Buongiorno.

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« Potresti smetterla di urlarmi nelle orecchie ogni santa mattina? Lo so, la sento la sveglia, io ci sento!! »

Urlai quasi come ogni mattina tirandomi dalle mie coperte calde, non ne avevo proprio intenzione di alzarmi, non adesso che il calore era fin dentro le mie ossa: ormai era il mio buongiorno urlare contro mio fratello maggiore, mentre cercava in tutti i modi di tirarmi giù dal letto. Chissà come sarebbe il mio mondo senza questo rompipalle. Solite giornate monotone tra lavoro e studi online, l'unica cosa che mi lasciava svagare era la mia amata "palla a volo", infatti oggi era giovedì e avevo gli allenamenti.

« Ti muovi che sono le 8:30? »
« Michele, te lo giuro che domani mattina ti ritrovi la sveglia nel cesso. »

Lo guardai ridere mentre infilava la sua camicia bianca, una delle solite, lo guardai facendo una smorfia appoggiandomi alla porta della mia stanzetta e restai a guardarlo per qualche istante.
Eravamo così diversi che quasi mi chiedevo come i nostri genitori erano gli stessi?!
Vivevo con lui da più o meno 2 anni, da quando i nostri genitori dopo una cena di lavoro non tornarono più a casa, non si sa come ma sono spariti dal nulla, nessuna traccia più di loro due, le ricerche erano ancora in corso ma sapete meglio di me com'è la legge qui in Italia, promettono e promettono senza risolvere mai nulla. E per questo Michele si era promesso che sarebbe diventato qualcuno di importante soltanto per non far finire la storia dei miei genitori in un oblio totale.

Era molto più grande di me, 30'anni, non sposato e neanche fidanzato, amava la vita libertina, diciamo che io sono stata la figlia della "vecchiaia" se si può dire così, dopo anni 11 anni dalla nascita di Michele avevano deciso di avermi, o meglio ero capitata non so neanche io come.

Sempre sulle sue, sguardo serio, ma che si scioglieva soltanto in un mio "Ti prego Michi"
Eccolo, Michele Morrone, 30'anni:

quasi un imprenditore di un'azienda ereditata da Papà qui a Roma: La PhotoSol, un azienda dove riproducevano macchine fotografiche e dove io dopo gli studi lavoravo con lui

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quasi un imprenditore di un'azienda ereditata da Papà qui a Roma: La PhotoSol, un azienda dove riproducevano macchine fotografiche e dove io dopo gli studi lavoravo con lui. Era riuscito a tirare su una ditta da solo, con tanti sacrifici, senza accorgersene di esser rimasto da solo con la sua sorellina minore di 19 anni. Gli dovevo la vita.

E poi ci sono io:

E poi ci sono io:

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