Fuoco da tutte le parti

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• Mercoledì 17 Luglio, 05:46 •

Eravamo tutti in aeroporto, destinazione: Spagna, Ibiza.

Cercai di restare sveglia con la testa sulla spalla di Giacomo. Mentre gli altri erano chi sparsi sulle sedie chi sul pavimento.
Sbuffai appena toccandosi gli occhi con le dita e girai lo sguardo a Giacomo che giocava ad un gioco sul cellulare, girai la testa alle macchinette del caffè, c'era Massimiliano che stava litigando con la macchinetta, sospirai appena alzandomi.

« Dove vai? »
« A prendere qualcosa da bere.. »

Lo guardai annuire e gli lasciai un bacio alla tempia, tra noi stava andando davvero bene, da un mese dalla nostra serata a casa dopo la partita sembrava che ogni giorno scoprissimo qualcosa di nuovo di noi stessi, come se tollerassimo ogni cosa, con piacere.. con amore.

« Litigherai per molto? »
« E stu cos nun m ra o cafè.. e sa magnat pur e sold. »
« Ma che hai detto.. sta scritto fuori servizio.. »

Lo guardai rivolgermi lo sguardo e soffiai una leggera risata indicandogli con lo sguardo la macchinetta più in là.

« Sto perdenn a cap.. »
« Chissà a chi pensi da qualche settimana.. »

Secondo me c'era qualche ragazza nei ritorno di Caiazzo, lo guardai sospirare scuotendo la testa e sorrisi appena camminando fino alla altre macchinette infilando le monete all'interno premendo il caffè che voleva e girai la testa mentre il mio indice cliccava sullo zucchero:

« Come stai? Non ci vediamo da un po'.. »
« Sto bene.. ho lavorato così che potevo prendermi la settimana libera.. »

Lo guardai annuire e sorridere appena mentre gli porsi il caffè guardando le sue dita afferrare il bordo per non scottarsi e gli sorrisi:

« Sole.. »
« Mh? »

Chi chiesi infilando le monete per prendere i due cappuccini a me e Giacomo. Massi non parlò e girai lo sguardo a lui come per chiedere "allora?"

« No niente.. »
« Sei sicuro? »
« Si, almeno credo.. »
« Dai.. chi è la fortunata? »

Guardai la sua espressione cambiare, okay, forse mi sbagliavano.. poggiai la schiena al muro affianco alla macchietta aspettando che fossero pronti i cappuccini e guardai Massimiliano avvicinarsi piano.. forse un po' troppo.

« Non credo sia così fortunata.. »
« Sfortunata a sopportarti sicuro.. »
« Perché? Tu non mi sopporteresti? »

Deglutì appena sentendolo così vicino e sentì la sua voce così bassa..

« Non devo farlo mica io.. »
« Nun esist una fortunata Sole.. »
« E allora..? »
« E allora.. niente.. »
« Non ti capisco.. »
« Invece io ti capisco.. »
« Cosa? »
« Sto parlando di me e di te.. »

Alzai subito lo sguardo deglutendo, eravamo così vicini.. e ringraziai che fossimo dall'altra parte dell'aeroporto, deglutì socchiudendo le labbra cercando di non stare così vicina.
Lui se ne accorse, appoggiò la mano sul muro affianco alla mia testa e sorrise appena parlando a bassa voce:

« Sto parlando dei mostri che ti porti dentro..
Dei nostri che io mi porto dentro.
Ca po chella vot a casa mia sann tuccat.. nun ann capit chiu niente.. è succies nu macello e per quanto tu voglia nasconderlo non puoi.. e ca.. se appiccicat tutt cos.. »

Lo guardai toccarsi il petto e alzai subito gli occhi ai suoi. Si, a casa sua, quando io e Giacomo litigammo o meglio pensavo che lui stesse con quella Beatrice.. passammo una serata a casa di Massimiliano insieme a Kyshan e Domenico.. e ci fu un bacio, un bacio dato quasi per sbaglio che poi continuò.. avanti a Domenico e Kyshan, gli unici a saperlo.. la colpa era di tutte quelle birre che bevemmo.

Riuscì a capire tutto del suo mezzo discorso in napoletano, serrai la mascella sentendo quasi di dovermi difendere dalla questione mentre la macchinetta iniziò a suonare per far capire che erano pronti i cappuccini:

« Credo tu abbia capito male Massi.. »
« tarantè.. non è così che si risolvono le cose.. »

Lo spostai appena sentendo gli occhi pizzicare e presi i due cappuccini spostandomi subito da lui guardando il suo sorriso.. scossi la testa e camminai a passo veloce fino a dove c'erano i ragazzi, mi avvicinai a Giacomo e per dargli il cappuccino mi cadde il mio..

« Oh amo tranquilla.. »
« Scusami.. scusa.. »
« Hei.. non fa niente.. bevi il mio.. »
« Non lo voglio mi è passata la voglia.. »

Lo guardai mentre restó a guardarmi, forse capì che qualcosa non andava.. guardai i suoi occhi spostarsi dietro di me e mi voltai a guardare dove stava guardando, c'era Massimiliano che tornava al suo posto mentre finiva il suo caffè.

Appoggiai la mano sul suo braccio porgendogli ancora il cappuccino rimasto e lui spostò gli occhi su di me prendendo il cappuccino.
Avevo combinato un disastro, sbuffai appena sedendomi accanto Giacomo e spostai gli occhi a Kyshan sveglia seduta accanto a Matteo.. mi stava guardando, abbassai subito gli occhi e guardai il pavimento.. dopo questo viaggio avrei parlato dell'accaduto a Giacomo prima che sarebbe stato troppo tardi.

-

« Hai preso la pillola? »
« Si ma sembra non far un cazzo.. »
« Ja amo sei solo nervosa vieni qui.. »

Sospirai appena mettendomi tra le sue braccia e chiusi gli occhi.
10:20, eravamo in aereo già da un oretta in partenza per la Spagna, non ero abituata e sentivo il vomito..

Sbuffai cercando di non pensarci e appoggiai la nuca al petto di Giacomo mentre stavamo ascoltando una canzone con le cuffiette, avevamo un cavo che univa le due paia di cuffiette e strinsi la sua mano mentre odiai la mia playlist:
Ti scatterò una foto - Tiziano Ferro
Giacomo me l'aveva dedicata dopo un po' che ci fidanzammo, era così che i nostri sguardi si erano incrociati mentre mi scattava una foto.

Girai la testa a lui e lo guardai, mi stava guardando, sorrisi appena socchiudendo le labbra quando la sua bocca toccò la mia e dopo poco che il bacio finì per mancanza di respiro:

« E voglio amore e tutte le attenzioni che sai dare e voglio indifferenza se mai mi vorrai ferire.. »

Sorrisi appena sentendolo canticchiare il finale del ritornello mentre la canzone finiva e le altre mille passavano alle nostre orecchie mentre i nostri occhi stanchi dal non aver risposato si addormentarono del tutto.

-

« E allora resta con meee, mentre cammino da solo, insegnami a perdere, per quando inciampo di nuovo. »

Urlai la canzone con Kyshan mentre entravamo nella casa che i genitori di lei aveva qui ad Ibiza, mentre il suo cellulare ci lasciava: Vivo per vivere - Ultimo.

Smisi di cantare guardandomi attorno entrando per terza sentendo la voce di Domenico:

« Marò non vi potete sentire.. »

Gli alzai il dito medio.
Quella casa era immensa, cazzo Kyshan ma sti genitori dove li prendevano tutti sti soldi?
Infatti Matteo fece un commento proprio simile sentendo gli altri ridere e poi Kyshan:

« Vabbuo raga, vedete voi le stanze ecc.. »

Girai il viso a Giacomo che si era appena svegliato, capelli scombinati, infastidito dalla voce di Kyshan e la mia che per tutto il tempo nel Van del tassista del padre di Ky avevamo cantato le canzoni di Ultimo.

𝓟𝓮𝓻 𝓬𝓪𝓼𝓸.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora