Molest pt.1

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La mia vita tranquilla da sedicenne è stata travolta oggi pomeriggio, anzi pochi minuti fa. Non riesco a respirare, mi sento soffocare, ancora sento quelle mani su di me e anche se sono riuscita a scappare per fortuna, mi sento come se quelle mani stessero ancora cercando di portarmi via qualcosa, chiamatela innocenza, verginità, o dignità.
Vi spiego, un quarto d'ora fa sono uscita dalla mia scuola dopo aver seguito un laboratorio teatrale pomeridiano. Lo ha fatto anche mio fratello Jin al liceo e quindi ho voluto provare. Mi trovo molto bene, i miei compagni sono simpatici a parte qualche ragazzo di quinto che ogni tanto guarda me e le mie compagne in modo strano. O almeno pensavo fosse solo strano fino a poco fa.
Beh son uscita e mi sono incamminata verso casa. È primavera e visto che casa dista solo 15-20 minuti a piedi ho deciso di farmi una bella passeggiata ma mai mi sarei aspettata che due ragazzi del corso mi seguissero.
"Kim Y/n! Kim Y/n perchè non ti fermi con noi mh?"
"Siamo degli oppa buoni dai, dovresti rispettarci non mancarci così di rispetto"
È così che hanno iniziato a urlarmi per strada finché non mi hanno raggiunga e costretta a seguirli nel vicolo. Proprio a 500 m da casa. C'ero quasi.
"16 anni mh? Sicura? A me sembra che tu sia più che sviluppata"
"Perché non controlliamo?"
Le loro mani mi spingono forte contro il muro e la testa inizia a farmi male per il contraccolpo.
"Vediamo un po', cosa c'è qui sotto?"
Ovviamente non avendo intenzione di stare ferma lì inerme cerco di dimenarmi ma uno mi prende le mani e le stringe forte sulla mia testa.
L'altro inizia a tirare giù la zip del mio giubbotto e a sbottonare il mio maglioncino.
"Mhhh questa volta ci è andata bene"
Iniziano a posare le mani sul mio collo e sul mio seno. Sono violenti, le mani sembrano volermi quasi strapparmi la pelle.
"Perché non controlliamo anche qualcos'altro mh?"
Quello che poco prima mi teneva le mani inizia a infilare una mano sotto la mia gonna finché dentro di me sento una voce. Mio fratello, mi incoraggia a non arrendermi alla situazione, così istintivamente do una testata al primo e un calcio al secondo. Per qualche secondo sono incredula anche io finché realizzo che questo è il momento perfetto per scappare. 500 metri e sono a casa.

400.300.200.100 metri.
Vedo la porta d'ingresso della villa e senza pensarci due volte, con le mani tremanti infilo le chiavi nella serratura e mi chiudo alle spalle non solo il cancello.
Mi sembra quasi di sentire le urla dei due che ancora mi chiamano.
Mi do una occhiata e noto che sono ancora quasi tutta sbottonata ma le mani mi tremano troppo e non riesco a chiuderne neppure uno. Gli occhi iniziano a riempirsi di lacrime e io sento di nuovo un groppo in gola.
Devo solo aprire la porta e correre fino alla mia stanza. Correre in camera e chiudermi a chiave, fare una doccia e cercare di sciacquare via con l'acqua lo sporco delle loro mani. Di lavare via la sensazione di paura, soffocamento e impotenza.
Così faccio un gran bel respiro e nonostante il tremore riesco a inserire la chiave. Apro la porta ma i miei piani sembrano fallire dal primo istante in cui mi chiudo la porta dietro le spalle.

ONE SHOTS ON BTS 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora