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Veinti minuti dopo mi aveva fatto accomodare in un elegante divano rosso parzialmente nascosto da due tende dorate. Mi aveva portato al suo ristorante preferito di Chinatown,  mi aveva ordinato una camomilla, e aveva aspettato in silenzio che spiegassi il mio pseudocrollo di nervi. In realtà, il silenzio non era stato assoluto: nel frattempo, avevamo ordinato una zuppa di riso.

"Devi aver passato proprio un bel weekend a Tahoe, eh? chiese infine.

Risi nel vapore. "Diciamo così."

"Cos'è successo?"

"Be', Harry e Neil finalmente si sono messi insieme e..."

"Aspetta un attimo, Harry e Neil? Pensavo che Harry uscisse con Louis."

"Infatti, ma in fondo al suo cuore aveva sempre voluto stare con Neil, così alla fine ogni tassello è andato al suo posto."

"Poveri Niall e Louis. Per loro deve essere stato imbarazzante."

"Ah, sì, poveri Niall e Louis. L'hanno fatto nello spogliatoio della piscina, per la miseria." Sbuffai.

Jillian sbarrò gli occhi. "Nello spogliatoio... vhe roba" esclamò, e io annuii.

Mangiammo.

"Quindi è venuto anche Liam a Tahoe, no?" chiese lei dopo qualche minuto, senza guardarmi negli occhi. Risi di quella che considerava discrezione. Jillian aveva tante qualità, ma il tatto non era una di queste.

"Sì, c'era anche Liam."

"E com'è andata?"

"Prima benissimo, poi malissimo, e adesso non si sa" ammisi, mettendo da parte la zuppa per bere il tè. Era calmante e senza caffeina, cosa su cui Jillian aveva insistito.

"Quindi, per voi niente spogliatoio?" chiese, sempre guardandosi attorno nel ristorante come se mi stesse chiedendo nulla di importante.

"No, Jillian, niente spogliatoio. La vasca idromassaggio sì, ma lo spogliatoio no" dissi, e poi mi sfogai e le raccontai tutta quella storia assurda.

Lei rimase ad ascoltare, commentando con qualche sospiro e qualche 'mmh' nei momenti giusti, e indignandosi anche nei momenti giusti. Quando ebbi finito, ero di nuovo in lacrime, e la cosa iniziava davvero a darmi sui nervi.

"E la cosa peggiore è che io non avrei dovuto farlo, ma è stato lui a fermarsi, e non penso nemmeno che lo volesse!" esclamai, asciugandomi con rabbia le lacrime sul tovagliolo.

"E allora, secondo te, perché l'ha fatto?"

"Magari è etero?" suggerii, e lei sorrise. Feci un respiro profondo e rispresi il controllo.

Jillian mi guardava pensierosa, e infine sentenziò: "Ti rendi conto che siamo due persone intelligenti che in questo momento nonsi stanno comportando in modo molto intelligente?"

"Cosa?"

"Sappiamo che è inutile cercare di immaginare cosa può pensare. La cosa salterà fuori quando sarà il momento. E le tue lacrime? Sono lacrime di stress, lacrime di frustrazione, niente di più. Ma voglio dirti una cosa..."

"E cioè?"

"Da quando conosco Liam, non ho mai sentito che abbia invitato un ragazzo ad accomoagnarlo in un viaggio di lavoro. Insomma, ti ha invitato in Spagna. Non è proprio da lui."

"Be', non so nemmeno più se sono ancora invitato." Feci un respiro drammatico.

"Siete ancira amici, no?" chiese lei. "Perché non glielo chiedi e basta?" Dato che non rispondevo, aggiunse: "Ficcatelo nella piapa e succhiala, come diciamo da queste parte".

"Penso che sia 'fumala', Jillian. Ficcatelo nella pipa e fumala."

"Vabbè, fumala, succhiala, come ti pare. Mangiail tuo biscotto della fortuna, caro." Sorrise,facendo scivolare il biscotto sul tavolo. Lo aprii e presi il bigliettino.

"Cosa dice il tuo?" chiesi.

"Licenzia tutti i dioendenti che hanno più di una matitadietro l'orecchio" dichiarò con voce seria. Scoppiammo a ridere, e sentii che la tensione stava in parte lasciando il mio corpo.

"E il tuo?" chiese.

Lo aprii, lessi le parole e guardai esasperata il soffitto. "Stupido biscotto della fortuna." Sospirai, e glilo porsi.

Lei lo lesse e sbarrò di nuovo gli occhi. "Oddio, questo fa proprio per te! Dai, torniamo al lavoro."

Rise, poi mi prese per mano e mi portò fuori dal ristorante. Mi restituì il biglietto dellla fortuna, e io feci per gettarlo, ma poi me lo infilai nel portafoglio:

FA' ATTENZIONE AI MURI CHE COSTRUISCI E A QUELLO CHE POTREBBE ESSERCI DALL'ALTRA PARTE

'Confucio, uno a zero per te.'

Messaggi tra James e Zayn:

Ciao.

Ciao.

È ancora valido l'appuntamento di venerdì sera?

Certo. Dove andiamo a cena?

C'è un ottimo ristorante vietnamita nuovo che volevo provare.

Hai di,enticato che non sono un fan della cucina vietnamita?

Andiamo, sai che ne vado pazzo. Puoi prendere la zuppa!

Vada per il vietnamita. Mi arrangerò. A proposito, gli ultimi mobili dovrebbero essere consegnati lunedì. Io sarò presente per ritirarli e sistemarli.

Quanto ci vorrà per finire il progetto?

A parte qualche pezzo in camera da letto, dovrebbe essere tutto pronto per il prossimo weekend.

Prima della scadenza stabilita, aggiungerei...

Ottimo. Verrai anche a dare gli ultimi ritocchi alla camera da letto?

Piantala, Jaime.

Odio quando mi chiami Jamie.

Lo so, Jaime. A venerdì sera.

La giornata mi aveva sfinito. Ero proprio allo stremo. Avevo pensato seriamente di andare a yoga, ma con il passare delle ore avevo solo voglia di tornare a casa. Volevo Clive, e non potevo più fingere di non volere anche Liam. Magari era in casa? Mentre salivo le scale, sentii il rumore della sua tivù dalla porta. Stavo già girando la chiav nella serratura quando pensai al biscotto della fortuna. Potevi bussargli, no? Solo per salutarlo. Mentre rimuginavo, sentii il telefoni suonare, seguito dalla sua voce.

"Ivan? Ciao, come stai?" diss, e quello mi tolse ogni incertezza. Aveva il suo harem, e non era possibile che io entrassi a far parte di una cosa del genere. Volevo Liam, ma lo volevo tutto per me. Mi ero ripromesso di non fare altre stupidaggini. Mentre sentivo bruciare gli occhi per la millesina volta quel giorno, entrai e trovai Clive che mi aspettava, e sorrisi tra le lacrime. Lo presi in braccio, stringendolo forte mentre lui mi raccontava la sua giornata nel suo linguaggio gattesco. A quanto pare, era consistito in un leggero spuntino, un sonnellino  una mezz'oretta di leccate, un altro spuntino, un altro sonnellino, e poi aveva guardato la starda per il resto del pomeriggio e della sera. Avanzi del takeaway sul divano con il mio programma di cucina sul divano, una doccia veloce, e andai a nanna presto. Proprio non mi andava di prolungare quella giornata.

Mi addormentai con Clie acciambellato tra le gambe, ancora una volta senza musica dall'altro lato.

Pareti comunicanti - ZiamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora