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18.41

Mentre girava per il mio appartamento vestivo solo di un asciugamano, schivando file di farina e mucchi di uvetta, Liam era un vero spettacolo. Quando scivolò sulla marmellata e andò a sbattere contro il piano da lavoro, risi tanto di gusto che dovetti sedermi sul divano. Lui rimase lì con un pezzo di torta alle zucchine, uno sguardo divertito. Continuai a ridere, e il mio asciugamano scivolò sul pavimento, aprendo più di qualche spiraglio su quando avevo dà offrire. Alla vista del mio corpo, accaddero due cose. i suoi occhi scattarono, e un'altra cosa scattò. Scattò sull'attenti. Quest'ultimo sviluppo mi fece alzare un sopracciglio.

"Ti rendi conto che mi stai trasformando in una macchina?" osservò, sbirciandosi il coso che gli spuntava da sotto l'asciugamano. Si fermò per mettere la torta alle zucchine al sicuro sul tavolino.

"Ma quant'è carino? Sembra che si sporga da dietro il sipario!" dissi battendo le mani.

"Forse non te ne rendi conto, ma agli uomini non piace la parola 'carino' associata al loro arnese."

"Ma è carino... oh-oh, dov'è andato?"

"Adesso fa il timido. Non è carino, ma è timido."

"Timido un corno. Non mi sembrava tanto timido poco fa, sotto la doccia."

"Ha bisogno che il suo ego sia accarezzato."

"Ma davvero?!"

"No, sul serio. Penso che ti accorgerai che è piuttosto sensibile alle carezze."

"Senti, stavo pensando che forse avesse bisogno di qualche bella leccata, ma se ritieni che basti accarezzarlo..."

"No, no, penso che le leccate vadano benissimo. Lui... santo cielo, Zayn!"

Mi chinai, tirai fuori il timidone e lo presi subito in bocca. Sentendo che diventava ancora più duro, mi sistemai sul bordo del divano, cinsi Liam con le braccia e lasciai cadere l'asciugamano. Mentre lo attiravo verso di me, facendolo affondare ancora di più nella mia bocca, mugolai di piacere nel sentire che le sue mani si intrecciavano ai miei capelli e mi sfioravano il viso. Con deferenza, mi posò le dita sulle palpebre, le guance, le tempie, e infine mi affondò una mano nei capelli mentre con l'altra, ecco, mmh... se lo teneva fermo. Mentre concentravo tutta la mia attenzione sulla sua punta, lui si accarezzava la base, forse la cosa più sensuale che avessi mai visto. Vedere la sua mano avvolta attorno al membro mentre si muoveva dentro e fuori dalla mia bocca... qualcosa di travolgente.

'Sensuale' non è nemmeno la parola giusta. E' inadeguata rispetto al distillato di erotismo che si svolgeva di fronte a me. Mugolai ancora, eccitato dal gioco della mia stessa bocca. Bocca fortunella.

Mi lasciai cadere sul divano, portando Liam con me. Lui reagì usando entrambe le mani per tenersi allo schienale del divano, affondando con convinzione nella mia bocca. Quella posizione gli permetteva di spingersi più lontano, e mi rendeva facile inghiottirlo fino in fondo. Gli afferrai le natiche, sentendo il brivido di procurargli piacere, sapendo che ero io, solo io a poterlo avere così.

Lo sentivo avvicinarsi sempre di più al limite, cominciavo a decodificare i segnali. Eppure, lo volevo ancora. Da quel punto di vista, ero un'egoista. Dopo averlo succhiato forte un'ultima volta, spinsi Liam sul divano e mi misi a cavalcioni su di lui. Lui spinse verso l'alto mentre io mi abbassavo, e ci fu un momento... avete presente quel momento in cui si sente tirare tutto in maniera meravigliosa? Il tuo corpo reagisce: una cosa che non dovrebbe essere dentro di te adesso c'è e per un nanosecondo è qualcosa di estraneo, di sconosciuto. E poi la tua pelle si ricorda, la memoria muscolare prende il sopravvento e quella sensazione mirabile di pienezza è qualcosa di unico.

A quel punto, cominci a muoverti.

Appoggiandomi alle sue spalle per fare leva, ruotai i fianchi verso i suoi, notando, non per la prima volta, che era stato progettato su misura per me. Si adattava al mio corpo alla perfezione, due metà ricongiunte, una specie di Lego sessuale. Anche lui lo avvertiva, ne ero certo.

Mi mise la mano sul petto, proprio sopra il cuore. "Fantastico" mormorò mentre lo cavalcavo, in un tono dolce e bollente. Mi tenne la mano sul cuore mentre mi agitavo sopra di lui, e con l'altra mi stringeva il fianco, guardandomi, posizionandomi, assaporando il modo in cui regalavo piacere a entrambi. Si sforzò di non abbandonarmi, di tenere gli occhi aperti mentre godeva. Io presi la mano che mi teneva sul cuore e la posai più in basso, dove iniziò da tracciare quei suoi diabolici cerchiolini.

"Sì, Liam... sì... è così... ahhha... così..."

"Adoro vederti esplodere" ansimò lui, e io esplosi. E lui pure. Venimmo insieme.

Crollai sopra di lui, tenendo gli occhi aperti finché la stanza non smise di girare in tondo e la sensibilità tornò nelle dita dei miei piedi e delle mie mani. Tra le sue braccia, sentivo un calore irradiarsi nel mio corpo.

"Leccate. Che idea" esclamò lui. E io scoppiai a ridere.


Pareti comunicanti - ZiamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora