Una cazzata.

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• POV Giacomo •

Lo so, stavo facendo la cazzata del secolo ma qualcosa mi diceva che lei era pazza di Alberto.
Ero così incazzato e spesso sapevo che ero sbagliato, perché non facevo mai parlare dall'altra parte e mi chiudevo in me stesso chiudendo subito qualsiasi cosa avessi attorno.

Non gli avevo detto dell'opportunità avuta e sapevo che non avevo fatto una bella cosa, per il semplice motivo che non sapevo come l'avrebbe presa. Non per altro.

Regalare una rosa a Beatrice due giorni fa,era stata la più grande stronzata che avevo fatto ieri sera al solito parcheggio. La verità era che quella rosa l'avevo presa a lei e quando arrivai fuori casa sua vederla uscire da lì con quello.. ero geloso, geloso marcio.

« Jack ma che ti sta succedendo?»

Tornai alla realtà sentendo la voce di Domenico.

« Eh? Nient.. »
« Eja.. non mentire a me, Sole sembrava morta ieri al parcheggio e po tu si tutt scem.. »
« Dome' spesso le cose non sono come pensi siano realmente e ti fai un film tutto tuo.. »
« Stai dicendo che l'amore che vi lega è stato tutto un tuo film? »

Domenico forse era quello più intelligente del gruppo, aveva sempre la risposta quasi come una cura, e seppur era il più piccolo del gruppo aveva sofferto già abbastanza nella vita.

« Ij nun a penz accussi. Anzi, io ci vedo solo una ragazza innamorata persa ma anche con la voglia di vivere liberamente, e ci vedo nu Strunz comm e te che come solito allontana le persone che gli vogliono bene cercando di difenderti prima che loro ti facciamo del male. »

Lo guardai deglutendo, seduto sul divanetto del club che aveva aperto da pochi giorni qui a Roma, avevamo una festa tra meno di due ore e aveva invitato proprio tutti.
Mi appoggiai appena ascoltandolo.

« Dici tanto che lei è sempre sulla difensiva ma nemmeno tu scherzi Fratè.. ricordati che l'amore è amore vero quando è libero di essere se stesso, quando entrambi respirate e quando c'è rispetto e serenità.. non è stata lei a tirarti fuori da quel pozzo che dicevi tanto di essere? »
« Domè.. io le devo il mondo, ha salvato la mia famiglia, ha salvato me ma.. Alberto gli può dare quello che io non posso dargli.. »
« E cos'è che tu non puoi dargli? Solo perché loro sono ricchi sfondati e tu stai iniziando adesso? »
« Non capisci.. »

Domenico mi guardò subito quasi deluso dalle ultime mie parole, sospirai appena abbassando gli occhi e lo sentì:

« Fratè ma tu si semp chillu Giacomo che ten e pall o no? »

Alzai lo sguardo a lui guardandolo per qualche istante e sospirai appena mettendo le mani nei miei capelli:

« Nun o sacc Domè.. da quando papà è andato via par che non riesco ad iniziare più niente.. »
« Quando ho lasciato Gemma per darle un futuro migliore credevo che io non ero all'altezza di niente, credevo che quello che gli altri potevano dargli io lontanamente me lo sognavo.
Vuoi sapere una cosa? Da quando sono arrivato qui a Roma con voi e sono riuscito ad aprire con le mie forze Questo benedetto Club.. la prima cosa che ho preso è stata stabilita.. la seconda cosa che ho fatto sai qual è stata? Chiamare Gemma.. »

Restai a guardarlo mentre notai i suoi occhi lucidi e deglutì appena ascoltandolo:

« E o sai Gemma che ha fatto? Non mi ha staccato il cellulare, non mi ha detto "come mi hai fatta soffrire adesso stammi lontana" non mi ha nemmeno parlato sopra.. è stata in silenzio, ha ascoltato ciò che volevo dirle e poi mi ha detto di smetterla di parlare e correre da lei.
Non stiamo insieme ma sto cercando di farla rinnamorare di me come la prima volta.. perché quando l'amore è vero tu non smetti mai di essere innamorato qualsiasi cosa succeda tra voi, e per quanto io le abbia detto di odiarla lei sapeva che quell'odio era solo grande amore.. »

Pensai subito a Sole, alla sua reazione quando avanti a lei avevo dato una rosa ad un'altra ragazza, per un istante mi sentì così stupido.
Mi tirai su guardando Domenico alzarsi:

« Quindi si mo a vuo ben.. nun facit strunzat.. va addu ess e fa chell che a fa.. »

Domenico era più grande di me in tutto.
Annuì appena sussurrando un "grazie" mentre ricevetti una spinta ridendo appena.

« Penz ca nun e ij tu addu ess.. »

Girai la testa alla porta del club, c'era Kyshan, Alessandra un amica di Ky, Massimiliano, Matteo e al suo fianco c'era Sole..
Restai a guardarla e abbassai gli occhi alle sue gambe scoperte, socchiusi le labbra e quasi sentì un leggero fastidio, odiavo persino che qualcuno le guardasse quelle gambe perfette che si ritrovava.

• POV Sole •

La scelta di essere stata lì quella sera non l'avevo avuta, Kyshan mi aveva obbligata ad esserci per il semplice motivo che non voleva vedermi a casa di domenica sera da sola. Anche perché era l'ultima settimana di svago visto che domani avrei iniziato tirocinio.

Vederlo con un'altra era stato davvero un colpo al cuore, non tanto perché era con lei avanti a tutti noi, tanto perché quel gesto pensavo l'avesse fatto solo con me e invece per un istante tutte quelle volte che mi aveva regalato una rosa erano state sminuite dal suo gesto, lo so, ero una bambina.

Alzai lo sguardo guardandomi attorno e lasciai la mano di Matteo che quasi mi aveva tirata all'interno del club mentre avevo chiesto di aspettare perché si era slacciato un tacco.

Alzai la testa e il mio sguardo si posò su Domenico e accanto a lui c'era lui, Giacomo.. era vestito bene, diciamo che era una specie di inaugurazioni oltre che una festa. Era strano, se ne stava affianco a Domenico e lo guardai asciugarsi con l'indice sotto l'occhio destro:

Girai subito lo sguardo a Kyshan che mi fece segno di avvicinarmi a lui ma scossi la testa in un no indietreggiando appena e sussurrai a Matteo:

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Girai subito lo sguardo a Kyshan che mi fece segno di avvicinarmi a lui ma scossi la testa in un no indietreggiando appena e sussurrai a Matteo:

« Arrivo tra un po'.. »
« Se non torni ti vengo a prendere.. »

Sorrisi appena annuendo e uscì fuori alzando la testa al cielo ormai scuro, deglutì avvicinandomi al muretto che c'era fuori al club e apri la borsetta spostando i capelli sciolti dietro lungo la mia schiena nuda, scoperta da un semplice vestiti non troppo corto, semplice nero.

Afferrai il pacchetto di sigarette, non mi era mai piaciuto fumare, l'avevo fatto solo due anni fa ma non fumano neanche sigarette, la verità era che avevo delle sigarette e delle canne in un unico pacchetto per non dare nell'occhio, infatti accesi quest'ultima portandola alle labbra ispirando del fumo e chiusi gli occhi facendo un enorme sospiro sentendo i nervi della mia testa rilassarsi.

« Da quand'è che fumi sta merda? »

Mi girai di scatto e deglutì appena guardandolo in tutta la sua bellezza, con uno sguardo serio e le mani nei suoi pantaloni classici blu notte.

𝓟𝓮𝓻 𝓬𝓪𝓼𝓸.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora