Dove sei?

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• POVs Sole •

« Sole.. hei svegliati.. »

Mi alzai subito di scatto spaventandomi, deglutì appena poggiando le mani sul viso e capì di essermi addormentata ieri sera mentre aspettavo Alberto. Girai la testa alla finestra ed era mattina, cazzo.. abbassai lo sguardo e sospirai appena ricordando di aver fatto un incubo.

« Hey.. sta tranquilla era solo un incubo.. »
« Sto.. bene.. »

Riuscì a sussurrare poggiando la mano sul mio pancino di quasi sei mesi. Poggiai di nuovo la testa sul cuscino e girai lo sguardo a lui.

« Scusa se ieri non ti ho aspettato.. »
« Stai tranquilla, dormivi come un orsetto in letargo.. »

Sorrisi guardandolo scuotendo la testa restando distesa di fianco, notai che era strano, Albe non riusciva a nascondermi niente.
Infatti allungai la mano ai suoi capelli per scompigliarli e mormorai:

« Che c'è? »
« Niente.. »
« Albe dai.. »
« Ieri.. al bar.. ho incontrato Giacomo »
« Cos'ha fatto? »

Mi alzai subito dal busto guardandolo.

« Niente calma.. mi ha rivolto la parola dicendomi che sono stato bravo, che avevo approfitto e che adesso stai così e che.. non devo toccare sua figlia. »

Quasi mi misi a ridere, lo guardai in modo ironico ridendo e poggiai le mani sul letto diventando subito dopo seria:

« Questo non sta bene.. l'ammazzo con le mie mani, te lo giuro.. non può farmi uscire pazza »
« Hey hey, adesso calmati.. »

Sospirai appena serrando la mascella e mi alzai dal letto abbassandomi la maglia che indossavo soltanto e mi avvicinai guardando fuori dalla finestra.
Cosa dovevo fare? Perché non me ne andava bene una? Perché non potevo essere come tutte le ragazze della mia età in carriera?

-

Quel pomeriggio volevo passare in ospedale e infatti ci andai da sola, ero appena entrata in ospedale e potete immaginare ogni commento dei miei colleghi che non mi vedevano da molto.

« Ma che pancino abbiamo qui.. »
« Già.. Francesco è stato dimesso? »
« No dottoressa, stanotte ha avuto un attacco cardiaco e abbiamo dovuto subito intervenire.. adesso è sveglio ma in terapia intensiva.. »

Deglutì allontanandomi subito, non dovevo lavorare, ero in maternità ma dovevo andare da lui, era stato il primo che si era accorto della mia gravidanza. Infiali un camicie che c'era lì senza chiuderlo e camminai a passo veloce fino alla sala, dove entrai guardandomi attorno..

Era al primo lettino, disteso.. mi avvicinai subito poggiando la mano sulla sua, era pallido.. alzai gli occhi al monitor e andava tutto bene..

« Dottoressa.. »
« A Francè.. ma che mi combini? »
« Ho sentito assai la vostra mancanza.. »
« Volevo farti una sorpresa e tu mi ripaghi così..? »

Lo guardai girare la testa in basso e guardarmi la pancia evidente, alzò appena la mano appoggiandomela su quest'ultima e lo guardai sorridere.

« A Dottorè.. sta bimba sará una Dea.. »
« Francè tu devi farcela pero' perché la devi conoscere.. »
« Non credo di farcela, mio padre me sta a chiamá da giorni.. me dice di andare con lui ma io stavo aspettando mio figlio per salutarlo.. »

Senti gli occhi lucidi stringendo la sua mano appoggiata ancora sulla mia pancia e trattenni le lacrime, ma da quando ero in gravidanza mi era difficile trattenerle.

« Dottore'.. non me piagne per favore.. credo sia stata il raggio di sole in questo periodo qui dentro in quest'ospedale.. »

Sorrisi appena asciugando le lacrime accarezzandogli il braccio con l'altra mano.

« Speravo che uno dei miei figli avessero una donna come te al loro fianco.. però mi basta sapere che ha fatto di tutto per sistemare i miei polmoni.. »
« Francè non farmi scherzi.. te prego.. »
« Io ci provo.. ma non te prometto niente.. »

20 minuti dopo lasciai la sala e l'ospedale.
Il mio lavoro mi piaceva troppo, ma odiavo quando non riuscivo a salvare qualcuno e non mi era ancora capitato, soprattutto perché non me lo sarei mai perdonata..

Entrai in auto guidando fino ad un negozio di vestiti, in quel periodo sembrava che i miei jeans non mi andassero ma non era un sembrare, era vero.

Accanto c'era un negozio di neonati, entrai dentro guardandomi attorno e deglutì appena.
Era strano, avrei voluto comprare la prima cosa a Kate ma non da sola.. serrai appena la mascella guardando delle tutine davvero carine e delle scarpette, sorrisi appena spostando lo sguardo su dei bavaglini colorati e un'altro bianco e rosa dove c'era scritto « La principessa di papà. »

Avrei voluto tanto comprarlo, tornare a casa, farglielo vedere.. e restare a guardare la sua faccia emozionata mentre guardava quel piccolo indumento.. eppure non poteva accadere.

Deglutì appena facendo una smorfia sentendo un leggero dolore all'addome e poggiai subito la mano rendendomi conto che fosse un calcio, wow

« Sta bene signorina..? »
« si.. grazie.. »
« Si diverte..? »
« Credo di sì, è la prima volta che la sento.. »
« Mi creda.. dopo 3 gravidanze posso dirle che è bellissimo sentirli ma fa anche male.. »

Sorrisi guardando la commessa mentre mi avvicinai al banco per poter pagare tutte le cose che gli avevo comprato e poi pagai.

Sentì il rumore del mio cellulare e dopo aver preso le buste e salutato la commessa con un sorriso uscì prendendo il cellulare, mi fermai subito vicino l'auto leggendo "Amore mio" l'avevo ancora segnato così.

- Possiamo vederci? Sei in giro? -

Cosa dovevo rispondergli?!
Sospirai appena entrando in auto restando il cellulare col messaggio aperto e chiudendo la portiera poggiai le buste mie e di Kate nel sedile accanto al mio e ripresi il cellulare leggendo ancora visto che aveva mandato ancora "??"

- Perché dovrei dirti di sì? -
- Perché ho bisogno di parlare con te. -

Serrai la mascella poggiando la testa sul sedile e chiusi gli occhi sentendo un'altro movimento della piccola e poggiai subito la mano sopra tornando a guardare il cellulare.

- Tra 20 minuti al terrazzo? -
- Va benissimo. -

Non gli risposi neanche più.

Non sempre c'è una soluzione a tutto, alcune cose le devi accettare e basta. E sì, è esattamente questa la cosa più complicata: restare a guardare, osservare la forma di qualcosa che ami cambiare lentamente senza poterlo evitare in alcun modo. Ed è strano, perché ogni giorno ci inducono a credere che esista sempre un rimedio a tutto. Però non è vero. Ci sono cose che purtroppo quando si rompono, non possono essere più aggiustate.

𝓟𝓮𝓻 𝓬𝓪𝓼𝓸.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora