Messaggi tra Liam e Zayn:
Cosa stai facendo?
Cosa stai facendo TU?
L'ho chiesto prima io.
Lo so.
Sto aspettando...
Anch'io...
Cielo, come sei testardo. Sto tornando da Los Angeles. Sei contento, adesso?
Sì, grazie. Sto cucinando la torta alla zucca.
Meno male che adesso sono alla stazione di servizio e nonsto guidando, altrimenti avrei sbandato...
Eh, sì, i dolci ti eccitano, vero?
Non hai idea.
Quindi forse non dovrei dirti che adesso profumo di zenzero e cannella?
Zayn.
Proprio in questo momenti ho l'uvetta a mantecare nel brandy.
Ora basta...
Guardai di nuovo fuori dalla finestra, squadrando la strada di sotto, e ancora non c'era segno della Rover. La nevvia era piuttosto fitta, e a costo di sembrare pesante, mi stavo un po' preoccupando che non fosse ancora arrivato. Ero lì seduto con la torta che si raffreddava, e Liam non si presentava ad annusarla. Presi il telefono per mandargli un messaggio, ma poi decisi di chiamarlo. Non volevo che mi scrivesse mentre guidava. Squillò qualche volta, e finalmente lui rispose.
"Ecco il mio cuoco preferito" mi blandì, e le mie ginocchia si strizzarono una contro l'altra.mera il migliore esercizio di Kegel: contrazione istantanea.
"Sei vicino?"
"Come, scusa?" rise.
"Vicino a casa. Sei vicino a casa?" chiesi, alzando gli occhi al cielo e rilassando i muscoli.
"Sì, perché?"
"Sembra che ci sia un sacco di nebbia. Insomma, più del solito... Va' piano, okay?"
"È molto carino da parte tua preoccupati per me."
"Zitto, bello. Io mi preoccupo sempre per i miei amici" lo sgridai, iniziando a prepararmi per il letto. Ero da tempo abituato al multitasking. Riuscivo a compilare la dichiarazione dei redditi mentre mi facevo i capelli, senza battere ciglio. Certo potevo spogliarmi mentre parlavo con Liam. 'Hem.'
"Amici? Io e te siamo amici?" chiese.
"Cos'altro dovremmo essre, scusa?" replicai, sfilandomi i calzinoncini e prendendo un paio di grosse calze di lana. Quella sera il pavimento era gelato.
"Mmh" mormorò mentre mi toglievo la maglietta e scivolavo in una maglietta che avrei usato per dormire.
"Mentre fai questi versi, devo parlarti di una cisita che ho ricevuto qualche giorno fa da un tuo amico."
"Un mio amico? Suona interessante."
"Sì, accento da
Hugh Grant, inglese con la puzza sotto il naso? Ti dice niente? Ha lasciato un pacco per te."Subito risuonò la sua risata. "Accento da Hugh Grant... che ridere! Deve essere stato Larry. Hai conosciuto Larry!" rise come se fosse la cosa più spassosa del mondo.
"Larry un corno. Per me sarà sempre Ridarolo." Ridacchiai, sedendomi sul bordo del letto e spalmandomi di crema.
"Perche lo chiami Ridarolo?" chiese lui facendo l'innocenrino, e capii che stava per ribaltarsi dalle risate.
"C'è bidogno che te lo dica? Sei un po' duro di comprendonio... comunque, insomma, l'ho conosciuto." Tagliai corto prima che potesse proseguire con qualche spiritosaggine su quanto ce l'avesse 'duro'. Tanto me n'ero accorto nella vasca da bagno. Kegel. E un altro Kegel, troppa grazia!
"Mi piace chiaccherare con te, Boxer. Sei sempre spassoso."
"Prima 'personalino', e adesso 'spassoso'? Mi preoccupi, Liam." Tornai in soggiorno a spegnere le luci e preparare tutto prima di andare a dormire. Il che sognifica riempire la ciotola dell'acqua di Clive nascondere qualche crocchetta in giro per l'appartamento. A lui piaceva fare la caccia al tesoro mentre dormivo, e le crocchette erano il suo bottino preferito. A volte purtroppo ci rimettevano icuscini, oltre agli elastici per capelli, i lacci per le scarpe sciolti e qualsiasi altra cosa sembrasse appetitosa alle due di notte. Certe volte, al mattino, sembrava che di notte mi avessero girato in casa Il libro della giugla.
"Be', non preoccuparti. Vengo a prenderlo quando torno. Quindi vi siete fatti una bella chiaccherata?"
"Abbiamo scambiato due chiacvhere, sì. Ma niente segreti sconci. Anche se, con quelle pareti sottili, non è che ci siano tanti segreti. Come sta l'ultimo superstite dell'harem? Gli mancano i suoi colleghi?" Spensi le luci e andai in cucina a prendere le crocchette. Morivo dalla voglia di chiedergli se aveva davvero rotto con Ridarolo. Si che aveva rotto, o no?
"Mi sa che si sente un po' solo, già " disse lui, in quello che mi sembrava un tono prudente. 'Mmh'...
"Solo perché..." lo incoraggiai, interrompendo lo spargimento di crocchette.
"Solo perché, be', diciamo che per la prima volta da molto tempo, sono... ecco... sono... mi capisci..." balbettò e poi tacque, lasciando la cosa in sospeso.
"Dai, sputa il rospo" ordinai, quasi senza fiato.
"Senza... compagnia maschile. O, come la metteresti tu, senza harem." Le sue parole uscirono in una specie di sibilo, e le mie gambe iniziarono a tremare come gelatina.mquesto fece tremare anche le crocchette nel contenitore, avvisando Clive che la caccia al tesoro era iniziata prima del solito.
"Senza harem, eh?" ripetei con un filo di voce, con visioni del delizioso Liam che mi ballavano in testa. Liam Single, Liam Single in Soagna...
"Già " mormorò lui, ed entrambi restammo in silenzio per quelli che sembravano mesi, anche se in realtà su solo il tempo necessario a Clive per mettere le zampe sulla sua prima vittima: la crocchetta nascosta nella mia scarpa da tennis davanti alla porta.andai a congratularmi con lui per il bottino che aveva conquistato.
"Ha detto una cosa strana" aggiunsi, rompendo l'incantesimo.
"Ah, sì? E cioè?" chiese Liam.
"Mi ha detto che ero, cito, 'carino'."
"Ma dai!" rise lui, sollevato.
"Sì, e il fatto è che l'ha detto come se volesse confermare una cosa che aveva detto qualcun altro. Ora, non sono uno di quei ragazzi che vogliono i complimenti a tutti i costi, ma a quanto pare, Liam, hai parlato bene di me." Sorrisi, sapendo che la mia faccia stava diventando rosa fosforescente. Stavo andando in camera da letti quando sentii qualche colpo leggero alla porta. Andai ad aprire senza guardare lo spioncino. Avendo la netta sensazione di sapere chi fosse.
Ed eccolo lì, il telefono attacato all'orecchio,nla borsa da viaggio in mano e un sorriso a trantadue denti.
"Gli ho detto che sei carino, ma la verità è che sei più che carino" disse, chinandosi verso di me e portando il volto a pochi centimetri dal mio.
"Più che carino?" chiesi, respirando a fatica. Sapevo di avere un sorriso non meno smagliante del suo.
"Sei splendido" disse.
E su quelle parole, lo invitai ad entrare. Con soltanto la maglietta addosso. Da lontano, O faceva il tifo...
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Pareti comunicanti - Ziam
Teen FictionVersione Ziam di un libro famoso. Loro non si conoscono ma abitano vicini, tra colpi contro il muro e miagolii sospetti, alla fine si incontreranno.