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(Abito di Y/n, parliamo della fine del 1700 e di un abbigliamento della classe operaia. Potete tranquillamente immaginare che Y/n rispecchi del tutto la vostra estetica. Ma io la immagino con lunghi capelli mossi castano chiaro e occhi verde scuro. Lentiggini sul naso e guance.)
Una nuova alba illuminava di arancione e giallo il vasto paesaggio londinese. Y/n era già sveglia pronta a correre alla fontana per darsi una veloce sciacquata. Viveva in uno di quei condomini nuovi. Si quelli che lo stato aveva appena costruito per la nuova classe operaia. "Case nuove e ben arredate, con tutti i comfort". Baggianate! A mala pena fornivano un letto, un lavandino e un fornello, c'era una sedia e se eri fortunato un camino, ma che cosa dai a fare un camino a persone che non posso permettersi neppure di comprarsi la legna? "Per fortuna" Y/n non aveva il camino, ma lavorando in una fabbrica di seta, aveva potuto rivendere, quando nessuno la vedeva, pezzi di tessuto che avanzano. È vero li rubava, non ne andava fiera, ma facendo così poteva permettersi delle coperte calde e un pasto al giorno. "Y/n siete già sveglia?" La voce del figlio della vicina oramai era la sua sveglia ogni mattina. Era davvero un caro ragazzo, il suo nome era Jimin. Sua madre lavorava in fabbrica con la ragazza, mentre lui è il padre andavamo a lucidare scarpe in stazione. Non era molto ma li aiutava a sopravvivere, come tutti d'altronde. "Si prego" Jimin e Y/n avevano la stessa età, eppure il viso paffuto e il corpo esile di lui lo faceva sembrare più piccolo. "Ho pensato che questa mattina vi potesse piacere una margherita. L'ho presa nel campo qui accanto. Non è bellissima?" Si che lo era. Per Y/n era bellissimo che il dolce ragazzo le regalasse ogni mattina un fiore diverso. Lei indossava fiera perchè anche se indossava degli stracci, quei fiori per lei brillavano più di 1000 diamanti. "Lo è, mi aiutate a sistemarla fra i capelli?" Y/n era una ragazza indipendente e forte ma le piaceva far sentire quel ragazzo utile e poi era davvero carino con lei. Ogni tanto sentiva una strana sensazione all'altezza del cuore. "Vi dona" Y/n sorrise perché non sapeva cosa dire. Era felice di sentirsi speciale agli occhi di un caro amico. La faceva sentire una donna. "Sarà l'unico spiraglio di colore che vedrò oggi fino alle 21.00" Il viso del ragazzo si incupì e subito le sopracciglia si incresparono. "Mia madre mi ha detto cosa avete fatto ieri per lei. Non dovevate" "Si che dovevo. 10 frustate l'avrebbero distrutta. Io posso resistere. Ho la pelle dura" Jimin scostò con delicatezza i lunghi capelli della ragazza dal collo e non fu poi così difficile notare i lividi e tracce di sangue sparsi sul dorso del vestito della ragazza. "Vorrei poter trovare un lavoro migliore. Far rimanere mia madre a casa. Ma è così complicato" "Voi fate già molto Jimin, fidatevi se vi dico che siete il suo orgoglio. Parla solo di voi durante la pausa." La donna parlava sempre di suo figlio perché Jimin era l'unico che poteva davvero collaborare con il padre. La sorellina minore si era ammalata e non riusciva a riprendersi oramai da tempo. "Ora devo andare o mio padre mi tirerà per le orecchie. Vi auguro buona giornata Y/n"
Presa la sacca con un po' di pane e una mela, una piccola borraccia di acqua riempita alla fontana e una mantella per la sera, la giovane inizia a incamminarsi verso la fabbrica. "Avete sentito? Oggi verrà a visitare la fabbrica il figlio del capo. Dicono che sia davvero un bel giovine" "Ha 18 anni, ricco e di buona famiglia" "Io ho sentito che studia medicina. Immaginatevi di uscire a braccetto con un dottore. Sarebbe un sogno" Il vociferare delle sue colleghe la incuriosì molto. Y/n non era una pettegola, anzi, però quasi ingenuamente inizió a fantasticare anche lei su una vita completamente diversa dalla sua. Un uomo che la amasse e rispettasse, un lavoro rispettabile e ben pagato, una famiglia..tutto troppo bello per lei. Così arrivata al cancello si riprese dai suoi pensieri e timbrato il suo cartellino si avviò alla sua postazione.