Sangue

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• POVs Sole•

35 giorni da quando io e Giacomo siamo andati dal ginecologo insieme, 35 giorni in cui ogni giorno mi domandava come stessimo si io e Kate, 35 giorni in cui sembrava che quello che doveva partorire era lui e non io.

Dal giorno prima stavamo avendo perdite e avevo chiamato Gabriele per informarlo della cosa, ma mi aveva detto che era normale visto che ero quasi all'inizio del nono mese, infatti Alberto non stava andando a lavoro per stare accanto a me, Ludo era costantemente in videochiama persino quando era in azienda a lavorare e Kyshan la sentivo tramite messaggi.. davvero mi stavano vicino, ma quello che non mi mollava un secondo anche tramite messaggi era Giacomo.

" Ti ho immaginato anche dove non c'eri e ogni volta che non c'eri un sospiro di sollievo e ogni volta che non c'eri una coltellata al cuore.
Ti ho amato così tanto, cazzo, da non poterlo spiegare a parole, da non poterlo raccontare ai miei amici, da non poterlo nemmeno capire. Ti ho amato così tanto da volerlo nascondere per poterlo custodire, così tanto da non poterci rinunciare così tanto da volerlo sminuire
questo sentimento
per non sentirmi morire quando penso che invece tu hai rinunciato a me.
Bellissimi i momenti che abbiamo passato e so che non li ho vissuti da sola. Non puoi immaginare da zero due occhi che rinascono dai tuoi, che ridono con i tuoi, che ti cercano ovunque e poi si dilatano se ti incontrano anche solo per caso. non scorderò mai il tuo sguardo.
Lo so che hai provato qualcosa, ma non era amore.
Perché oggi so che all'amore non puoi rinunciare.
Certo, ti viene da scappare ma torni sempre a casa.
Ti viene da scappare perché hai una paura fottuta ma poi torni sempre a casa perché non rinunci a ciò che ami.
Lo so perché ho pianto così tanto da finire le lacrime, da singhiozzare in pubblico, da prendere a pugni tutto, da non sentirmi più me stessa nel mio corpo senza di te, ma io nonostante tutto non avrei mai rinunciato a te. "

In quel periodo stavo scrivendo molto ogni cosa mi passasse per la testa in una cartella nel mio pc del lavoro, l'avevo costudita con tutto il mio senno protettivo.

Mi alzai appena siccome ero seduta in cucina avanti al tavolo controllando delle email del lavoro e poggiai le mani sul tavolo nel momento in cui sentì un fortissimo dolore, come se qualcosa al mio basso ventre si stracciasse..

D'istinto urlai un gemito di dolore e strinsi le mani sul tavolo, Alberto era uscito a comprarmi le vitamine che mi erano finite e ero sola a casa.. deglutì cercando il cellulare con lo sguardo cercando di muovere le gambe che sembravano paralizzata.

« Cazzo.. cazzo Kate per favore, non è il momento è ancora presto tesoro.. »

Riuscì a sussurrare sentendo le mie guancia bagnarsi e subito dopo i pantaloni colorarsi di rosso, abbassai subito lo sguardo ai pantaloni toccandosi l'interno coscia e notai la mano sporca di sangue.. non riuscì a trattenere nemmeno i singhiozzi del pianto, camminai in modo davvero lento.. dovevo arrivare al tavolo del salone avevo il cellulare li..

Mi fermai appena sentendo la testa girare e i conati di vomito forse per il pianto, tossì appena e poggiai la mano sporca di sangue sulla pancia sussurrando:

« Kate.. per favore ti prego.. non c'è nemmeno il tuo papà.. ti prego.. »

Sussurrai piangendo, ma io Kate non la sentivo nemmeno muoversi ecco perché andai in panico e riuscendo a prendere il cellulare sporcando lo schermo di sangue con le dita cercai il numero di Giacomo.. avevo chiamato prima lui.. e non sapevo il perché.. ma l'avevo fatto.

• POVs Giacomo •

Quei due mesi sembravano interminabili, ogni giorno era un giorno in più per non vedere l'ora di vedere Kate, sembrava che vivessi solo per quello oltre al fatto che tra meno di un mese dopo la sua nascita sarei dovuto tornare a Napoli ma quello ci avrei pensato sicuramente dopo.

Ero in un programma televisivo poco lontano da casa e ero davvero in ansia quel giorno, non sapevo perché ma sentivo che qualcosa non andava. In mattinata avevo mandato un messaggio a Sole ma non l'aveva nemmeno letto, sapevo che stava poco bene e che era a letto, volevo andare da lei ma Alberto non era felice che io fossi al suo fianco, nessuno dei nostri amici lo era.

« Giacomo tra 5 minuti entriamo.. »

Guardai Kyshan, c'era Matteo e anche Clotilde, deglutì appena annuendo e poggiai la mano sul mio cellulare leggendo il nome "Lentiggini", alzai subito la testa a Matteo sentendo Clotilde parlare:

« Amo, dobbiamo entrate non rispondere.. »
« Mattè.. io devo rispondere.. »
« Gia.. rispondi.. » mi guardò
« Amore dobbiamo entrare dentro.. » Clotilde
« Devo rispondere!! È Sole!! » alzai la voce
« Clotì e fatti i cazzi tuoi.. »

Guardai Kyshan incazzarsi contro lei e cercai di non sorridere mettendo il cellulare vicino all'orecchio mentre Matteo andava a chiedere se potevamo entrare tra un'altro po:

« Sole..? Stai bene..? »

Sentì l'affanno, girai lo sguardo ai ragazzi.

« N..non credo di star bene Giac.. ho sangue ovunque..»
« Sto arrivando okay..? Resta al cellulare con me.. Alberto dov'è?? »
« A comprare.. le vitamine.. »
« Sto arrivando, non staccare.. »

Girai la testai ai ragazzi mormorando:

« Devo andare, Sole non sta bene.. dice che è piena di sangue.. e devo correre da lei.. »
« Giacomo.. » Clotilde.
« Clotì.. ij nun t voglij.. io non ti amo.. »

Mormorai guardandola indietreggiando appena prendendo la giacca dalle mani di Maria la ragazza che ci preparava, avevo un vestito classico tutto nero, ma non m'importava, Kyshan mi disse che sarebbe venuta con Matteo dopo e li lasciai li guidando così velocemente fino a casa di Alberto, mentre ogni tanto pronunciavo il nome di Sole che mi rispondeva dopo un po' ancora in linea con me al cellulare.

-

Riuscì ad arrivare 10 minuti dopo, bussai alla porta sospirando appena e notando che era ancora al telefono mormorai:

« Amore, ce la fai ad aprirmi?? Sono fuori.. »

Deglutì sentendo che Sole non mi rispondeva e girai subito lo sguardo cercando di capire se c'era qualche finestra aperta..

« Sole.. amore.. cazzo rispondi.. »

Rimasi col cellulare all'orecchio e notai Alberto entrare dal palazzo, lui si avvicinò alla porta guardandomi:

« Che ci fai qua? »
« Apri sta cazzo di porta che Sole non sta bene! »

Gli urlai contro perdendo la pazienza e infatti lui non perse tempo, afferrò subito le chiavi cercando di aprire ma si accorse che le chiavi non giravano.

« Credo ci siano le chiavi dietro.. »
« Albè ma c cazz.. sfunn sta port.. »
« Si okay.. »

Sembrava essere andato in panico anche lui, infatti al mio tre entrambi buttammo giù la posta con la spalla e mi bloccai subito guardando Sole sul pavimento, c'era così tanto sangue.. ma lei aveva gli occhi chiusi, mi avvicinai subito e urlai contro Alberto:

« Prendi la tua cazzo di auto! »

Lui annuì subito era impaurito, chiunque si sarebbe impaurito da tutto quel sangue, riuscì a prenderla in braccio a mo di sposa e correre fuori con lui fino all'auto, guardai il mio vestito sporco di sangue, i suoi vestiti.. le sue braccia scoperte e le mi mani sporche.. deglutì poggiando la mano sul suo viso sentendo gli occhi gonfiarsi di lacrime:

« Apri gli occhi.. ti prego Sole.. »

𝓟𝓮𝓻 𝓬𝓪𝓼𝓸.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora