Clic. Clic. Clic.
'Che cavolo è?'
Clic. Clic. Clic.
'Oh, no.'
Restai paralizzato nel letto, tutte le luci dell'appartamento accese.
Clic. Clic. Clic.
Mi inabissai tra le coperte, coprendomi la faccia fino agli occhi, che continuavano a scrutare con attenzione la stanza. Il mio cervello sapeva che ero al sicuro, ma continuava anche a riprodurre scene di quel film spaventoso, rendendomi il sono impossibile. I miei nervi avevano preso in ostaggio il mio cervello, e stavano sparando una scarica incontenibile di adrenalina in tutto il mio corpo. Odiavo Liam con ogni fibra del mio essere. Avrei anche desiderato che fose lì.
Clic. Clic. Clic.
'Ma che cos'è?'
Clic. Clic.
Niente.
Poi Clive balzò sul letto e io lanciai un urlo da brivido. Lui rizzò la coda e sbuffò, certo chiedendosi perché diavolo il suo paparino gli urlava contro. il clic clic clic erano le sue maledettissime unghiette.
Un attimo dopo il mio telefono vibrò, scuotendo tutto il comodino e facendomi gridare di nuovo. Era Liam.
"Cosa diavolo è successo? Perché stai strillando? Tutto bene?" esclamò quando risposi, e lo sentivo sia nel telefono sia dalla parete.
"Muovi il culo e vieni subito qui, stronzo fanatico dei fil dell'orrore" sibilai, e riattaccai. Bussai alla parete e mi precipitai ad aprire la porta. Più o meno coma da piccolo scendevo gli ultimi gradini delle scale della cantina, tornai di corsa in camera, facendo gli ultimi passi a balzi e atterrando al centro del mio letto. Mi rimboccai le coperte e sbirciai fuori, in attesa. Lui bussò e sentii la porta che si apriva.
"Zayn?" chiamò.
"Sono qui" urlai. Pur vergognandomi di essre dobuto scendere tanto in basso, ero felice di vederlo.
"Ho portato la torta" disse, con un sorriso imbarazzato. "E questa" aggiunse, tirando fuori la coperta afghana da dietro la schiena.
"Grazie." Gli sorrisi da dietro il cuscino.
Qualche minuto dopo eravamo seduti sul letto, ognuno con un piatto e un bicchiere di latte. Prima eravamo troppo pieni e poi troppo spaventati per mamgiare la torta. Clive e la sua zampetta fantasma ripiegarono nell'altra stanza dopo aver guardato male Liam e aver fatto oscillare minacciosamente la coda.
"Quanti hanni hai?" chiesi, tagliando la torta.
"Ventidue. E tu?"
"Ventidue. Abbiamo la stessa età e siamo terrorizzati da un film" lo provocai, dando un morso. La torta era ottima.
"Terrorizzato, non direi" ribattè lui. "Magari un po' spaventato. Ma sono venuto solo per farti smettere di gridare."
"E per assaggiare la mia torta" aggiunsi, strizzandogli l'occhio.
"Zitto, tu" intimò lui, procedendo a dare un morso.
"Mio Dio, che buona" mormorò, mSticando con gli occhi chiusi.
"Lo so. Cosa avranno queste torte di mele fatte in casa? Esiste qualcosa di meglio?"
"Mangiarla nudi sarebbe ancora meglio." Sorrise, aprendo un occhio.
"Nessuno qui si metterà nudo, amico. Accontentati di mangiare la torta." Indicai il suo piatto con la forchetta.
Continuammo a masticare.
STAI LEGGENDO
Pareti comunicanti - Ziam
Teen FictionVersione Ziam di un libro famoso. Loro non si conoscono ma abitano vicini, tra colpi contro il muro e miagolii sospetti, alla fine si incontreranno.