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Messaggi tra Liam e Zayn il martedì successivo:

Ho parlato con un mio amico. Pensavo di aver capito come si cucinano i gamberi che ti avevano fatto tanto impazzire in Spagna.

Perfetto, saranno l'ideale per il menu spagnolo che sto preparando per sabato. Vengono tutti, anche Jillian e Benjamin.

Sicuro che non vuoi farla a casa mia?

No, da me sarà più semplice. Ho l'isola, che è più comoda per cucinare, ma dovrò requisire il tuo forno.

Posso requisirti sull'isola?

Non è quello il senso della parola 'requisire'.

Dai, hai capito cosa volevo dire.

Sì, e comunque puoi.

Fico. Hai visto le mie scarpe da corsa?

Sì, sono nel mio bagno dove le hai lasciate. Ci sono inciampato sopra stamattina.

E' stato quello il tonfo che ho sentito?

L'hai sentito?

Sì, mi ha svegliato.

E non sei venuto a vedere se stavo bene?

Non volevo disturbare Clive. 

Non posso credere che dorma sul tuo lato. Traditore.

Adesso siamo amici... o quasi. Ha di nuovo fatto pipì sulla mia felpa.

AH! Devo tornare al lavoro, ladro di gatti. Allora stasera guardiamo il film?

Se vuoi chiamarlo così.

Così sembra che abbiamo davvero dei programmi.

Io ne ho. Puoi scommettere che ne ho.

Anch'io...

Sono qui seduto a mangiare la tua torta... pensami.

Non riesco a pensare ad altro... e ti odio.

Non mi odi.

E' vero. Adesso finisci di mangiare la torta...

... mi sto ingozzando...

Messaggi tra Niall e Zayn giovedì:

 Sei sicuro che non devo portare niente per sabato?

No, Harry porta da bere, e al resto pensiamo noi.

Che bello sentirti di nuovo usare il noi.

Sì, mi piace questo noi.

E fate zum-zum?

Cos'hai, sette anni? Comunque, sì, ed è bellissimo.

Mi fa piacere. Quindi hai già dormito nel letto del peccato?

No, ci siamo abituati a stare da me. Penso che mi sentirei a disagio in quel letto.

Quante pareti ha fatto tremare quel letto...

Appunto. Mi sentirei strano.

Forse sarebbe bello marcare il suo letto, per così dire. Nuova era, nuovo ragazzo, nuovo Sbatticuore?

Non so, vedremo... So che prima o poi dormiremo lì, ma non è ancora il momento. E poi si diverte troppo a fare amicizia con Clive.

COSA? Clive odia gli uomini! A parte noi!

Sono arrivati a una specie di tregua. Io non indago oltre.

E' proprio una svolta.

Lo so. Vuoi che sabato venga prima per aiutare?

Vuoi solo rimettere le mani nei miei cassetti.

Hanno bisogno di una riordinata...

Vieni prima.

YUPPIIII!

Dovresti farti vedere, da uno bravo...

Giovedì sera c'era una grande tranquillità. Io e Liam restammo seduti sul divano a lavorare. Stavo abbozzano la sala da ballo della casa al mare di qualcuno. Avete capito bene, una sala da ballo. Era quello il mondo che bazzicavo. Quello che bazzicavo, non quello in cui vivevo. Indossavo ancora la tuta da yoga. Liam cucinò, usando la mia cucina, in cui ormai si sentiva a casa. Diceva che era più comodo, visto che tanto a un certo punto saremmo finiti da me, ma lo beccai mentre sollevava Clive sul piano di lavoro perché potesse 'guardare'. Lo metto tra virgolette perché la parola fu detta da Liam a Clive. L'intera frase, credo, fosse sulla falsariga di "Ecco, qui, bello. Così puoi guardare! Scommetto che dal pavimento non si vede un granché, vero? Vero?"

E Clive rispose. So che tecnicamente è impossibile, ma il suo miagolio suonò come un 'Grazie'.

I miei ragazzi stavano davvero legando. Che carini. 

Insomma, eravamo lì, io a disegnare, e Liam a fare ricerche su Internet per il viaggio in Perù. Aveva tipo settanta miliardi di miglia con il programma frequent plyer, e gli piaceva sbandierarmeli in faccia.

Non volava una mosca, a parte il fruscio delle mie matite colorate sulla pagina e il ticchettio della tastiera. E le zampette di Clive. Le unghie di felino più rumorose del mondo libero.

Liam finì e chiuse il laptop, stirando le braccia sulla testa e mostrando i peli sotto l'ombelico. Mi distrassi e sbavai il contorno. Posò la testa sullo schienale del divano, iniziò a russare in modo quasi impercettibile, e io sorrisi tra me, continuando a lavorare.

Dieci minuti dopo sentii che la sua mano si allungava al di sopra dei cuscini e prendeva la mia.

In fondo me ne serviva una sola per disegnare.


Pareti comunicanti - ZiamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora