Non sarebbe tornata.

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In poco tempo il mio cellulare venne intasato di messaggi, Ludovica, Kyshan e il gruppo che avevamo in comune con gli altri stava impazzendo.
Giacomo aveva abbandonato il gruppo e non capivo perché, gli altri continuano a parlare e infatti misi la vibrazione rispondendo poi all'unico messaggio, quello di Ludovica;

- Ma cosa vuol dire che sei incinta? -
- Ma che ne sai? -
- Giacomo ne ha parlato con Kyshan.. -

Non risposi, deglutì appena serrando la mascella, tutto quel tempo avevo costudito gelosamente è segretamente questa gravidanza, e adesso non era più un segreto.

« Che succede? »
« Niente.. Albe posso restare da te stanotte? »
« Sole.. non chiederlo neanche.. »

Sorrisi appena restando seduta sul suo divano nell'appartamento nuovo di Alberto che aveva preso da un po', mi aveva raccontato di cosa gli fosse successo, del fatto che aveva provato ad aprire il cuore ad una ragazza di nome Sara, ma che le cose non erano andate bene e quindi preferiva stare da solo ancora per un po'.

« E comunque devi mangiare almeno l'altra metà »
« Mi sto sfondando di cibo da giorni non ne posso più.. »

Era strano non nascondere il mio pancino e stare in modo "libera" avanti a qualcuno, prima d'ora oltre Marta non l'avevo fatto..
Marta: avevo letto un suo messaggio diceva:
" Mi dispiace, cercherò di farlo ragionare" forse aveva parlato con Giacomo, ma non doveva far ragionare nessuno, le scelte erano scelte e andava benissimo così, anche se mentivo a me stessa.
E comunque, non l'avevo risposta nemmeno..

« A cosa pensi? »
« Mh.. a niente.. »

Allontanai il piatto che aveva cucinato Alberto e sorrisi appena prendendo il bicchiere guardandolo annuire e spostare gli occhi sul suo telefono:

« Comunque devo dirti una cosa.. »
« Dimmi.. »
« Tra 15 giorni sarò a Sanremo.. »
« Cazzo.. ma è una cosa bellissima.. »

Mi alzai abbracciandolo subito e lui mi fece sedere sulle sue gambe, sorrisi subito accarezzandogli i capelli guardandolo.

« Sono così orgogliosa di te Tananai.. »

Lo guardai sorridere e gli accarezzai la guancia.

-

• POVs Giacomo •

Non credevo fosse possibile avere paura delle cose belle, di tutte quelle cose che volevo. Mi proteggevo all'interno di un limbo in cui le conservavo gelosamente, in un equilibrio perpetuo dove tutto poteva succedere ma niente accadeva (o non accadeva) davvero. Era come quando da bambino, ogni sera, chiedevo a mio padre di non chiudere la porta della camera dopo la buonanotte; come a voler mantenere sempre viva la possibilità di cambiare, in qualsiasi momento, il finale della storia.

Sapevo di star sbagliando alla grande ma avevo così tanta paura di sbagliare in qualsiasi momento che non mi sentivo pronto di questo enorme passo o semplicemente dovevo soltanto mettere a fuoco l'idea di me.. padre, non sapevo nemmeno se ne ero all'altezza.

« Nessuno nasce padre Giac.. »
« Clotilde, ma mi vedi a me con un bambino? »
« Sei stato padre di tua sorella Giac.. »

Io e Clotilde ci conoscevamo già da prima che intraprendessimo la strada di questa serie insieme, diciamo che era stata una storiella quando ero qui a Napoli.
Però adesso sembravamo entrambi più cresciuti.

« Non lo so, per il momento va bene così.. »
« Ma lei adesso dove sta? »
« Non lo so. »
« Non l'hai nemmeno contattata? »
« No, mi odia sicuramente e.. »
« Giacomo.. ha tuo figlio, spero tu lo sappia.. »

Sospirai appena serrando la mascella e pensai alla sua frase, abbassai lo sguardo prendendo il cellulare e guardai la sua chat fissata in alto, volevo contattarla ma non lo feci.. c'erano mancanze tra di noi e lei lo sapeva benissimo, oltre la distanza sembrava che nessuno dei due ci capissimo più.

« Giac non puoi reagire così.. »
« Clotì, ma tu m vuo bene? »
« Si che te ne v.. »
« E allo non mi parlare più di quest'argomento, già ho mia madre che mi sta tartassando. »
« Almeno chiedile solo dov'è.. »
« Lo farò dopo. »

Sospirai appena restando seduto sulle scalinate di Piazza Di Spagna guardando Matteo e Domenico arrivare salutarci, strinsi la mano dei due e poi rimasi a guardare il vuoto.

« Che ore sono? » domandai
« 22:10! » Domenico
« Ma tu che ci fai qua? Non dovresti stare con Sole? » Matteo
« Non me rompr o cazz pur tu.. »

Lo guardai in malo modo alzandomi salutandoli con un cenno di testa e andai via in auto dopo aver dato un bacio a mezza luna sulle labbra di Clotilde.

Clotilde era una figa assurda, ricordo che quando scopammo una volta tutti mi invidiavano, il nostro gruppo mi invidiava, diceva che lei non la dava mai a nessuno ed era strano come l'avesse data a me.
Solite cose tra ragazzini di 18 anni..

Sospirai appena fermandomi al primo semaforo e afferrai subito il cellulare cercando la sua chat fissata, le mandai un messaggio:
- Dove stai? -
Non mi rispose subito, anzi passò molto tempo.

Arrivai a casa, nemmeno cenai, mi buttai sul divano a guardare la partita della Roma.

Il mio cellulare si illuminò e guardai il messaggio:

- Da Alberto. -
- Perché sei da lui? -
- Perché Ludovica non c'è, Kyshan e' impegnata e io non ho nessuno? -
- e io chi sono? -
- Non sapevo ti importasse dopo oggi pomeriggio.. -
-  Sole, non voler un bambino non vuol dire non volere te. -
- Se non vuoi lui non vuoi nemmeno me. -
- Non sono obbligato a diventare padre.. -
- Nessuno te lo obbliga. Possiamo vivere anche senza di te. -

Possiamo vivere anche senza di te.
Deglutì subito leggendo l'ultimo messaggio e capì che Sole non sarebbe tornata, non questa sera.

• POVs Sole •

Avevo avuto la semplice conferma che non era pronto a questo passo, e andava bene così..davvero non tutti eravamo pronti a passi più grandi di noi, ma io non avrei mai lasciato che questo bimbo andasse via da me.

« Hey.. vieni a letto? »
« Eh? Nono dormo qui.. »
« Dai Sole non se ne parla, dormo io qui! »
« No Albe! Questa è casa tua.. »
« E allora dormiamo in camera insieme, tanto non è la prima volta! »

Lo guardai e sorrisi appena lasciandomi convincere spegnendo il cellulare e l'appoggiai sul divano seguendolo fino alla camera.

𝓟𝓮𝓻 𝓬𝓪𝓼𝓸.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora