18.4

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In effetti la cena durò un secolo, ma per quanto non vedessi l'ora di ritrovarmi solo con Liam, non volevo nemmeno che quella serata finisse. Ci servirono una favolosa paella di mare, con gamberi e aragoste, chorizo e piselli. Cucinata allamaniera tradizionale, quasi impossibile da replicare: il semplice piatto poco profondo in cui era stat cotta aveva permesso al riso allo zafferano sul fondo di diventare croccante, una vera delizia. Avevamo finito un'ottima bottiglia di rosé e stavamo sorseggiando minuscoli bicchieri di Ponche Cabllero, un brandy spagnolo con note di arancio e cannella.

Il liquore aveva un sapore divino. Ero piacevolmente accaldato e ancor più piacevolmente brillo. Non ubriaco, ma abbastanza alticcio da avere tutti i sensi in allerta e trovare erotica qualsiasi cosa: il modo in cui quel brandy vellutato miscovolava in gola, il contatto con la gamba di Liam sotto il tavolo, il modo in cui il mio corpo aveva iniziatoa vinrare. Se,brava che quella sera tutti gli abitanti fossero pre le strade e di umore allegro, per la festa che stava iniziando a infuriare in centro. C'era qualcosa di elettrizzante e selvaggio nell'aria. Mi appoggia allo schienale, sfiorando Liam con il piede, un sorriso ebete sul viso mentre mi guardava fisso.

"Una volta ho mangiato la tua paella" disse all'improvviso, cogliendomi di sorpresa.

"Scusa?" balbettai, afferrando sul labbro una goccia di brandy prima che mi cadesse sulla camicia.

"A Tahoe, ricordi? Hai cucinato la paella."

"Ah sì, è vero. Non era come quella di staser, ma era piuttosto buona." Sorrisi, pensando a quella sera. "Ricordi che non ci eravano fatti mancare nemmeno il vino."

"Già, abbiamo mangiato paella e bevuto vino, abbiamo accoppiato gli altri e poi tu mi hai baciato."

"Sì, e sì." Arrossii.

"E io mi sono comportato da sfigato" agginse lui, arrossendo a sua volta.

"Giusto" confermai con un sorriso.

"Tu sai perché, vero? Insomma, devi aver capito che io... ecco... ti desideravo. Lo sai, vero?"

"Ce l'avevo contro la gambe, Liam. Me n'ero accorto, eccome." Feci una risatina, cercando di alleviare la tensione, ma senza dimenticare l'umiliazione che avevo provato quando ero scappato dalla vasca.

"Zayn, per favore" mi guardò, di colpo serio.

"Per favore, tu. Ce l'avevo davvero contro la gamba." Feci un'altra risata, stavolta più debole.

"Quella sera sarebbe stato così facile, sai? Sul momento non ero nemmeno sicuro del motivo per cui mi ero fermato. Secondo me sapevo che..."

"Sapevi cosa?" lo incalzai.

"Sapevo che con te sarebbe stato tutto o niente."

"Tutto?" chiesi, quasi strozzandomi.

"Tutto, Zayn. Volgio tutto di te. Quella sera sarebbe stato fantastcio, ma era troppo presto." Si chinò sul tavolo e mi prese la mano. "Adesso siamo qui" disse, portandosi la mia mano alla bocca. Bacioni il dorso, poi mi aprì il palmo e vi stampò al centor un bacio umido. "Dove posso dedicarti tutto il tempo che voglio" disse, baciandomi di nuovo la mano mentre io lo guardavo fisso.

"Liam?"

"Dimmi."

"Sono davvero contento che abbiamo aspettato."

"Grazie al cielo." Sorrise e fece un cenno al cameriere.

Ridemmo come due ragazzini mentre pagavamo il conto e iniziavamo a percorrere la salita verso la macchina. La festa ormai era al culmine e per tornare indietro dovemmo attraversarla. Le lanterne illuminavano il cielo mentre un ritmo forsennato pulsava dalle casse e la gente ballava in strada. C'era di nuovo quell'energia,mquel senso di abbandono nell'aria, e il brandy e quella energia spinsero il Sistema Nervoso verso le parti basse, dove ZSC e Wang minacciavano di dargli il dolpo di grazia. ZSC e Wang, sembrava un due di rapper...

Arrivati alla macchina, avevo appena afferrato la maniglia della portiera quando un focoso Mr Payne mi prese e mi fece girare verso di lui. Mi rivolse uno sguardo ardente e mi spinse contor la macchina, i fianchi forti e le mani frenetiche tra i mie capelli e sulla mia pelle. La sua mano scivolò lungo la mia gamba afferrando la coscia e sollevandola alla sua mentre io gemevo per la forza selvaggia che stava per travolgermi il corlpo e l'anima.

Tuttavia, lo fermai prendendolo per i capelli, facendolo geneme a sua volta. "Portami a casa, Liam" mormorai, baciando di nuovo le sue labbra irresistibili. "E per favore, fai presto."

Anche il Signor Cuore sembrava contento, e svolazzava da tutte le parti. Stava ancora camtando, ma stavolta la canzone era molto più oscena.

Pareti comunicanti - ZiamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora