che ti compra le crocchette." Con un sospiro, gli grattai la pancia.


Prima di fare la doccia, andai ad accendere la radio per ascoltare le notizie. Fu allora che sentii un rumore sul pianerottolo. Tornai in cucina, con Clive alle calcagna, e gli versai un po' di cibo nella ciotola. Ora che avevo quello che desiderava, mi dimenticò. Mentre mi dirigevo verso la doccia, sentii dei movimenti sul pianerottolo. Da bravo guardone, corsi allo spioncino per vedere come andava a finire tra Liam & Miagolino.


Lui era sulla soglia, ma ancora troppo indietro perché potessi vedere la sua faccia. Miagolino era sul pianerottolo, e vedevo la mano di lui che gli accarezzava i capelli. Oddio, quasi gli sentivo fare le fusa attraverso la porta.


"Mmm, Liam, stanotte è stato... purrrr" miagolò, premendo contro la mano che lui gli aveva posato sulla guancia.


"Sono d'accordo. un bel mondo per descrivere la serata, e stamattina" sussurrò, ed entrambi ridacchiarono.


Fantastico. un'altra doppietta.


"Mi chiami quando torni in città?" chiese lui, mentre Liam gli scostava il ciuffo di capelli dagli occhi. Aveva il viso di una che è appena stato scopato. Quando mi mancava quell'espressione.


"Certo, ci puoi contare" rispose lui, e poi lo attrasse di nuovo a sé per quello che potevo solo immaginare fosse un bacio da infarto. Lui sollevò il piede come nei film. Feci per alzare gli occhi al cielo, ma c'era qualche complicazione logistica. Capite, avevo l'occhio destro appiccicato allo spioncino...


"Do svidaniya" mormorò il ragazzo nel suo accento esotico. Sembrava molto più simpatico ora che on miagolava come un gatto in calore.


"A presto" rise lui, e lui si allontanò con un passo elegante. Cercai di intravederlo prima che rientrasse, ma niente da fare. Mi era sfuggito un'altra volta. Dovevo ammettere che dopo le sculacciate e le miagolate, morivo dalla voglia di vedere che faccia avesse. Nell'appartamento accanto andavano in scena prodezze erotiche di un certo calibro. Solo non capivo perché tutto questo dovesse guastarmi il sonno. Mi staccai dalla porta e andai a farmi la doccia. Sotto il getto d'acqua, mi chiesi quali cosa mirabolanti bisognasse inventarsi per far miagolare un ragazzo.


Arrivate le sette e mezzo, saltai su un tram e ripassai mentalmente la giornata che mi aspettava. Dovevo incontrare un nuovo cliente, perfezionare qualche dettaglio di un progetto che avevo appena concluso e pranzare con il capo. Sorrisi pensando a Jillian.

Pareti comunicanti - ZiamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora